Kosovo: La Nato è pronta a intervenire

**Zeljco** · 11-01-08, 12:57

La situazione in Kosovo è “instabile”, la Nato resterà ancora a lungo con la missione delle forze di occupazione Kfor e se necessario invierà rinforzi. È il messaggio lanciato dal Segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jaap de Hoop Scheffer, incontrando la stampa per l’inizio del nuovo anno.

“La situazione è instabile - ha avvertito de Hoop Scheffer - il ruolo della Nato è molto chiaro, la Kfor è là per restare”. Il Segretario generale ha ribadito ancora una volta che la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 1999 è ancora una base legale sufficiente per giustificare la missione militare, internazionale, “a meno che non vi sia una nuova risoluzione - ha spiegato - ma le chances in questo senso mi sembrano piuttosto remote”. Una missione fondata esclusivamente sull’occupazione che ha garantito ai terroristi albanesi dell’Uck e di altre formazioni di occupare il territorio della regione serba compiendo crimini e violenze inaudite, finalizzate all’annientamento dei serbi e alla conquista militare del Kosovo.
L’olandese ha poi ricordato che “sul terreno vi sono già 16.000 uomini. Le riserve sono già pronte ad essere dispiegate in caso di necessità”. La disponibilità a inviare rinforzi in caso di emergenza era stata già indicata dai ministri degli Esteri dell’Alleanza, nel corso del Consiglio atlantico a livello ministeriale dello scorso dicembre. Ancora una volta de Hoop Scheffer ha avvertito: “Nessuno si faccia illusioni di poter ricorrere alla violenza, la Kfor è pronta”. Certamente è pronta ad essere nuovamente uno strumento degli interessi del mondo atlantico favorendo lo strapotere dei colonizzatori albanesi in tutta l’area del Kosovo.
Le parole del segretario generale della Nato era giunte subito dopo quelle dei rappresentanti illegittimi di Pristina, i quali hanno di nuovo ribadito che gli albanesi del Kosovo annunceranno presto la data della loro secessione. A dichiararlo è stato il nuovo primo ministro del governo illegittimo dei narco-atlantici albanesi, il terrorista dell’Uck Hashim Thaci. “Annunceremo la data dell’indipendenza molto presto, anche se Bruxelles e Washington già conoscono quella data”, ha dichiarato dopo essere formalmente subentrato al suo predecessore, Agim Ceku, nell’incarico di capo del governo, alla guida di una coalizione formata dal suo partito, Pdk, e da quello che fa capo al presidente, Fatmir Sejdiu, Ldk. La massima priorità della coalizione di governo guidata da Thaci è quella di garantire l’indipendenza del Kosovo dalla Serbia entro il primo trimestre del 2008. “Stiamo ultimando il processo di formazione del nostro Stato”, ha dichiarato senza mezzi termini Ceku al termine di una cerimonia formale. Quest’ultimo si è detto poi convinto del fatto che “ora il Kosovo è pronto”. “Il governo ha davanti a sé delle priorità chiaramente definite ed il primo ministro Thaci avrà un peso in meno, perché lo status del Kosovo verrà definito molto presto”, ha osservato Ceku.

Il governo di Thaci potrebbe proclamare l’indipendenza del Kosovo subito dopo il secondo turno delle presidenziali serbe, in programma per il 20 gennaio ed il 3 febbraio prossimi. E così mentre continuano le dichiarazioni minacciose del mondo atlantico e dei suoi alleati albanesi Mosca fa sapere che la Russia è contraria alle decisioni unilaterali del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul Kosovo a meno che le scelte non siano fondate su un compromesso. Sono queste le dichiarazioni dell’inviato russo per i Balcani, Alexander Botsan Kharchenko. Il diplomatico russo ha reagito alle dichiarazioni del ministro britannico per l’Europa, Jim Murphy, il quale aveva affermato che Mosca non avrebbe posto alcun veto sull’indipendenza del Kosovo. Inzialmente, Botsan Kharchenko ha sottolineato come le dichiarazioni di Murphy fossero “strane”. E poi ha esordito dicendo che è impossibile che altri possano prevedere le decisioni di Mosca poiché “è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e ha il diritto di veto”. Il diplomatico russo ha poi sottolineato come una dichiarazione di principio non vedrebbe Mosca favorevole a meno che la decisione non punti ad un compromesso equo fra le parti.
Le decisioni sono ora riposte nel Consiglio di Sicurezza del prossimo 16 gennaio, in cui verrà analizzato l’ultimo rapporto dell’Unmik (Un Interim Administration Mission in Kosovo) sulla regione serba, in attesa di giungere - forse - ad una soluzione all’annosa questione che non sia antitetica agli interessi di Belgrado. Un compromesso però che il mondo euroatlantico continua assolutamente ad osteggiare.

Andrea Perrone

Fonte: Rinascita Balcanica
Collegamento: http://www.rinascitabalcanica.com/?read=5981