Russia ed India: mantenere una visione lungimirante :::: 7 Gennaio 2008 :::: 10:22 T.U. :::: Analisi :::: Leonid Ivashov di Leonid Ivashov

Recentemente Delhi ha inviato segnali che indicano l’India insoddisfatta per il livello e la qualità della sua cooperazione economica con la Russia, particolarmente nell’area militar-tecnica. Dobbiamo concludere che l’India ha deciso di volgersi interamente verso l’occidente? Non vedo ragioni per pensarlo. Ciò che vediamo è la naturale reazione di Delhi verso le scorciatoie della Russia nel processo di interazione con i suoi tradizionali partner.
L’India è un paese importante, con una politica internazionale indipendente e diversificata che gioca un importante ruolo negli affari globali. Sarebbe un errore assumere che la nostra strategica partnership con l’India debba, i qualche modo, precludere le sue mutue interazioni benefiche con altri paesi.
Invece, vi sono preoccupanti indicazioni che riguardano le relazioni Russo-Indiane. Secondo me, due di essi richiedono una particolare attenzione. Uno è che, contrariamente alle attese, due documenti – un trattato per la cooperazione nell’economia e nel commercio estero e l’accordo per la cooperazione sull’energia atomica – non siglati durante la visita, nel Novembre 2007, del Premier Indiano Manmohan Singh a Mosca. L’altro è la recente dichiarazione fatta dal comandante dello stato maggiore della marina Indiana, Ammiraglio Suresh Mehta, che Delhi può riconsiderare la composizione della sua cooperazione militar-tecnica con Mosca. in caso la Russia continui a postporre il completamento del contratto per modernizzare la ex Sovietica portaerei Admiral Gorshkov, acquisita dall’India.
Credo, parlando di questi segnali, che la crepa nelle relazioni tra Russia e India si dovuta soprattutto ai due fatti sopra indicati. Sì, entrambi i «segnali» sono facilmente spiegabili e non necessariamente significano che Delhi stia perdendo interesse verso Mosca.
Come la visita del Premier Indiano a Mosca, che è stato assai fruttuoso per le prospettive di Mosca. Molti accordi significativi sono stati raggiunti. Due di essi – sulla cooperazione nel creare un velivolo da trasporto militare medio (IL-214) e un caccia di 5.ta generazione – riguardano la cooperazione militar-tecnica tra Russia ed India. Un altro accordo conclude il problema del debito dell’India con l’URSS.
Abbastanza vero, in certi aspetti il risultato della visita ha quasi mancato le attese che emergevano a seguito della visita del Presidente della Russia V. Putin in India, all’inizio del 2007. All’epoca, una speciale task force venne formata per preparare un trattato per la cooperazione nell’economia e nel commercio estero. Qualcosa è stato fatto riguardo lo sbilancio nel commercio Russia-India: sebbene il suo volume sia aumentato rapidamente nel 2006-2007 (approssimativamente del 30% annuale), il trend risulta soprattutto dalla crescita dell’export della Russia, particolarmente dall’espansione delle vendite di prodotti militari della Russia. Come risultato, la situazione diventa inaccettabile per Delhi. Secondo i dati Russi, la bilancia commerciale dell’India ha raggiunto un deficit, nel 2006, di quasi 1,5 miliardi di dollari.
Le chance sono poche affinché un trattato per la cooperazione nell’economia e nel commercio estero sia siglato, con una soluzione appropriata, nel momento attuale di stallo, in cui si trovano entrambe le parti.
Il problema parla dello stato della cooperazione Russo-Indiana nell’area dell’energia nucleare. Tale aspetto del problema è particolarmente sensibile, per via delle sue relazioni con la questione della non-proliferazione. L’India non ha aderito al Trattato di Non-proliferazione Nucleare e non ha intenzione di siglarlo nello status di potenza non-nucleare. Avendo effettuato una serie di test nucleari nel Maggio 1998, l’India ha attuato una moratoria su ulteriori test nucleari ma non abbandona il suo programma nucleare.
È ben noto che nel 1998, la Russia, usò un accordo dell’era Sovietica con l’India, per costruire una centrale elettronucleare nel meridione del paese e fece un accordo per installare due reattori nella centrale elettronucleare di Kudankulam. La costruzione è vicina al completamento, e attualmente la Russia è pronta a installare altri quattro reattori a Kudankulam e a costruire una nuova centrale elettronucleare in India.
Tuttavia, non vi sono ragioni per aspettarsi che l’India accetti ogni offerta Russa acriticamente. La Russia non è il solo offerente disponibile. Vi è una intensa competizione per il mercato Indiano, specialmente per le armi high-tech, ed equipaggiamenti nucleari. La cooperazione con l’India è guardata dagli USA, Francia ed altri paesi. La Russia ha un impressionante potenziale per competere, ma deve fare il necessario per fare delle serie e delle veramente innovative offerte.
Nel caso della centrale elettronucleare di Kudankulam, la Russia deve cercare di offrire reattori più sicuri e migliori termini, rispetto a quanto fanno le altre nazioni. In realtà, i reattori che cerchiamo di vendere all’India sono obsoleti e non hanno la chance di vincere la competizione con quelli USA-Giapponesi e Francesi nelle immediate prospettive. Esperti dicono che una rottura nell’area può essere resa possibile da uno sforzo congiunto per assicurare la transizione al ciclo chiuso del combustibile nucleare, basato sui reattori veloci a neutroni. L’India sa di avere una unica esperienza nell’uso del Thorio, e la Russia, dell’Uranio-238.
Le considerazioni di sopra, vanno applicate a un particolare, ed anche altamente importante problema. Per un innovativo approccio nell’insieme della cooperazione Russo-Indiana, trovo necessario ripensare ai più famosi casi in cui la Russia ha avuto successo economicamente, particolarmente nell’area militar-tecnica, quando impiegava l’intero spettro dei legami politici, economici, culturali e scientifici con il paese. Così, la visita di V. Putin in India, è stata appaiata agli estesi contatti tra la delegazione Russa e i circoli scientifici e culturali Indiani. Grazie a tale approccio, irrompiamo nelle vendite di equipaggiamenti navali, aere e terrestri all’India. In particolare, un affare concluso per fornire i nostri ultimi tank T-90S al paese.
Soffriamo di una corta visione come anche il nostro approccio si riduce al mero commercio, alla vendita di specifici prodotti e tecnologie. In altre parole, ciò che dovremmo considerare è un ampio e complesso programma che riguardi tutta la cooperazione Russa-Indiana, in una ampia gamma di temi. Importante, il programma dovrebbe puntare a più, che a solo ai particolari risultati finanziari. Dev’essere equamente adeguato agli interessi della Russia e a quelli del nostro partner strategico.
La tendenza di avere molto e subito ci danneggerà. Difatti, ciò è esattamente ciò che è successo nel caso della portaerei Admiral Gorshkov. Voglio dire che gli esponenti Russi hanno agito irresponsabilmente nel 2004, quando i contratti per la modernizzazione e la vendita vennero conclusi. Apertamente motivati da considerazioni finanziarie, fecero dei seri errori. Le condizioni della nave non apparivano adeguate, ne l’ammontare dei lavori necessari venne stimata, quando vennero stabiliti il termine e il valore totale del contratto: Agosto 2008 e 1,5 miliardi di dollari. Adesso è apparso che molti ulteriori lavori devono essere effettuati, rispetto a quanto inizialmente atteso, e i Russi chiedono di postporre la consegna al 2012, e il contratto lievita a 2,7 miliardi di dollari.
Naturalmente, questo modo di gestire gli affari irrita Delhi. Una volta che il contratto è firmato, i termini devono essere rispettati, o eventualmente gli Indiani si faranno domande sulla credibilità della Russia, quando pervengono ai contratti importanti.
Rosoboronexport non può e non deve guidare le relazioni Russo-Indiane. L’India è così importante per noi, come partner, che le relazioni con essa devono essere ampiamente basate e pianificate in altri uffici piuttosto che in quelli di questa azienda, che è assolutamente rispettabile ma opera nei limiti della sfera militar-tecnica.
Vi sono molte direzioni nella cooperazione, che attendono che la Russia ci ripensi. Per esempio, l’India con la sua galoppante economia, è fortemente interessata in un tandem con la Russia nei settori altamente scientifici, ma la Russia invia indefiniti messaggi in risposta. Alcune volte esprimiamo piena prontezza alla cooperazione, ma altre volte generiamo l’atmosfera di una totale segretezza. Ho potuto constatare di persona la situazione, quando presi parte ai negoziati per la cooperazione militar-tecnica con l’India. Molta parte del tempo, abbiamo fatto sforzi per vendere hardware, mentre l’India voleva lavorare assieme a noi sui prodotti high-tech, fossero sottomarini, aerei o le attrezzature per l’industria elettronucleare.
Ho richiamato il fatto che, alla fine degli anni ’90, vi era la chance di vincere un interessante contratto per fornire i velivoli-radar A-50 all’India. Per alcune ragioni, la Russia scelse Israele come partner per creare il radar per il velivolo. Di conseguenza, il contratto non fu mai siglato.
La mia impressione è che l’incertezza nel nostro comportamento, è spiegabile con la pressione esercitata da Washington. Ci dicono di rallentare, di fare attenzione nel diffondere tecnologie nucleari ed altre sensibili, e di fare anche sforzi per occupare le nicchie da cui ci dicono di stare lontani.
Dobbiamo optare per legami più stretti con l’India, in ogni aspetto, senza riguardo a cosa gli USA ci dicono. Un modo possibile per rafforzare la cooperazione Russo-Indiana, è invitare ufficialmente l’India ad unirsi al Shanghai Cooperation Organization.
Ho avuto estese discussioni con persone dell’establishment politico Indiano, incluso il futuro Presidente e Ministro della Difesa, all’epoca il Shanghai Cooperation Organization era in formazione. Hanno mostrato grande interesse nell’organizzazione, ma l’India ancora non aderisce. Penso che ciò sia largamente dovuto per colpa della Russia, che non ha fatto abbastanza sforzi in tale direzione. Comunque, la piena adesione dell'India al Shanghai Cooperation Organization, potrebbe contribuire a un maggiore stabilità nella sicurezza e nel sistema di cooperazione nell’Asia dell’Est e del Sud, promuovere la cooperazione tra Mosca e Delhi, e aiutare a sostenere le nostre posizioni in molti temi della politica internazionale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio, redattore di Eurasia. Rivista di studi geopolitici, esoerto di questioni militari, anima i seguenti
http://www.aurora03.da.ru/
http://sitoaurora.altervista.org/
http://xoomer.virgilio.it/aurorafile/

Fonte:
Strategic Culture Foundation