Sono rimasti asfissiati mentre stavano operando su un cingolato nella stiva di una nave
I sindacati di categoria Cgil-Cisl e Uil hanno proclamato 24 ore di sciopero


Marghera, due morti sul lavoro
Si fermano i porti in tutta Italia


Un'altra disgrazia in provincia di Padova: camionista schiacciato da un carico di ghiaia



Il porto Marghera

VENEZIA - Due operai sono morti soffocati dall'anidride carbonica nella stiva di una nave attraccata a Porto Marghera. I lavoratori dello scalo hanno indetto uno sciopero immediato e, in giornata, tutti i porti d'Italia si fermeranno 24 ore. "Il livello degli incidenti ha raggiunto livelli non sopportabili", denunciando i sindacati di categoria Cgil-Cisl e Uil. "I morti sul lavoro sono ormai una catena infinita", sostiene Massimo Cacciari, sindaco di Venezia. "Ci vuole un impegno del governo". Parere condiviso da Franca Porto, segretaria della Cisl Veneto: "Lo sciopero servirà per richiamare l'urgenza di interventi, ma anche per fare pressing sulle categorie economiche affinchè incrementino la prevenzione, nonchè sugli stessi lavoratori ed il sindacato; ci stiamo chiedendo, infatti, se anche noi non abbiamo precise responsabilità''.

Non hanno avuto scampo. L'incidente si è verificato all'una e mezza di questa notte alla banchina Cia, Centro Intermodale Adriatico. Le vittime sono un veneziano di 40 anni e un padovano di 52. dipendenti della Ico Logistica e della Nuova compagnia lavoratori portuali. Erano stati calati nella stiva della panamense World Trader carica di soja a bordo di un cingolato. Avrebbbero dovuto raccogliere i rimasugli del carico ma l'aria all'interno della stiva era satura di ossido di carbonio. Un operaio ha perso subito i sensi ed è caduto sul fondo della stiva. Il compagno ha cercato di prestargli soccorso ma anche lui è stato vittima dell'anidride carbonica. Un marinaio romeno di 52 anni, ha tentato di calarsi nella stiva ma anche lui è svenuto stordito dal gas. Lo hanno soccorso in tempo ed ora è ricoverato nell'ospedale di Mestre per accertamenti.

"La bombola di ossigeno era vuota". Un primo tentativo di soccorrere i due operai sarebbe andato a vuoto a causa di una bombola di ossigeno scarica. Secondo fonti sindacali, nelle prime fasi concitate dei soccorsi, i due uomini sarebbero stati portati fuori della stiva della nave e per tentare di rianimarli il capitano della World Trader avrebbe usato una bombola d'ossigeno in dotazione per le emergenze. La bombola però era scarica.

Procedura non rispettata.
Secondo il sostituto direttore dei servizi antincendio di Venezia Giusto Giacopello, "non sono state rispettate le procedure che vietano qualsiasi operazione in stiva finchè la percentuale di ossigeno disciolta nell'aria non sia superiore al 17%. Quando ci siamo calati in stiva per soccorrere i due operai, la percentuale di anidride carbonica in stiva era invece altissima. L'aria era irrespirabile".

Sequestrata la nave. La magistratura di Venezia ha aperto un'inchiesta sull'incidente. L'ipotesi di reato è omicidio colposo. La nave è stata sequestrata e la polizia ha già iniziato a raccogliere le testimonianze del personale imbarcato e dei soccorritori. Anche il ministero dei Trasporti nominerà una commissione d'inchiesta.

Lo sostiene Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, il quale a Marghera, nel cui Porto sono deceduti due operai, ha detto che "i morti sul lavoro sono ormai una catena infinita".
"Le dismissioni da una parte e la competizione a ritmi incredibili dall'altra - ha detto Cacciari - creano condizioni di insicurezza in costante aumento, tutto ciò non può essere una scusa ma al contrario deve portare ad agire per il rispetto dei lavoratori". "Proprio per questo a Marghera - ha aggiunto Cacciari - ci battiamo contro le dismissioni incontrollate, vogliamo evitare che ci sia carenza di sicurezza". Per quanto riguarda il Porto, Cacciari ha osservato: "L'aumentata produttività e il conseguente aumento dei ritmi di lavoro posso immaginare che possano aver portato ad essere meno attenti sul fronte della scurezza ma tutto ciò deve essere valutato con le indagini del caso".









Un altro incidente nel Padovano. In un altro incidente sul lavoro ha perso la vita un commerciante di Bagnoli di Sopra, un piccolo centro in provincia di Padova. Francesco Pizzo, 51 anni, è morto ieri sera mentre stava scaricando un paio di tonnellate di ghiaia dal suo autocarro. La disgrazia è avvenuta nel deposito della ditta Beton Condeo, dove Pizzo doveva consegnare il carico. Dopo aver espletato le pratiche burocratiche negli uffici dell'azienda, l'uomo, da solo, ha portato il camion nel luogo dello scarico e ha azionato il cassone. Non si è accorto, però, secondo la ricostruzione degli investigatori, che il terreno sul quale si trovava il mezzo aveva un avvallamento, che non ha sostenuto il camion e lo ha fatto ribaltare sul fianco destro, schiacciando l'uomo.

Repubblica