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  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da codino Visualizza Messaggio
    secondo me no, perchè il tuo argomento sottenderebbe che il mondo occidentale sia in tutto e per tutto più "tollerante" della Cristianità, per cui avrebbe senso dire che "se l'Islam non è compatibile col mondo occidentale (che sarebbe una Cristianità più tollerante), allora a fortiori non lo è con la Cristianità", ma invece le cose non stanno così, e ci sono un sacco di cose in cui il mondo "occidentale" è all'opposto della Cristianità! Inoltre ci sono alcuni aspetti "tradizionali" che il mondo occidentale rifiuta e che invece potrebbero accumunare Islam e Cristianità... (e quindi in molti aspetti il mondo occidentale è più intollerante del mondo cristiano)
    Un esempio banale potrebbe essere l'obbligo per i mussulmani di pregare 5 volte al giorno... cosa accettabilissima per un cristiano, ma inaccettabile per un occidentale ("bisogna lavorare, produrre, non perdere tempo");
    oppure il ruolo genitoriale nell'educazione dei figli e nell'insegnamento della necessità - ad esempio - di arrivare vergini al matrimonio per le donne (cosa inaccettabile per il mondo occidentale, ma condivisa dal cristianesimo);
    oppure l'idea di "guerra santa" che un cristiano può in un certo senso condividere, mentre l'occidentale ormai ammette la sola "guerra democratica" (anche se poi si tratta d'altro...);
    lo stesso rifiuto o relativizzazione dell'idea di democrazia sono inaccettabili per un occidentale, ma accettabilissimo (direi anche condivisibile) da un cristiano.
    Gli aspetti "positivi" dell'islam che tu segnali sono, purtroppo, vanificati dal fatto di essere una falsa religione - dal punto di vista cattolico.
    Per il resto, hai ragione: io intendevo dire che se l'Occidente secolarizzato e "tollerante" nei suoi costumi trova l'islam incompatibile ed estraneo a se stesso (e questo proprio in ragione delle sue radici), a maggior ragione lo è con la nostra fede religiosa.
    Poi è ovvio che l'Occidente è pur esso, per molti aspetti, contrario al cristianesimo. Ma questo non toglie che esso ha nella fede cristiana le sue radici e la sua identità.

  2. #22
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    «Nel mondo d’oggi Maometto....» et cetera
    Nel mondo d'oggi il Profeta non avrebbe probabilmente sposato Aish'ah bint Abu Bakr se non in maggiore età. Anzi, con molta probabilità avrebbe proibito questa pratica, come difatti ha fatto il suo discendente, il principe dei credenti Muhammad VI. Non a caso, nel promulgare il divieto di celebrare un matrimonio prima della maggiore età il re ha esordito dicendo: "Non ho il potere di proibire nulla di ciò che Dio ha obbligato, nè di obbligare nulla di ciò che Dio ha vietato", e di certo l'Islam non obbliga una donna a sposarsi a otto o nove anni. Se in certe zone del mondo (islamico e cristiano, come dimostrano diverse inchieste all'interno del fondamentalismo protestante americano) la pratica ormai non più in linea coi principi etici delle spose-bambine continua ad esistere, ciò non è imputabile alla sunnah (tradizione) del Profeta, ma ad una perdita del suo spirito, sostituita da una persistenza di costumi tribali giustificata da farisaica interpretazione della lettera. Lo spirito della sunnah del Profeta indica al contrario, e questo è universalmente riconosciuto dagli spiriti non di parte, il riconoscimento di una maggiore dignità della donna, che nell'Arabia dell'epoca si espresse con un certo atteggiamento, e che trasportato nel contesto odierno dovrebbe esprimersi con un modello analogo. Da qui la giusta e sacrosanta legge sul matrimonio di un vero interprete della Shari'ah come il re del Marocco, e l'affermazione secondo cui il Profeta stesso, se fosse giunto oggi piuttosto che millequattrocento anni fa, non avrebbe sposato Aish'ah a nove anni.

    Per il resto, forse la signora parlamentare austriaca non sa (ma l'ignoranza dei politici moderni è risaputa) che nell'Arabia del VII secolo dopo Cristo l'etica sessuale era diversa da quella dell'Europa odierna. Sottolineo odierna e non antica, perchè le cose non erano tanto diverse nel nostro Medioevo, e difatti non è un caso che la pur sempre attenta e nutrita polemica anti-islamica medievale non si ponga nessun problema circa la questione del matrimonio con Aish'ah (questione che non a caso si pone solo nei polemisti moderni).

    Curiosamente, quando il Profeta chiese in sposa Aish'ah, ella era già promessa sposa ad un altra persona, e i dubbi che Abu Bakr espressa circa la legittimità di una simile unione non riguardavano certo l'età della figlia, ma il fatto che lui e il Profeta si considerassero fratelli. La tradizione afferma infatti che il Profeta decise di sposare Aish'ah in seguito a un sogno che gli ingiungeva questo, e la motivazione di tale unione era quella di abolire l'antica usanza araba per cui due uomini che avevano stretto un'amicizia tale da considerarsi fratelli (quali erano appunto il Profeta e Abu Bakr) dovessero essere considerati dalla società come fratelli a tutti gli effetti, col relativo divieto delle nipoti a sposare i propri zii.

    Inquadrata nel suo giusto contesto (motivazione profonda del matrimonio + contesto storico che l'ha reso possibile + riflessioni sulla sua opportunità odierna alla luce dello spirito autentico del messaggio profetico), il matrimonio con Aish'ah non ha nulla di biasimevole o di scandaloso, se non in chi ha preconcetti di parte. I cristiani dovrebbero essere molto più cauti nel cavalcare queste ridicole affermazioni, specie perchè basta veramente molto poco al passaggio successivo: ovvero il ritorcerle contro di loro da parte del comune nemico ateo e modernista.

    Un saluto,
    Talib
    “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”

    Proverbio arabo

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Augustinus Visualizza Messaggio
    Poi è ovvio che l'Occidente è pur esso, per molti aspetti, contrario al cristianesimo. Ma questo non toglie che esso ha nella fede cristiana le sue radici e la sua identità.
    Concordo per quanto riguarda l'Occidente Medioevale. La società moderna, che è definita occidentale per mera semplificazione geografica, visto che essa è in realtà universalmente identica in Europa e negli Stati Uniti come in Giappone, in Cina, o in India non può certo avere origine del Cristianesimo. Ritegno che quando i vari teo-con/dem dicono una cosa del genere, in realtà insultino la grandiosa civiltà cristiana, espressa unicamente dai secoli aurei del Medioevo.
    “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”

    Proverbio arabo

  4. #24
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    Per fare un esempio molto vicino alla nostra cultura, l'ultimo Re di Napoli, Francesco II di Borbone, sposò "per procura" (cioè il "sì" fu pronunciato in Austria dall'ambasciatore napolitano) la futura regina Maria Sofia (che poi era la sorella della famosa imperatrice Sissi - sulla quale c'è un famoso film) in età (di lei) molto giovane, e la ragazza non aveva ancora raggiunto lo "sviluppo", per cui, in Austria e prima di partire per Napoli (via Trieste-Bari) la fanciulla fu sottoposta a bagni caldi ed altre pratiche che - si credeva, poi non so se sia vero - accellerassero l'arrivo di "quel" momento.
    Siamo negli anni '50 del 1800
    Allora il "matrimonio" non era valido e non lo è mai stato. Per la validità del Matrimonio è assolutamente necessario il consenso di entrambe le parti. Non è validi il "matrimonio" per procura:

    http://it.wikisource.org/wiki/Catech.../Il_Matrimonio

    È assolutamente necessario che questo consenso sia espresso con parole al tempo presente. Infatti il Matrimonio non è una semplice donazione, ma un patto scambievole; non può dunque bastare all'unione matrimoniale il consenso di uno dei due coniugi, ma deve essere mutuo. Ora è evidente che a esprimere il mutuo consenso dell'animo sono necessario le parole. Se il Matrimonio potesse sorgere dal puro consenso interiore, senza alcun segno esterno, quando due persone lontanissime consentissero nel progetto di Matrimonio, sarebbero subito strette in vincolo matrimoniale, anche prima di manifestare per lettera o per interposta persona la loro volontà; ciò è del tutto difforme dalla ragione, dalla consuetudine e dalle leggi della santa Chiesa.

    Siccome l'obbligo coniugale non è una pura promessa, ma una cessione, per la quale l'uomo trasmette realmente la potestà sul proprio corpo alla donna e questa a lui, ne segue necessariamente che il Matrimonio deve essere contratto con parole al presente, la cui forza perdura dopo che sono state pronunciate e lega indissolubilmente marito e moglie. Al posto però delle parole possono bastare alla validità del Matrimonio gesti e segni che indichino nettamente il consenso intimo e lo stesso pudico silenzio della fanciulla, quando parlino per essa i suoi genitori.
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    Domine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo et sanabitur anima mea

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Talib Visualizza Messaggio
    Nel mondo d'oggi il Profeta non avrebbe probabilmente sposato Aish'ah bint Abu Bakr se non in maggiore età. Anzi, con molta probabilità avrebbe proibito questa pratica, come difatti ha fatto il suo discendente, il principe dei credenti Muhammad VI. Non a caso, nel promulgare il divieto di celebrare un matrimonio prima della maggiore età il re ha esordito dicendo: "Non ho il potere di proibire nulla di ciò che Dio ha obbligato, nè di obbligare nulla di ciò che Dio ha vietato", e di certo l'Islam non obbliga una donna a sposarsi a otto o nove anni. Se in certe zone del mondo (islamico e cristiano, come dimostrano diverse inchieste all'interno del fondamentalismo protestante americano) la pratica ormai non più in linea coi principi etici delle spose-bambine continua ad esistere, ciò non è imputabile alla sunnah (tradizione) del Profeta, ma ad una perdita del suo spirito, sostituita da una persistenza di costumi tribali giustificata da farisaica interpretazione della lettera. Lo spirito della sunnah del Profeta indica al contrario, e questo è universalmente riconosciuto dagli spiriti non di parte, il riconoscimento di una maggiore dignità della donna, che nell'Arabia dell'epoca si espresse con un certo atteggiamento, e che trasportato nel contesto odierno dovrebbe esprimersi con un modello analogo. Da qui la giusta e sacrosanta legge sul matrimonio di un vero interprete della Shari'ah come il re del Marocco, e l'affermazione secondo cui il Profeta stesso, se fosse giunto oggi piuttosto che millequattrocento anni fa, non avrebbe sposato Aish'ah a nove anni.

    Per il resto, forse la signora parlamentare austriaca non sa (ma l'ignoranza dei politici moderni è risaputa) che nell'Arabia del VII secolo dopo Cristo l'etica sessuale era diversa da quella dell'Europa odierna. Sottolineo odierna e non antica, perchè le cose non erano tanto diverse nel nostro Medioevo, e difatti non è un caso che la pur sempre attenta e nutrita polemica anti-islamica medievale non si ponga nessun problema circa la questione del matrimonio con Aish'ah (questione che non a caso si pone solo nei polemisti moderni).

    Curiosamente, quando il Profeta chiese in sposa Aish'ah, ella era già promessa sposa ad un altra persona, e i dubbi che Abu Bakr espressa circa la legittimità di una simile unione non riguardavano certo l'età della figlia, ma il fatto che lui e il Profeta si considerassero fratelli. La tradizione afferma infatti che il Profeta decise di sposare Aish'ah in seguito a un sogno che gli ingiungeva questo, e la motivazione di tale unione era quella di abolire l'antica usanza araba per cui due uomini che avevano stretto un'amicizia tale da considerarsi fratelli (quali erano appunto il Profeta e Abu Bakr) dovessero essere considerati dalla società come fratelli a tutti gli effetti, col relativo divieto delle nipoti a sposare i propri zii.

    Inquadrata nel suo giusto contesto (motivazione profonda del matrimonio + contesto storico che l'ha reso possibile + riflessioni sulla sua opportunità odierna alla luce dello spirito autentico del messaggio profetico), il matrimonio con Aish'ah non ha nulla di biasimevole o di scandaloso, se non in chi ha preconcetti di parte. I cristiani dovrebbero essere molto più cauti nel cavalcare queste ridicole affermazioni, specie perchè basta veramente molto poco al passaggio successivo: ovvero il ritorcerle contro di loro da parte del comune nemico ateo e modernista.

    Un saluto,
    Talib
    Ti ringrazio della puntualizzazione.
    E' ben comprensibile che Maometto si sia sposato alla stregua delle usanze del suo tempo. Questo è indiscusso.
    Tuttavia, non è questo il punto della questione. Il fatto è che, ancor oggi, i pii musulmani, seguendo l'esempio del loro "profeta", si sposano o tentano di sposarsi con minorenni.
    In ogni caso, è una forzatura vedere gli abomini di alcune correnti protestanti, che, evidentemente, non hanno nulla a che vedere con la fede di Cristo. Son cose diverse.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da Eugenius Visualizza Messaggio
    Allora il "matrimonio" non era valido e non lo è mai stato. Per la validità del Matrimonio è assolutamente necessario il consenso di entrambe le parti. Non è validi il "matrimonio" per procura:

    http://it.wikisource.org/wiki/Catech.../Il_Matrimonio
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    Domine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo et sanabitur anima mea
    Attenzione, il matrimonio per procura è stato sempre considerato valido dalla Chiesa. Ovviamente il procuratore si esprime "al presente".
    Il can. 1104 § 1 c.i.c., che riprende la norma anloga del Codice piano-benedettino, è chiaro: "Per contrarre validamente il matrimonio è necessario che i contraenti siano presenti contemporaneamente, sia di persona sia tramite procuratore".
    Il canone successivo stabilisce:
    "§1. Per celebrare validamente il matrimonio tramite procuratore si richiede:
    1) che vi sia un mandato speciale per contrarre con una persona determinata;
    2) che il procuratore sia designato dallo stesso mandante e che egli adempia di persona il suo incarico.

    §2. Il mandato, perché sia valido, deve essere sottoscritto dal mandante e inoltre dal parroco o dall'Ordinario del luogo in cui il mandato viene dato o da un sacerdote delegato da uno di essi, o da almeno due testimoni; oppure deve essere fatto con documento autentico a norma del diritto civile.

    §3. Se il mandante non sa scrivere, lo si annoti nello stesso mandato e si aggiunga un altro testimone che firmi egli pure lo scritto; diversamente il mandato è invalido.

    §4. Se il mandante, prima che il procuratore contragga in suo nome, revoca il mandato o cade in pazzia, il matrimonio è invalido, anche se lo ignoravano sia il procuratore sia l'altra parte contraente
    ".

  7. #27
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    E' vero, ti ringrazio della precisazione

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  8. #28
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    Predefinito Meglio tardi che mai ....

    Si è innamorata di un uomo che non appartiene alla sua stessa tribù

    Arabia Saudita, si sposa dopo 40 anni
    Il padre aveva messo il veto sulle nozze


    Ora 60enne, era stata colpita da un «Athl», un solenne divieto emesso dal genitore. Il neo marito ha 80 anni


    RIYAD - L'amore è cieco e, soprattutto, vince. I luoghi comuni si sprecano per questa storia che sa tanto di fiaba. È però assolutamente vera, ha per scenario l'Arabia Saudita ed è stata raccontata dal quotidiano Al Watan. Protagonista una donna, che ha aspettato ben quarant'anni prima di coronare il suo sogno d'amore. Il fatto è che lei, ora 60enne, ha avuto la 'sfortuna' di innamorarsi di un uomo che non appartiene alla sua stessa tribù. Un fatto che in Arabia Saudita può suscitare scandalo, soprattutto nei più tradizionalisti. E il padre della nostra protagonista faceva sicuramente parte della categoria dato che ha emesso un «Athl» contro la figlia, ovvero un solenne divieto alle nozze. L'«Athl» è una norma tribale assai diffusa nel Regno saudita e l’imposizione di questi divieti è una prerogativa riservata ai maschi che esercitano il diritto di patria potestà sulle donne, in base ai dettami della «shariya», la legge islamica.

    «CHIUSA IN CASA» - Interpellata dal quotidiano locale, mentre si trovava al tribunale di Gedda, dove è stato firmato il contratto di matrimonio, la donna ha raccontato: «Sono rimasta senza matrimonio per tutto questo tempo, perché mio padre non voleva farci sposare. Con me sono rimaste zitelle le mie sorelle minori, di 57, 48 e 44 anni». La donna ha precisato che, dopo la morte del padre, 26 anni fa, in famiglia c’è stata «una certa apertura», ma che per poter accogliere proposte di nozze ha dovuto attendere la morte dell’ultimo zio, che per diritto transitivo aveva acquisito il potere di decidere sul destino delle nipoti, divenute "orfane". La donna, dopo avere ricordato una gioventù di sofferenza, «chiusa da sempre in casa», ha rivelato che il padre «faceva venire insegnanti a casa per insegnare il Corano, non permettendoci di andare a scuola». «Sono molte le donne nelle mie condizioni» ha sottolineato. E sul marito, ormai 80enne: «Sulle prime ero titubante, ma mi hanno convinto le sue figlie che mi hanno decantato le sue virtù».

    Fonte: Corriere della sera, 1.7.2008

 

 
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