Originariamente Scritto da
Talib
Nel mondo d'oggi il Profeta non avrebbe probabilmente sposato Aish'ah bint Abu Bakr se non in maggiore età. Anzi, con molta probabilità avrebbe proibito questa pratica, come difatti ha fatto il suo discendente, il principe dei credenti Muhammad VI. Non a caso, nel promulgare il divieto di celebrare un matrimonio prima della maggiore età il re ha esordito dicendo: "Non ho il potere di proibire nulla di ciò che Dio ha obbligato, nè di obbligare nulla di ciò che Dio ha vietato", e di certo l'Islam non obbliga una donna a sposarsi a otto o nove anni. Se in certe zone del mondo (islamico e cristiano, come dimostrano diverse inchieste all'interno del fondamentalismo protestante americano) la pratica ormai non più in linea coi principi etici delle spose-bambine continua ad esistere, ciò non è imputabile alla sunnah (tradizione) del Profeta, ma ad una perdita del suo spirito, sostituita da una persistenza di costumi tribali giustificata da farisaica interpretazione della lettera. Lo spirito della sunnah del Profeta indica al contrario, e questo è universalmente riconosciuto dagli spiriti non di parte, il riconoscimento di una maggiore dignità della donna, che nell'Arabia dell'epoca si espresse con un certo atteggiamento, e che trasportato nel contesto odierno dovrebbe esprimersi con un modello analogo. Da qui la giusta e sacrosanta legge sul matrimonio di un vero interprete della Shari'ah come il re del Marocco, e l'affermazione secondo cui il Profeta stesso, se fosse giunto oggi piuttosto che millequattrocento anni fa, non avrebbe sposato Aish'ah a nove anni.
Per il resto, forse la signora parlamentare austriaca non sa (ma l'ignoranza dei politici moderni è risaputa) che nell'Arabia del VII secolo dopo Cristo l'etica sessuale era diversa da quella dell'Europa odierna. Sottolineo odierna e non antica, perchè le cose non erano tanto diverse nel nostro Medioevo, e difatti non è un caso che la pur sempre attenta e nutrita polemica anti-islamica medievale non si ponga nessun problema circa la questione del matrimonio con Aish'ah (questione che non a caso si pone solo nei polemisti moderni).
Curiosamente, quando il Profeta chiese in sposa Aish'ah, ella era già promessa sposa ad un altra persona, e i dubbi che Abu Bakr espressa circa la legittimità di una simile unione non riguardavano certo l'età della figlia, ma il fatto che lui e il Profeta si considerassero fratelli. La tradizione afferma infatti che il Profeta decise di sposare Aish'ah in seguito a un sogno che gli ingiungeva questo, e la motivazione di tale unione era quella di abolire l'antica usanza araba per cui due uomini che avevano stretto un'amicizia tale da considerarsi fratelli (quali erano appunto il Profeta e Abu Bakr) dovessero essere considerati dalla società come fratelli a tutti gli effetti, col relativo divieto delle nipoti a sposare i propri zii.
Inquadrata nel suo giusto contesto (motivazione profonda del matrimonio + contesto storico che l'ha reso possibile + riflessioni sulla sua opportunità odierna alla luce dello spirito autentico del messaggio profetico), il matrimonio con Aish'ah non ha nulla di biasimevole o di scandaloso, se non in chi ha preconcetti di parte. I cristiani dovrebbero essere molto più cauti nel cavalcare queste ridicole affermazioni, specie perchè basta veramente molto poco al passaggio successivo: ovvero il ritorcerle contro di loro da parte del comune nemico ateo e modernista.
Un saluto,
Talib