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Maurizia Paradiso: "Voglio un posto in parlamento"
MILANO (18/01/2008) - «Sono milanese che più milanese non si può, sono iscritta alla Lega da due anni e ragiono in tutto e per tutto come loro, sono sicura di poter dare molto alla gente e per questo faccio un appello: Bossi, candidami in Parlamento per la Lega Nord!».
Maurizia Paradiso, il transessuale più famoso e amato d’Italia, creatore della “notte televisiva”, una parte di palinsesto che vent’anni fa i più nemmeno avrebbero immaginato potesse esistere, oggi è nelle librerie di tutta Italia con “I travestiti vanno in Paradiso” edito da Aliberti in cui racconta la sua vita controcorrente alzando il velo su un passato di abusi e violenze.
Sfidando la probabile crisi di governo e i referendum sul sistema elettorale chiede di entrare in politica. E attenzione: la signora è seria e determinata.
Cosa pensa della “questione Mastella”?
«Che ormai ci sia solo più una via d’uscita: elezioni subito. E che gli italiani cerchino di mettere le crocette al posto giusto…».
Lei chi voterebbe oggi?
«Finché c’era ho sempre votato Democrazia cristiana, oggi invece voto Lega Nord, il partito in cui sono iscritta da due anni. Ho fatto la tessera al bar sotto casa».
Ha mai partecipato a manifestazioni del partito?
«No, perché non volevo mettere in imbarazzo il vertice, ma quella gente e quella storia fanno parte di me».
Oggi cosa chiede?
«Voglio fare un appello a Umberto Bossi, persona che stimo moltissimo: sono una donna intelligente, che a cinquant’anni può dare ancora molto al proprio Paese. Voglio avere la possibilità di diventare parlamentare e cambiare le cose, lottando per un’Italia più giusta, non quella che sta sprofondando nell’immondizia».
In Parlamento c’è già l’onorevole Wladimir Luxuria….
«Iniziamo a chiamare le persone con il loro nome, per di più perché siedono nelle istituzioni: il signor Vladimiro Guadagno, questo è il suo vero nome, non gode della mia stima, anzi. Io sono assolutamente dalla parte dell’onorevole Elisabetta Gardini che non lo vuole nei bagni delle donne di Montecitorio. Ma da quando è possibile che un rappresentante del popolo si faccia chiamare con il nome d’arte? La politica è una cosa seria».
A proposito: nel suo libro parla di un misterioso onorevole…
«Sì. Sua moglie gliel’ho presentata io, faceva Vizi privati. Una volta mi ha detto: “Se tiri fuori una di queste foto ti uccido con le mie mani” ma io non ho mai tirato fuori niente. Quando è stato eletto mi ha voltato le spalle: “Io non me lo posso più permettere di stare con te, perché sono un deputato. Aspetto le prossime elezioni e poi tirerò fuori tutto».
Nome, nome.
«Preferisco di no».
Ci dica in quale partito milita, almeno.
«Forza Italia».
Inizia già a litigare con gli alleati?
«No, è che non amo l’ipocrisia. Per il resto se Bossi mi ascolterà sarà festa grande. Brinderemo con l’acqua del Po!».