Nel thread sul convegno revisionista di Teheran, alcuni hanno attaccato l'amico e compagno Mauro Manno che, avvertito, mi ha inviato il testo che segue, come risposta alle persone che hanno avuto qualcosa da dire sul suo conto.
Buona lettura.
1.
Chi scrive nei cessi?
Non sono un topo di internet. Scrivo dei pezzi sul sionismo, sul Medio Oriente, sulla Palestina, sulla lobby ebraica e la politica estera americana, che invio in giro sulla rete e noto che questi circolano trovando spazio su siti di destra e di sinistra, atei, cristiani, musulmani. A me non interessa molto come questi siti siano definiti, a me interessa il dibattito. Gli unici siti che non riprendono mai i miei pezzi sono i siti sionisti. In verità i siti sionisti, se qualche volta si occupano di me, lo fanno per riportare frasi di miei articoli, avulse dal contesto, e lo fanno per deformare il senso del mio pensiero, potermi attaccare e accusare delle cose più turpi che esistono solo nelle loro menti malate. Sono per carattere e convinzione disposto a discutere con chiunque ma non per questo assumo posizioni accomodanti. Sarei disposto a discutere con i sionisti e sono certo che li metterei in difficoltà: ho argomenti da vendere. Ma essi fuggono a qualsiasi confronto. La mia formazione è marxista e reputo ancora il Marx una fonte di ispirazione anche se penso che sarebbe da gran tempo venuto il momento di superare le analisi di Marx. In particolare mi piacerebbe discutere con persone serie le posizioni di Marx sulla religione. I marxisti avevano cacciato la religione dalla porta al grido di ‘oppio dei popoli’ ma la religione è rientrata con forza dalla finestra, come possiamo tutti vedere oggi. Altra cosa è, naturalmente, l’applicazione pratica che ha avuto il marxismo nella storia, in particolare in Russia. Sarebbe interessante, per esempio e solo per restare nell’ambito dei miei interessi, discutere con qualche sionista l’uso che del marxismo sovietico è stato fatto dagli ebrei ‘comunisti’ russi. Sarebbe interessante vedere come i ‘comunisti’ ex bundisti, veri criptosionisti, hanno portato, con le dirette o con le traverse, alla deformazione del concetto di nazionalità quando poco poco li riguardava, come siano riusciti a gestire la loro vendetta contro i loro nemici, utilizzando ai loro fini gli apparati repressivi sovietici, come sono riusciti a far deragliare la politica estera sovietica in Medio Oriente nel momento in cui questa doveva affrontare il problema della nascita dello stato di Israele, ecc.
Ma è solo pia illusione aspettarsi di poter discutere con un sionista. Il sionista la sua verità ce l’ha già. Non la discute. La impone agli altri attraverso la stampa ebraica (De Benedetti ti dice qualcosa?) e i ‘giornalisti’ sionisti (Mentana, Gad Lerner, Ferrara, Feltri, Mimoun, Paolo Mieli) tutti ben piazzati nei media pubblici e privati. Il sionista ha il suo dio bicefalo (in realtà un idolo bicefalo dal momento che stiamo parlando di un simulacro tutto materiale e terreno) e guai a chi glielo tocca. L’idolo bicefalo del sionista è da una parte Mammone e il potere della lobby ebraica di Wall Street e dall’altra Israele. Chi critica una delle due teste dell’idolo bicefalo ebraico viene accusato di essere antisemita e possibilmente spedito in prigione o all’altro mondo.
Un amico mi segnala alcune amenità sioniste che qualche calunniatore della razza eletta scrive su di me o su miei articoli. Non meriterebbero risposta ma bisogna accettare quello che la vita ci dà e allora facciamo lo sforzo di rispondere sperando che se non proprio il calunniatore ma qualcun altro in buona fede almeno ne tragga qualcosa di utile.
Mi fa ridere l’accusa che
“MANNO: PUBBLICA NEI CESSI DELLE STAZIONI FERROVIARIE!”
(http://www.politicaonline.net/forum/...&postcount=719 )
perché viaggio poco e non amo le stazioni ferroviarie. Che le frequenti e le ami invece l’accusatore? Non mi sorprenderebbe. Comunque io pubblico dove mi è possibile. Non ho certo i mezzi di pressione o il controllo dei media che ha la lobby ebraica. Personaggi ben più importanti di me, spesso ebrei antisionisti, vengono censurati o semplicemente negati e sono costretti a farsi pubblicare da case editrici marginali, qualche volta di ‘destra’, qualche volta di ‘estrema sinistra’. E allora eccoli lì il sionista malevolo (basterebbe sionista perché il sionista è sempre malevolo) ed il filosionista goy, che sparano a zero contro l’autore. Lo accusano di essere una nazista, un antisemita, un ‘ebreo che odia se stesso’ (che vuol dire?), uno che non merita di vivere. E perché di grazia? Per quello che ha scritto forse? No, assolutamente. Il contenuto è magari difficile da criticare e allora lo si accusa per aver pubblicato presso un sito di ‘destra’ o di ‘estrema sinistra’. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. E no! Troppo facile o miei bei mascalzoni sionisti, dovete giudicare il contenuto, dovete rispondere alle critiche, alle obiezioni.
Ma pare che non funzioni più la vostra disonesta tattica. Ne avete combinate tante che ora qualcuno si ribella è tàffete il libro di Mersheimer e Walt sulla lobby ebraica americana. Avete cercato di soffocare il dibattito sul nascere ma non ci siete riusciti. 4 o 5 o 12 mila (le valutazioni divergono) soldati goyim americani morti in Iraq per una guerra che i neoconservatori sionisti, la lobby ebraica USA e Israele hanno voluto e sostenuto (allo scopo di consolidare il dominio israeliano sul Medio Oriente) sono davvero troppi da accettare senza protestare. La prospettiva di un’altra guerra israeliana contro l’Iran in cui a morire saranno ancora gli stupidi goyim americani ed europei adesso fa riflettere. Il petrolio a 100 dollari fa ragionare gli stessi stupidi goyim, perfino gli ingenui filoebraici. Insomma il dibattito è aperto e non potete chiuderlo con le vostre accuse e calunnie. Non fanno più paura.
2.
Chi è negazionista?
Riporto per intero un’altra serie di calunnie gratuite a me dirette perché mi offrono l’occasione di chiarire meglio il mio pensiero.
Scrive un certo Kafka su Politicaonline:
Manno fa parte della combriccola di Moffa e compagni.
Se non era per i calci in culo affibbiati a Moffa e Faurisson se ne sarebbe ignorata l'esistenza.
Ma Manno, per sua fortuna, ha ricevuto da Faurisson e dagli scalmanati che gli hanno appioppato quelle 4 carocchie, una inaspettata notorietà del tipo di quella che Manzoni, con la domanda che pose in bocca a Don Abbondio, regalò a Carneade.
C'è però nello scritto di Manno qualcosa di vero: il "silenzio degli alleati", che è diventato innegabile, e le responsabilità di una parte dei dirigenti sionisti.
Ma già Primo Levi, ben prima di questo Manno, parlò di una "zona grigia" relativa a una parte del mondo ebraico.
Questo però con il negazionismo, amici miei, non c'entra niente.
(http://www.politicaonline.net/forum/...&postcount=721)
Lasciamo stare il linguaggio. A ciascuno il suo (ma per favore lo scrivente non si nascondesse dietro lo pseudonimo di Kafka, il quale in ben altro modo scriveva, ed altro pensava visto che era contrario al sionismo). Per rispetto al vero Kafka, chiameremo il calunniatore sionista solo K. Mi onoro di far parte della ‘combriccola di Moffa e compagni’ (vedrete presto che vi stiamo preparando). Tu piuttosto vergognati di giustificare gli “scalmanati che hanno appioppato quattro carocchie”. Un’aggressione fascista in piena regola nel migliore stile israeliano.
Quello che K. è costretto a riconoscere del mio articolo non è di poco conto. Egli naturalmente parla delle “responsabilità di una parte dei dirigenti sionisti”. Una parte? E no, caro il mio sionistello disonesto. Tutti i dirigenti sionisti, tutti i movimenti sionisti laburisti e non collaborarono con il nazismo a danno degli ebrei assimilazionisti. Sionisti socialisti di Weizmann e Ben Gurion e sionisti ‘revisionisti’ di Jabotinsky, Shamir e Begin, tutti. Ho riportato tutto per filo e per segno nel mio libro ‘La natura del sionismo’ (presto in ristampa con nuovi fatti e documentazione storica su questo punto). Primo Levi parlò di “zona grigia”? A si? Ben più di una zona grigia si trattava. Come abbia potuto limitarsi a parlare solo di zona grigia lui che è stato in un campo di lavoro è un mistero dell’ebraismo. Così come pure la conversione al sionismo delle stesse vittime dei sionisti. Solo l’idea che un ebreo che sbaglia debba essere perdonato dagli altri ebrei può spiegare un simile atteggiamento. Sotto vi è l’idea che gli ebrei sono comunque superiori ai goyim e che bisogna essere uniti contro i goyim. E perdonare a quelli della razza eletta che anche commettano dei crimini contro gli stessi ebrei. Come abbia fatto Primo Levi a ingoiare gli insulti dei sionisti quando ne è venuto a conoscenza (perché ne è venuto a conoscenza). Mentre lui marciva ad Auschwitz Itzaak Greenbaum dichiarava: “Una mucca in Palestina vale più di tutti gli ebrei d’Europa” [1] o ancora:
“Se chiedessero a me «Non si potrebbero usare i fondi del United Jewish Appeal per soccorrere gli ebrei d’Europa?» Io ho già detto NO! e ribadisco il mio NO!” [2]
“Se sapessi che è possibile salvare tutti i bambini (ebrei) di Germania portandoli in Inghilterra e solo metà di essi portandoli in Eretz Israel, allora opterei per la seconda alternativa”.[3]
Qualche anno prima il programma sionista per gli ebrei assimilazionisti era chiaro. Ecco cosa diceva Ben Gurion:
“Le speranze dei sei milioni di ebrei europei si fondano sull'emigrazione. Mi è stato chiesto: «Puoi portare sei milioni di ebrei in Palestina?' Ho risposto, 'No' ... Dal profondo della tragedia voglio salvare ... dei giovani [per la Palestina]. I vecchi passeranno. Sopporteranno il loro destino o non lo faranno. Sono polvere, polvere economica e morale in un mondo crudele ... Solo il ramo giovane sopravvivrà. Dovranno accettarlo»”.[4]
Non erano solo i sionisti di Palestina che operavano in questo modo crudele contro gli assimilazionisti ma anche i sionisti Usa che già avevano grande influenza presso i presidenti goyim. Ce lo ricorda uno storico ebraico, Lenni Brenner che scrive:
“Finanche nel 1943, mentre gli ebrei d'Europa venivano sterminati a milioni, il Congresso americano propose di istituire una commissione per studiare il problema. Il rabbino Stephen Wise, che era il principale portavoce sionista in America, si recò a Washington per testimoniare contro il progetto di legge perché esso avrebbe sviato l'attenzione (degli ebrei) dalla colonizzazione della Palestina. Si tratta dello stesso rabbino Wise che, nel 1938, in quanto dirigente del Congresso ebraico d'America, scrisse una lettera nella quale si opponeva a qualsiasi cambiamento della legislazione americana sull'immigrazione, cambiamento che avrebbe permesso agli ebrei di trovare accoglienza. In quella lettera scriveva: «Può essere d'interesse per voi sapere che alcune settimane fa i dirigenti delle più importanti organizzazioni ebraiche si sono riuniti in una conferenza ... Vi si è deciso che, in questo momento, nessuna organizzazione ebraica avrebbe sponsorizzato una legge destinata a cambiare in qualsiasi modo la legislazione sull'immigrazione»”. [5]
La legislazione che non doveva essere cambiata (nel 1943) era quella che restringeva enormemente l’immigrazione, compresa quella ebraica, negli Stati Uniti.
Cari ebrei o diventate sionisti ed emigrate in Palestina o alla morte; polvere siete in un mondo crudele. Certo crudele perché prima di tutto ci sono i sionisti.
Non valete più di una mucca in Palestina. Caro Levi, hai capito? Vorrei poterglielo chiedere. Come hai potuto perdonare? Ma forse non hai perdonato e hai scelto di morire precipitandoti dalla tromba delle scale del tuo palazzo torinese piuttosto che portarti dentro l’angoscia e la vergogna del sionismo dei tuoi fratelli della razza eletta.
Quale “Zona d’ombra” signor K? Non ci fare ridere!
E questo perché non c’entrerebbe col negazionismo? Il negazionismo è vostro, caro K perché voi negate questo passato. Lo tenete nascosto. I panni sporchi (e che sudiciume!) si lavano in famiglia vero? Meglio negare. Meglio tacere. Meglio non fare i conti. Qui siete voi che negate o addolcite la pillola (“le responsabilità di una parte dei dirigenti sionisti”, "zona grigia"). Perché non chiamare le cose col loro nome? Perché perdonare ai sionisti? Perché correre tutti a osannare Israele frutto del tradimento degli ebrei assimilazionisti (a milioni)? Solo il vostro atteggiamento razzista vi mette oggi tutti d’accordo. Siete tutta una “zona grigia”. E’ talmente forte il negazionismo nel vostro sangue che continuate a negare. Negate ancora la pulizia etnica dei palestinesi nel 1948. C’è voluto ‘un ebreo che odia se stesso’, lo storico Ilan Pappe per smascherare quel crimine contro l’umanità e chiamare la cosa col suo nome. Oggi lo perseguitate per questo. Negate ogni giorno i crimini di Israele e del suo esercito specializzato nell’uccisione dei bambini (perché lanciano pietre!).
Negate di aver organizzato l’aggressione gratuita all’Iraq. Negate. Negate. Negate.
E poi accusate di ‘negazionismo’ o ‘revisionismo’ chi contesta il numero dei morti ebrei nella II Guerra Mondiale. Dovete essere sempre sopra gli altri anche nelle cifre dei morti perché poi, come ha dimostrato un altro ‘ebreo che odia se stesso’, Norman Finkelstein dovete battere cassa in termini monetari e politici. Dovete imporre la religione dell’olocausto, i cui dogmi non possono essere contestati pena la prigione e l’ostracismo. Ma la montagna di negazioni e falsità che avete costruito sta cominciando a crollare e vi seppellirà!
Caro il mio K, ti preannuncio che presto scriverò un pezzo in cui, citazioni alla mano (di autori sionisti naturalmente), dimostrerò come il sionismo non derivi dall’antisemitismo, non ne sia l’antidoto, come pretendete. Il sionismo deriva dalla paura scatenata in molti ebrei dalla liberazione dal ghetto operata dalla Rivoluzione Francese. Deriva dall’opportunità reale offerta agli ebrei, per la prima volta nella storia, di assimilarsi, di diventare cittadini come gli altri. Il sionismo è la risposta razzista degli ebrei al pericolo dell’assimilazione. L’antisemitismo è stato un vostro alleato, la vostra ancora di salvezza e lo avete sfruttato, vi ci siete alleati contro gli ebrei assimilazionisti, meno importanti di una vacca in Palestina.
Prepara le tue calunnie K, prepara le tue negazioni.
A presto
mauro manno
[1] Itzaak Greenbaum, rivolto al Consiglio Esecutivo Sionista, il 18 febbraio 1943.
[2] Izaak Greenbaum – capo del Comitato di Soccorso dell'Agenzia Ebraica (Jewish Agency Rescue Committee) – rivolto al Consiglio Esecutivo Sionista, il 18 febbraio 1943.
[3] Ben Gurion nel suo discorso a un’assemblea di Sionisti Laburisti in Gran Bretagna nel 1938.
[4] Chaim Weizmann, futuro primo presidente di Israele, nel discorso al Congresso Sionista del 1937 nel quale riporta le sue risposte davanti alla Commissione Peel, Londra, luglio 1937. Citato in Yahya, p. 55.
[5] Lenni Brenner, Zionism in the Age of the Dictators, cap. 24.