Questa è una cosa che mi ha sempre incuriosito:
quando si affibiano certe etichette ad una persona lo si fa in base ad un esame, a dichiarazioni firmate, a opinioni personali? Dire che uno è "neonazista" presuppone:
a: che l'altro accetti la definizione
b: che ci siano prove inconfutabili per fare un affermazione del genere.
Bene, quali sono queste prove? Chi ne giudica la validità?
La domanda non è retorica. Si configurano, evidentemente, i reati di diffamazione.
PS Non conosco molto di Zündel ma non ho mai letto una sua dichiarazione di "nazismo" anche perchè dirsi "nazista" mentre si sta in galera tedesca, mi sembrerebbe grottesco, masochistico ed anacronistico.
No, Don Alfio, credo di saperne un po'. Se in un tribunale tedesco un avvocato che difende uno studioso revisionista chiede che siano fornite alla corta le prove di un fatto specifico attinente all'olocausto, può incorrere in una serie di contrattempi quali quelli di essere inquisito perchè ha dubitato di un fatto "storicamente acclarato" e che per la legislazione tedesca non può esser messo in dubbio pena il carcere.
Non faccio nomi né di autori né di siti perchè sono schifato dagli inciuci nati da un mio commento super-soft di 8 righe fatto a Manno.
Ma il fatto che l'avvocatessa sia neonazista lo ha scritto sul suo blog un autore filo-negazionista.
Zuendel è neonazista dichiarato, per giunta "grottesco" e "anacronistico". Non so se "masochistico"
Non lo nega lui e non lo nega nessuno
Lo ha detto e lo ripete
E Questo è uno dei suoi capolavori
1 - signora arba2
2 - cosa c'entra il mio pensiero, mai sentito parlare di LEGGI? e poi dire che la corte o i giudici meritano la pena di morte perchè servono il nemico ....
http://www.dw-world.de/dw/article/0,...058271,00.html
I fatti parlano da soli. In Germania vige una rigorosa libertà di espressione, i libri possono circolare liberamente, lo studio della storia è privo di censure e restrizioni.
Grazie Sig. Arba2 per la sua serietà.