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Discussione: Gustavo Rol

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    Predefinito Gustavo Rol

    Cosa ne pensate di questa figura considerato il piu' grande sinsitivo del Novecento e della sua teoria dello spirito intelligente che eleva l'uomo al di sopra sopra di ogni creatura terrena?


    Gustavo Adolfo Rol e la Chiesa cattolica*
    *Articolo anticipato, in una diversa versione e con il titolo redazionale "Rol, continua il mistero del sensitivo ‘buono’" su "Avvenire" del 14 marzo 2000


    Gustavo Adolfo Rol (1903-1994) — considerato da molti parapsicologi il più grande sensitivo del Novecento [1] - continua a far discutere da morto come avveniva quando era vivo. Sul Corriere della Sera del 12 marzo 2000 lo scrittore Alberto Bevilacqua ha tratto spunto dall’uscita di un volume di scritti di Rol curato da Caterina Ferrari [2] per prendersela con le "squallide denigrazioni" di certi "signori" - tra cui un "noto divulgatore" (con ogni evidenza Piero Angela, che lo scrittore però non nomina) [3] - i quali, chiusi in uno scetticismo miope, avrebbero attaccato e umiliato Rol.
    L'argomento non è semplice come può sembrare. I fenomeni paranormali di Rol hanno affascinato intere generazioni, hanno commosso e stupito molti grandi del mondo, ed è difficile credere che si sia trattato sempre e soltanto di mistificazioni. I molti che lo hanno conosciuto bene portano con sé il ricordo di un uomo onesto, disinteressato, che non ha mai chiesto denaro, anzi ha contribuito generosamente del suo alle cause benefiche che gli stavano a cuore. Gran signore, Rol si è mantenuto ai margini della ricerca parapsicologica accademica, così che oggi non abbiamo studi scientifici su Rol sul tipo di quelli condotti all'Università della California e altrove su altri sensitivi del ventesimo secolo. Leggendo l'introduzione di Giuditta Dembech agli Scritti per Alda [4] - una raccolta di testi di Rol indirizzati a una misteriosa donna amata - si ha l'impressione che il mancato incontro tra Rol e la parapsicologia universitaria non sia dipeso soltanto dal sensitivo torinese. Secondo la Dembech, quando Rol chiese al fisico Tullio Regge che gli venisse affiancato un ricercatore, ne ebbe in cambio l'invito a sottomettersi ai controlli di un illusionista [5]. Più tardi, un "giovane ricercatore dell'Università di Torino", che aveva cominciato a interessarsi a Rol, avrebbe ricevuto dai suoi superiori universitari il consiglio di non continuare la ricerca [6]. Certo, però, Rol preferiva vivere nella discrezione, e per altri sensitivi la strada della collaborazione con la ricerca scientifica è stata pubblica, faticosa e spesso anche umiliante. Così, la possibilità di "risolvere" il mistero di Rol è morta con lui. Né coloro che credono dogmaticamente a tutto quanto riferiscono i suoi sostenitori, né gli scettici di professione - che, non meno dogmaticamente, considerano a priori qualunque fenomeno paranormale come illusorio o fasullo - possono oggi veramente pensare di "provare" all'altra parte di avere ragione.
    Rol era infastidito da coloro che si interessavano esclusivamente ai suoi "fenomeni". Nel 1975 scriveva: "Dopo tanto tempo non ho costruito nulla in voi; ho soltanto colmato molte ore della vostra noia, vi ho dato spettacolo (...) Almeno un piccolo tentativo avreste pur potuto farlo, quello di muovervi verso di me o almeno verso le cose altissime che mostro a voi ciechi, egoisti, indifferenti a quel che succede" [7]. Ma quali erano le "cose altissime" che Rol "mostrava"? Spesso amava dire che il suo insegnamento sarebbe stato reso noto soltanto dopo la morte, ed è in effetti in questi anni che documenti inediti cominciano ad affiorare, anche se molto resta ancora da pubblicare. Rol si diceva credente e praticante, e certamente tra i suoi ammiratori si annoverano molti cattolici (alcuni dei quali noti e illustri). Quello che si sa delle sue idee lascia però molte perplessità. Trascuriamo pure il suo atteggiamento nei confronti dell'amore e del matrimonio - che prevedeva "matrimoni celesti", ma non puramente platonici, in presenza di legami matrimoniali preesistenti e del tutto validi [8] - che potrebbe attenere al semplice privato di Rol. Si (...)L'insegnamento di Rol è incentrato sulla nozione di "spirito intelligente" come realtà che è nel senso più vero "quello che siamo", e che rimane sulla terra anche dopo la morte. Il sensitivo torinese disprezzava certamente le sedute spiritiche comuni e "volgari", e tanto più i medium che operano per denaro. Tuttavia, non escludeva che gli "spiriti intelligenti" potessero manifestarsi dai "regni invisibili" [13], e partecipava a "sedute" [14] se riteneva che fossero immuni dai pericoli dello spiritismo volgare. Talora ne distruggeva la documentazione, proprio per non favorire la diffusione di quello spiritismo che riteneva pericoloso. Ma qualche cosa rimane. Giuditta Dembech riproduce per esempio a proposito di una poesia del sensitivo, La ruelle des chats, una annotazione manoscritta di Rol che la definisce "poesia scritta dallo spirito intelligente di uno studente afgano, vivente a Parigi. Seduta in casa Visca, 11-12 gennaio 1975" [15]. E a proposito di questa "seduta", Rol annota che "contemporaneamente, come nella precedente seduta (pochi giorni innanzi), si ottenne dallo spirito intelligente di Francisco Goya il disegno di una donna sdraiata (nella seduta di prima Goya disegnò il ritratto della duchessa d'Alba)" [16].
    Sarebbe sbagliato definire Rol semplicemente uno spiritista; e non solo per la sua reiterata presa di distanze dallo spiritismo (in cui, affermava, "vi è del vero (…) ma ancora troppo poco per farne una ‘dottrina’" [17]). La sua nozione di "spirito intelligente" si ritrova, al di fuori della tradizione propriamente spiritista, nell'ambiente teosofico e in vari filoni del New Thought anglo-americano. Lo "spirito intelligente" per Rol continua a esistere in una sorta di eterno presente: "La mela che Sempronio mangiava il 16 luglio 1329, esiste tuttora, non meno di quando era attaccata ai rami dell’albero e prima ancora che l’albero esistesse né col 16 luglio 1329 la sua funzione venne a cessare, poiché nel tutto che si accumula, ogni cosa rimane operante, Dio e i suoi pensieri essendo la medesima cosa e non potendo un aspetto separato di questa cosa modificare la natura della cosa stessa. Dio è eterno e inconsumabile, onnipotente e multiforme e noi, parte di Dio, siamo la stessa cosa che Dio" [18]. L’affinità con il mondo "akashico" di Rudolf Steiner (1861-1925) — più ancora che con la Teosofia, le cui affinità con il pensiero di Rol erano state notate già dal fratello Carlo (1897-1978), frequentatore a Buenos Aires della Società Teosofica Argentina [19] - sembra particolarmente evidente. Rol, del resto, definisce Steiner "forse il primo uomo che sia riuscito a farsi libero" [20] e l’antroposofia "scienza pura dello spirito nella stessa guisa che la scienza naturale è scienza della natura" [21]. E questo anche se Steiner, "l’inventore della scienza antroposofica", secondo Rol aprì "(…) solamente uno spiraglio (…) della massiccia porta di granito che separa l’uomo che vive dal mondo delle rivelazioni alle quali è destinato" [22].
    Questi riferimenti culturali di Rol sono a filoni certamente importanti nella storia culturale dell’Occidente, ma dove la visione del destino dell'anima (e non solo) è diversa e inconciliabile rispetto alla dottrina cattolica [23]. Quest'ultima - nelle sue espressioni magisteriali, che non vanno confuse con le affermazioni di singoli sacerdoti talora entusiasti di presunti fenomeni di contatto con i defunti - ripudia qualunque tipo di "seduta" e di medianità [24]. I cattolici hanno imparato fin dall'Ottocento a diffidare di chi propone scorciatoie per "provare" l'immortalità dell'anima - o dello "spirito intelligente" - e, con tutto il rispetto per l'onestà di Rol, le manifestazioni dello spirito di Goya, che disegna la duchessa d'Alba oltre cento anni dopo essere morto, o la "scienza pura dello spirito" di Steiner veramente non c'entrano con la fede cristiana. Tutto questo non è, né vuole essere, una presa di posizione nella polemica sul carattere reale o simulato dei "fenomeni" di Rol. Una soluzione soddisfacente per tutti ai quesiti sollevati da questa polemica, per i motivi accennati, è allo stato impossibile. E’ tuttavia importante distinguere fra i "fenomeni" e la dottrina di chi dei "fenomeni" è protagonista. La Chiesa cattolica insegna che la dottrina è ben più importante dei fenomeni apparentemente miracolosi nel giudicare della santità di un candidato alla beatificazione, o dell’attendibilità di una apparizione mariana. Certamente per un cattolico è sulla base della dottrina che si deve giudicare il significato di "fenomeni" apparentemente straordinari, e non viceversa.
    Gustavo Adolfo Rol è ora affidato alla misericordia infinita di Dio, e ci piace credere che questa saprà apprezzare le sue intenzioni, presumibilmente buone. Le dottrine cui fatalmente si accosta chi approfondisce la sua figura appartengono invece - al di là dei suoi personali desideri - a una tradizione metaphysical (nel senso anglosassone del termine) ed esoterica certo meritevole di essere studiata come componente importante della cultura occidentale moderna, ma altrettanto certamente alternativa rispetto alla fede della Chiesa.
    WaLd

  2. #2
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    Io credo che abbia ragione Mariano Tomatis:
    http://www.gustavorol.net/

 

 

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