Prodi a colloquio con Napolitano:
"Voto di fiducia anche al Senato"
giovedì 24 gennaio 2008, 130
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Roma - Lo scontro finale. Romano Prodi, incassata la fiducia della Camera ieri come previsto, vive una giornata cruciale per sé e il suo esecutivo. Prima il premier vede a Palazzo Chigi il numero uno dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, poi la sua agenda prevede a mezzogiorno un incontro con investitori stranieri fissato da tempo al St. Regis Grand Hotel. Nel mezzo, alle 10,40, il presidente del consiglio è salito nuovamente al Quirinale, accompagnato dal sottosegretario alla presidenza Enrico Letta, per valutare la situazione politica con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il colloquio è durato 45 minuti e il Professore l'ha definito: "Sereno e costruttivo, gli ho confermato che alle 15 sarò a Palazzo Madama". Anche se esiste sempre l'ipotesi di scegliere la via delle dimissioni prima del voto.
Il programma L’inizio della seduta in Senato è previsto alle 15 con la discussione generale, alle 17,45. Poi è in calendario la replica di Prodi, subito dopo le dichiarazioni di voto e alle 20 circa la votazione palese e per appello nominale. Non è chiaro al momento però se il premier deciderà di replicare, chiedere la sospensione della seduta e salire a dimettersi da Napolitano o se vorrà arrivare fino in fondo per conoscere comunque l’esito del voto.
Mussi: "Elezioni anticipate" "Cosa abbia deciso stanotte Prodi non lo so. Il problema è che si va alle elezioni anticipate e bisogna vedere esattamente per quale strada" commenta il ministro dell’Università Fabio Mussi. Il ministro paragona la situazione a un "Tom Tom che indica strade alternative. Forse ci sono due o tre percorsi diversi ma è del tutto evidente che si va a elezioni anticipate". Poi Mussi (Sd) attacca il Pd: "E' il partito di maggioranza del centrosinistra. È stato formato con l’annuncio della costituzione di una grande forza di stabilizzazione. Complimenti: un capolavoro politico. A tre mesi dalle primarie il governo è sull’orlo della crisi. I Ds, il maggior partito della sinistra, non ci sono più e con la formula 'il Pd correrà da solo' non c’è più l’Ulivo, non c’è più l’Unione e non c’è più un centrosinistra".