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  1. #101
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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    Non fu "subdulo". Bellarmino era uomo di ""scienza"" gli altri vedevano in quelle disquisizioni solo dottrina filosofica. Per cui trovavano certe argomentazioni contro la Dottrina dei Padri. La scienza ""galileiana"" invece è misura della natura creata di cui si prende atto e "contra factum non valet argumentum". Oggi si sa che una misura sperimentale non potrà mai andare contro la scrittura ed i padri essendo misura del creato stesso così come prodotto dal creatore. Il concetto di scienza sperimentale fu ben spiegato dal Galilei a Bellarmino ed i due si intesero! Bellarmino capì che Galilei non era un Bruno, l'uno misurava, l'altro congetturava e mischiava filosofia e dottrina eretica. Proprio ponendosi sul piano di Galilei Bellarmino e tutta la specola vaticana furono i primi ad aderire alla scienza moderna.
    ... e intanto Paolo V scrivea: "non doctrínam et opinionem docere aut defendere, seu de ea tractare; si vero non acquieverit, carceretur"

  2. #102
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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    Non fu "subdulo". Bellarmino era uomo di ""scienza"" gli altri vedevano in quelle disquisizioni solo dottrina filosofica. Per cui trovavano certe argomentazioni contro la Dottrina dei Padri. La scienza ""galileiana"" invece è misura della natura creata di cui si prende atto e "contra factum non valet argumentum". Oggi si sa che una misura sperimentale non potrà mai andare contro la scrittura ed i padri essendo misura del creato stesso così come prodotto dal creatore. Il concetto di scienza sperimentale fu ben spiegato dal Galilei a Bellarmino ed i due si intesero! Bellarmino capì che Galilei non era un Bruno, l'uno misurava, l'altro congetturava e mischiava filosofia e dottrina eretica. Proprio ponendosi sul piano di Galilei Bellarmino e tutta la specola vaticana furono i primi ad aderire alla scienza moderna.
    .. forse non sarà stato subdolo Bellarmino, ma sicuramente fu di tutt'altra opinione rispetto a quella di Paolo V...

  3. #103
    Ut unum sint!
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    Citazione Originariamente Scritto da polemiko Visualizza Messaggio
    .. forse non sarà stato subdolo Bellarmino, ma sicuramente fu di tutt'altra opinione rispetto a quella di Paolo V...
    Si ma il processo fu lungo ed articolato. Come ben saprai prima Galileo scrisse un trattato "sui massimi sistami del mondo..." che invito tutti a leggere. Simpatica (oggi) opera satirica ma per nulla scientifica. Nel frattanto le congetture Copernicane (anch'esse non scientifiche nel senso modernamente inteso) furo usate per trarne spunti filosofici e dottrine eretiche un pò ovunque, famoso in Italia è il caso di Bruno. Non mi stupisco se ad inizio '600 l'Inquisizione guardasse con attenzione a tutti questi eretici che distorcevano la concezione del mondo ormai accettata. Un libercolo satirico come quello galileiano, ove non fosse stato scritto da un eminente accademico di Chiara fama, sarebbe stato attaccato con più forza come opera eretica. Fu invece invitato Galileo a non mostrarlo in pubblico per non diverndere con verba e scritti dottrine in contrasto coi Padri. Fin qui la prima parte, l'obiezione di Paolo V e tutto quello che hai postato... tutto mostra come il quadro era quello di una disputa dottrinale tra uomili del '600, in cui l'idea del mondo nasceva da speculazione filosofica.

    Anni dopo fu Galilei a Ritornare con più convinzione sull'argomento, onde fu chiamato a Roma per difendere la sua posizione ed inquisito dal Card. Bellarmino, inquisitore di Bruno. Qui Galilei venne sua sponte e con carte e conti dimostro in maniera rigorosa la validirà del calcolo "copernicano" sulle orbite dei pianeti agli astronomi vaticani ed a Bellarmino stesso (anch'egli uomo di "scienza"). E cosa accadde? Accadde che Galilei convinse tali dotti della mbontà (e semplicità) dei calcoli e li convinse della validità del "principio di relatività" ed addirittura del concetto di "scienza sperimentale" come studio del creato. Ecco quindi le parole di Bellarmino... fu però obbligato ad ammettere che allo stato dei fatti non vi era dimostrazione alcuna e, poichè tale rivoluzione poteva turbare i piccoli in periodo di eresia e dare argomenti agli eretici che le sostenevano (per scopi non scientifico-sperimentali) Galilei non doveva più diffondere opuscoli satirici e difendere in pubblico una visione non provata dell'Universo pericolosa per la fede. Galileo accettò. Non fu mai torturato e trattato con sommo riguardo oserei dire "principesco" per tutto il periodo inquisitoriale.

    Sui Satelliti di Giove, durante il primo anno non si credette, come per le macchie solari etc... ma lo strumento di Galileo era ridicolo. Provate voi a guardare attraverso un rifrattorino di 15X di ingrandimento ed un diametro di 40cm Giove... e considerate che sicuramente starete guardando con delle ottiche moderne ed un oculare "kellner" che è il più economico ma superfantastico rispetto allo strumento rozzo di Galilei. I satelliti di giove erano degli impercettibili puntini sfocati. Inoltre quando Galilei li dovette mostrare agli astronomi incappo in un raro evento in cui tutti e 4 erano occultati dal pianeta e lo stesso Galilei entrò in crisi! Oggi tutti bravi a dire "evidenza" ma nel 600 convincere qualcuno che quello che guardavi attravenso uno strano tubo mai visto prima fosse "evidenza" non era operazione facile.
    Cmq dopo qualche decade ancora astronomi del calibro di Brahe si rifiutavano di avvalersi del telescopio e non parliamo certo di "papalini".
    Il tutto sa molto di discussioni tra uomini di un secolo che non conosceva il moderno concetto di scienza. Con Bellarmino la Chiesa, prima istituzione al mondo, lo accettò. Gli astronomi pontifici furono i primi ad usare, Galilei vivente, i suoi conti, ed anche il telescopio! I primi che usarono, Galilei Vivente, il telescopio e proprio i satelliti di Giove per calcolare le longitudini furono i gesuiti! Trovandosi in posti del globo sperduti e non essendo stati inventati i cronometri calcolavano la longitudine usando i tabulati delle orbite dei satelliti gioviani calcolate a Roma! Se Ganimede si eclissava a Roma alle 13.00 come previsto dalle tavole ed io In Brasile lo vedevo eclissarsi alle08.00 capivo la distanza in longitudine da Roma, mentre per la latitudine usavo il sestante.

    Questo proprio nel '600.
    UT UNUM SINT!

  4. #104
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    Un esempio (copio da astro.ita), a tale proposito, le missioni religiose che i Gesuiti andavano fondando in tutto il mondo. Proprio in una di queste Padre Matteo Ricci, dal 1600 in poi, lavoro` a stretto contatto con gli astronomi cinesi divulgando fra di essi le ultime e piu` importanti scoperte astronomiche occidentali (si era nel periodo della rivoluzione copernicana e dei primi utilizzi del cannocchiale di Galileo Galilei).

    Con Padre Ricci e con i Gesuiti l'astronomia occidentale divenne famosa e conosciuta in tutta la Cina a tal punto che, dopo una gara su chi, fra astronomi cinesi, arabi ed europei, fosse, con maggiore precisione, in grado di prevedere l'eclissi di Sole del 1629 (gara vinta da astronomi europei), l'imperatore decise, da quel momento, di affidare ai Gesuiti la compilazione, ma soprattutto la riforma, del calendario.

    A testimoniare questa grande fama raggiunta dai Gesuiti rimane ancora oggi a Pechino, vicino alla celebre piazza Tienanmen, un osservatorio astronomico intitolato a Matteo Ricci.
    UT UNUM SINT!

  5. #105
    ooooWAGLIONEoooo
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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    Non fu "subdulo". Bellarmino era uomo di ""scienza"" gli altri vedevano in quelle disquisizioni solo dottrina filosofica. Per cui trovavano certe argomentazioni contro la Dottrina dei Padri. La scienza ""galileiana"" invece è misura della natura creata di cui si prende atto e "contra factum non valet argumentum". Oggi si sa che una misura sperimentale non potrà mai andare contro la scrittura ed i padri essendo misura del creato stesso così come prodotto dal creatore. Il concetto di scienza sperimentale fu ben spiegato dal Galilei a Bellarmino ed i due si intesero!
    Ma in che senso Bellarmino si dimostrò uomo di scienza se alle argomentazioni di Galilei rispondeva, com'è documentato, coi versi della Bibbia? Perchè dici che s'intesero due che parlavano linguaggi completamente diversi?


    Proprio ponendosi sul piano di Galilei Bellarmino e tutta la specola vaticana furono i primi ad aderire alla scienza moderna.
    Non ti sembra di esagerare? Di fatto Bellarmino e tutta la specola vaticana hanno sotterrato Galileo e le sue idee, almeno in quel frangente storico.

    Infondo se oggi il vaticano avesse le stesse facoltà di allora, non costringerebbe all'abiura chiunque con i suoi studi e ricerche andasse contro le scritture? E allora dov'è il salto di qualità di Bellarmino? Anzi quale salto di qualità (processuale) fareste oggi?

    Nessuno.

  6. #106
    ooooWAGLIONEoooo
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    Riguardo poi al popolino da preservare.... gli scritti di Galilei erano diffusissimi, il popolo già li conosceva anzi in tutta Europa, in quegli anni, si era diffusa una mania per gli scritti astronomici (e astrologici ) proprio per l'apparizione in cielo di fenomen come le comete che suscitavano scalpore.

    Sai bene che clero e papa son più simpatici adesso al popolo che allora, quindi Bellarmino difendeva unicamente le scritture, non il povero popolino che di immacolato non aveva nulla.

    Il 1500 e successivi, per dirne una, furono i secoli di Pasquino -vox populi- che rinfacciava pubblcamente ai papi la loro omosessualità, vera o presunta. Altro che l'onta di un mancato discorso all'università. Ci siamo civilizzati parecchio.

 

 
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