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  1. #1
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    Predefinito Rilanciare l'economia del Paese

    La Nuova povertà

    E’ da molto tempo ormai che i dati ufficiali denunciano una crescita della indigenza in Italia e nonostante l’ottimismo spregiudicato del Governo (ormai ex) la dura realtà sta emergendo in tutta la sua crudezza. Le associazioni dei consumatori hanno recentemente calcolato che nel 2007 il potere d'acquisto delle famiglie sia calato in media di mille euro: dai dirigenti -1,4% ai quadri -3,5%, dagli impiegati -6,3% agli operai -7,9% e dai pensionati -15,5%. Questo nuovo anno ci promette uscite maggiori; secondo il Codacons una famiglia media spenderà mediamente 1.075 euro in più rispetto al 2007 a causa degli aumenti di luce: 45; gas 32; riscaldamento 140; carburanti 160; alimentari e bevande 400; trasporti (locali e nazionali) 120; RC auto 30; autostrade 28; servizi bancari 35; servizi pubblici locali (acqua, rifiuti...) 50; altro 35 (rincari del canone Rai e della revisione auto). Per i mutui a tasso variabile si stima infatti un ulteriore aumento medio di 240 euro all’anno. Non sono stati nemmeno calcolati eventuali aumenti Ici e addizionali Irpef, sempre in agguato se dovesse permanere ancora una politica economica come quella del passato governo Prodi. Secondo ADUSBEF e Federconsumatori, invece, la spesa 2008 per le famiglie italiane aumenterà di ben 1.700 euro. E’ evidente la grave crisi che sta investendo le famiglie italiane. Bisognerebbe abbassare i prezzi di almeno il 10%, tagliare la filiera produttiva, incentivare la vendita diretta produttore-consumatore, incrementare la concorrenza in tutti i settori critici, porre misure concrete per contenere le speculazioni in atto, ridurre la pressione fiscale.
    Il problema concreto è che in meno di cinque anni il potere di acquisto è calato di oltre il 10%. In particolare la perdita del potere d’acquisto è costante negli ultimi 5 anni, dall’introduzione dell’euro: -1,9% rispetto all’anno scorso, -3,8% rispetto al 2005, -5,8% sul 2004, -8% sul 2003, -10,7% sul 2002. In termini assoluti, in un anno la riduzione registrata è di 250 euro l’anno per chi guadagna 1.000 euro al mese, di 496 per chi ne guadagna 2.000, di 763 per chi ne guadagna 3.000, di 1048 per chi ha un reddito mensile netto di 5.000 euro. Inoltre gli stipendi italiani sono inferiori del 30-40% rispetto a quelli di Francia, Germania e Inghilterra e si pongono in fondo alla classifica dei paesi dell’Unione europea. In tale contesto è inevitabile che dilaghi la povertà: oltre 14 milioni di lavoratori vivono con meno di 1.300 euro al mese, mentre 7,3 milioni guadagnano addirittura meno di 1.000 euro senza contare i lavoratori flessibili- dai 3,5 ai 4.5 milioni- con stipendi molto al di sotto delle soglie contrattuali.
    Molto interessante uno studio recente dell’IRES in cui emergono numerosi dati su ci tocca riflettere: dal 2002 al 2007 i salari dei lavoratori si sono indeboliti di quasi 1.900 euro di cui 1.210 di riduzione di potere d’acquisto ed il resto di mancata restituzione del fiscal - drag. A tale drammatica situazione si è giunti a causa di una politica decennale inficiata dai continui accordi tra governo, Confindustria e sindacati che ha comportato aumenti contrattuali più bassi dell’inflazione reale, rinvii nel rinnovo dei contratti fino a 12 mesi per i settori privati e fino a due anni per quelli pubblici. La gravità di questa logica è palese: gli stipendi risulteranno sempre inferiori all’inflazione reale, con la conseguente perdita di potere d’acquisto per il lavoratore. Per concludere. E’davvero molto significativo il dato che confronta la crescita dei salari con quella dei profitti. Nel periodo 1995-2006 le retribuzioni sono cresciute nella media annua per dipendente dello 0,4%, mentre i profitti hanno segnato un + 8,1%. Dal 2004 al 2006 le grandi imprese hanno realizzato un incremento dei profitti del 63,5% , mentre quello dei salari non è andato oltre il 4,8%.
    Insomma il sistema capitalista nostrano ha funzionato alla perfezione! Ha creato ricchezza per i propri bilanci, non l’ha investita sul territorio e ha sfruttato la manovalanza! Perfetta sintesi degli accordi fra mondo economico, politica e sindacati. Se il lavoro dipendente è pagato troppo poco la colpa è dei sindacati che si sono accordati, negli anni, con le imprese per tenere bassi i salari. Ed adesso i medesimi fanno la voce grossa e minacciano lo sciopero generale ogni mese! Adesso lottino per adeguare le retribuzioni e le pensioni con l’inflazione effettiva, per contrastare le diverse forme di precariato, per avere affitti mensili reali e non gonfiati, per l’abolire l’Ici sulla prima casa, per un mutuo sociale per favorire l’acquisto di una casa. Vedremo poi se fidarci ancora di questi tutori dei lavoratori!
    Ecco quindi il nostro impegno per una riforma radicale sul prelievo fiscale che tocchi tre diversi punti: le famiglie, il territorio e le imprese.
    Se le famiglie sono la prima forma comunitaria di organizzazione sociale è giusto considerare la ricchezza di una famiglia nel suo complesso e non attraverso il reddito dei singoli componenti:
    a) Introduzione del quoziente familiare complessivo
    b) Abolizione dell’imposta di successione, indipendentemente dal reddito e dall’eredità ricevuta
    c) Riduzione del numero delle aliquote ed abbassamento del carico IRPEF per tutte le fasce di reddito
    d) Riduzione del prelievo in busta paga al fine di alzare i salari troppo bassi dei lavoratori dipendenti
    Per quanto riguarda il territorio, chi come noi crede che le politiche di sviluppo debbano essere strettamente legate al territorio non può considerare che si debbano unire virtuosamente tre concetti:
    a) Una fiscalità differenziata per il Mezzogiorno e le aree a minor sviluppo economico industriale da applicarsi attraverso riduzioni fiscali, che vadano a sostituire progressivamente il sistema degli incentivi e degli emolumenti provenienti dal Nord
    b) L’attuazione del cosiddetto federalismo fiscale secondo il principio giusto per cui una considerevole parte del gettito automaticamente rimanga sul territorio e venga in quel contesto amministrata e gestita
    c) Riduzione della fiscalità in quei Comuni che subiscono il problema dello spopolamento e dell’abbandono abitativo ed imprenditoriale
    Infine per le imprese, vogliamo sottolineare come una tassazione più equa favorisca lo sviluppo ed incentivi la crescita del nostro sistema imprenditoriale, mediante:
    a) L’abolizione dell’IRAP per le imprese artigiane, il commercio al dettaglio e le piccole e medie imprese
    b) La riduzione dal 33% almeno al 29% dell’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) per le imprese interamente Italiane
    c) Una nuova legge che porti alla detassazione quella parte di utili che le imprese, anche in consorzio tra loro e con enti pubblici e di diritto privato, investono in attività di formazione e ricerca
    Fabio Castano, portavoce Provinciale La Destra Varese


    http://www.ladestranews.it/vita-da-p...va-povert.html

  2. #2
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    Bene, a quanto pare dichiareremo guerra all'OPEC così i prezzi del petrolio scenderanno, occuperemo tutte le banche centrali del mondo in modo da gestire noi il costo del denaro e tutto si risolverà..

    Questo articolo evidenzia bene, come il Governo non abbia responsabilità alcuna nel problema sollevato.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Saint-Just Visualizza Messaggio
    Bene, a quanto pare dichiareremo guerra all'OPEC così i prezzi del petrolio scenderanno, occuperemo tutte le banche centrali del mondo in modo da gestire noi il costo del denaro e tutto si risolverà..

    Questo articolo evidenzia bene, come il Governo non abbia responsabilità alcuna nel problema sollevato.
    Almeno leggi prima di postare cazzate, si parla di misure concretamente attuabili.

  4. #4
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    Ecco quindi il nostro impegno per una riforma radicale sul prelievo fiscale che tocchi tre diversi punti: le famiglie, il territorio e le imprese.
    Se le famiglie sono la prima forma comunitaria di organizzazione sociale è giusto considerare la ricchezza di una famiglia nel suo complesso e non attraverso il reddito dei singoli componenti:
    a) Introduzione del quoziente familiare complessivo
    b) Abolizione dell’imposta di successione, indipendentemente dal reddito e dall’eredità ricevuta
    c) Riduzione del numero delle aliquote ed abbassamento del carico IRPEF per tutte le fasce di reddito
    d) Riduzione del prelievo in busta paga al fine di alzare i salari troppo bassi dei lavoratori dipendenti
    Per quanto riguarda il territorio, chi come noi crede che le politiche di sviluppo debbano essere strettamente legate al territorio non può considerare che si debbano unire virtuosamente tre concetti:
    a) Una fiscalità differenziata per il Mezzogiorno e le aree a minor sviluppo economico industriale da applicarsi attraverso riduzioni fiscali, che vadano a sostituire progressivamente il sistema degli incentivi e degli emolumenti provenienti dal Nord
    b) L’attuazione del cosiddetto federalismo fiscale secondo il principio giusto per cui una considerevole parte del gettito automaticamente rimanga sul territorio e venga in quel contesto amministrata e gestita
    c) Riduzione della fiscalità in quei Comuni che subiscono il problema dello spopolamento e dell’abbandono abitativo ed imprenditoriale
    Infine per le imprese, vogliamo sottolineare come una tassazione più equa favorisca lo sviluppo ed incentivi la crescita del nostro sistema imprenditoriale, mediante:
    a) L’abolizione dell’IRAP per le imprese artigiane, il commercio al dettaglio e le piccole e medie imprese
    b) La riduzione dal 33% almeno al 29% dell’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) per le imprese interamente Italiane
    c) Una nuova legge che porti alla detassazione quella parte di utili che le imprese, anche in consorzio tra loro e con enti pubblici e di diritto privato, investono in attività di formazione e ricerca

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da [Assalto] Visualizza Messaggio
    Ecco quindi il nostro impegno per una riforma radicale sul prelievo fiscale che tocchi tre diversi punti: le famiglie, il territorio e le imprese.
    Se le famiglie sono la prima forma comunitaria di organizzazione sociale è giusto considerare la ricchezza di una famiglia nel suo complesso e non attraverso il reddito dei singoli componenti:
    a) Introduzione del quoziente familiare complessivo
    b) Abolizione dell’imposta di successione, indipendentemente dal reddito e dall’eredità ricevuta
    c) Riduzione del numero delle aliquote ed abbassamento del carico IRPEF per tutte le fasce di reddito
    d) Riduzione del prelievo in busta paga al fine di alzare i salari troppo bassi dei lavoratori dipendenti
    Per quanto riguarda il territorio, chi come noi crede che le politiche di sviluppo debbano essere strettamente legate al territorio non può considerare che si debbano unire virtuosamente tre concetti:
    a) Una fiscalità differenziata per il Mezzogiorno e le aree a minor sviluppo economico industriale da applicarsi attraverso riduzioni fiscali, che vadano a sostituire progressivamente il sistema degli incentivi e degli emolumenti provenienti dal Nord
    b) L’attuazione del cosiddetto federalismo fiscale secondo il principio giusto per cui una considerevole parte del gettito automaticamente rimanga sul territorio e venga in quel contesto amministrata e gestita
    c) Riduzione della fiscalità in quei Comuni che subiscono il problema dello spopolamento e dell’abbandono abitativo ed imprenditoriale
    Infine per le imprese, vogliamo sottolineare come una tassazione più equa favorisca lo sviluppo ed incentivi la crescita del nostro sistema imprenditoriale, mediante:
    a) L’abolizione dell’IRAP per le imprese artigiane, il commercio al dettaglio e le piccole e medie imprese
    b) La riduzione dal 33% almeno al 29% dell’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) per le imprese interamente Italiane
    c) Una nuova legge che porti alla detassazione quella parte di utili che le imprese, anche in consorzio tra loro e con enti pubblici e di diritto privato, investono in attività di formazione e ricerca
    Cioè i prezzi aumentano ed invece di far ridurre i prezzi, questi diminuiscono le tasse, così oltre a non fermare l'aumento dei prezzi, lo si alimenta, poichè la gente potrà spendere ancora di più...

    Per non parlare del debito pubblico, ma chi ha governato per 5 anni il paese, non sa nemmeno cosa sia...

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da [Assalto] Visualizza Messaggio
    Ecco quindi il nostro impegno per una riforma radicale sul prelievo fiscale che tocchi tre diversi punti: le famiglie, il territorio e le imprese.
    Se le famiglie sono la prima forma comunitaria di organizzazione sociale è giusto considerare la ricchezza di una famiglia nel suo complesso e non attraverso il reddito dei singoli componenti:
    a) Introduzione del quoziente familiare complessivo
    b) Abolizione dell’imposta di successione, indipendentemente dal reddito e dall’eredità ricevuta
    c) Riduzione del numero delle aliquote ed abbassamento del carico IRPEF per tutte le fasce di reddito
    d) Riduzione del prelievo in busta paga al fine di alzare i salari troppo bassi dei lavoratori dipendenti
    Per quanto riguarda il territorio, chi come noi crede che le politiche di sviluppo debbano essere strettamente legate al territorio non può considerare che si debbano unire virtuosamente tre concetti:
    a) Una fiscalità differenziata per il Mezzogiorno e le aree a minor sviluppo economico industriale da applicarsi attraverso riduzioni fiscali, che vadano a sostituire progressivamente il sistema degli incentivi e degli emolumenti provenienti dal Nord
    b) L’attuazione del cosiddetto federalismo fiscale secondo il principio giusto per cui una considerevole parte del gettito automaticamente rimanga sul territorio e venga in quel contesto amministrata e gestita
    c) Riduzione della fiscalità in quei Comuni che subiscono il problema dello spopolamento e dell’abbandono abitativo ed imprenditoriale
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    a) L’abolizione dell’IRAP per le imprese artigiane, il commercio al dettaglio e le piccole e medie imprese
    b) La riduzione dal 33% almeno al 29% dell’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) per le imprese interamente Italiane
    c) Una nuova legge che porti alla detassazione quella parte di utili che le imprese, anche in consorzio tra loro e con enti pubblici e di diritto privato, investono in attività di formazione e ricerca
    sottoscrivo
    e aggiungo:
    si faccia in modo che per ogni persona sia utile ricevere scontrini e fatture dando la possibilità di detrarli dalla dichiarazione dei redditi
    in poche parole: lotta all'evasione fiscale

    un'altra cosa: togliere le tasse dagli straordinari che uno fa al lavoro
    in poche parole: meritocrazia

  7. #7
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    “La Destra” con Pagliarini va all'attacco delle caste

    CODOGNO Fedeli e leali a Silvio Berlusconi. Ma sempre però vigili “sentinelle” di una politica che combatta i privilegi “della casta” (anche quella del centrodestra) e si muova in nome di valori come federalismo, legalità, meritocrazia e trasparenza. “La Destra” torna in piazza per mostrare chiara la sua identità. E a Codogno fa arrivare pure alcuni dei suoi “pezzi da novanta”: ieri mattina, in piazza XX Settembre, a distribuire volantini c’erano l’ex ministro leghista Giancarlo Pagliarini (ora “cavallo di razza” de “La Destra”), raggiunto poi dall’ex assessore alla salute del comune di Milano Carla De Albertis. Assente, invece, Sabina Negri: l’appoggio dato al partito di Storace dalla sanfioranese ex moglie del leghista Roberto Calderoli nei giorni scorsi ha scatenato un vero “putiferio” nel centrodestra. A gettare acqua sul fuoco ieri è stato il portavoce provinciale del partito Angelo Bertoglio, affiancato da quello cittadino Francesco Sari: «Non c’è alcuna adesione ufficiale a “La Destra” da parte di Sabina Negri- così Bertoglio -. La sua, piuttosto, è stata una personale dichiarazione di favore al progetto federalista del partito». Peraltro, proprio il progetto federalista de “La Destra” ieri è stato il grande protagonista. «Il nostro Paese è sempre più povero e sempre meno competitivo - così Pagliarini -. La colpa? È dell’organizzazione stessa dello Stato italiano. Quel di cui c’è bisogno è un autentico federalismo. Lo stesso che, al di là della tassa “per i servizi” e di quella ”per la solidarietà” da pagare allo Stato, manterrebbe in ogni regione tutte le altre tasse». Per “La Destra” federalismo fiscale fa poi rima con lotta agli sprechi. Proprio la De Albertis è responsabile nazionale del Dipartimento di tutela del cittadino con cui “La Destra” intende combattere “la casta”. Anche quella del centrodestra. «Perché siamo con la Casa delle Libertà ma liberi però nel discutere a viso aperto anche con gli alleati delle cose che non vanno», così la De Albertis. Domenica “La Destra” replica a Sant’Angelo, con l’ex ministro leghista atteso in piazza dalle 10 alle 12. L. L.



    Tratto da Il Cittadino del 28/01/07

  8. #8
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    LA DESTRA BERGAMASCA. 10 MOTIVI PER ANDARE SUBITO ALLE ELEZIONI

    Elezioni subito è la soluzione più responsabile per voltare pagina e avviare prestamente, l’Italia e gli italiani, fuori del baratro e dal declino in cui il governo Prodi ha spinto il Paese.

    1. Elezioni subito per attuare una politica economica che, nell’immediato, argini il grave malessere sociale ed economico cui sono state sottoposte larghe fasce della popolazione. Una politica economica che abbassi drasticamente la tassazione sul lavoro perseguendo due
    obiettivi: l’aumento dei redditi medio – bassi rilanciando i consumi delle famiglie e alleggerire il costo del lavoro alle imprese.

    2. Elezioni subito per ridare ai giovani un degno futuro, per debellare ogni precarietà, per introdurre meritocrazia e sconfiggere nepotismo e raccomandazioni.

    3. Elezioni subito per attuare una politica più decisa sia sulla sicurezza, sia sull’immigrazione, perseguendo due obiettivi: bloccare l’involuzione sul fronte della diffusa illegalità; regolare i flussi migratori, espellendo clandestini e favorendo immigrati di cultura e fede cristiana. Per intenderci bene vogliamo attuare la stessa politica sulla immigrazione del Governo Spagnolo, perseguita dal Primo Ministro Zapatero.

    4. Elezioni subito per attuare una politica di liberalizzazioni perseguendo due obiettivi: ridurre le bollette di gas, energia elettrica, raccolta rifiuti, acqua, telecomunicazioni, pedaggi autostradali; Per costringere i cosiddetti “capitalisti delle rendite” ad investire e competere nel e sul mercato. “Capitalisti delle rendite” cui il primo governo Prodi del ’96 ha regalato, con le privatizzazioni, gli asset industriali più strategici del Paese.

    5. Elezioni subito per l’abolizione dei canoni Rai e Telecom.

    6. Elezioni subito per attuare una politica d’indirizzo sulle società controllate o partecipate degli Enti Locali (le cosiddette piccole IRI), razionalizzandole e ristrutturandole, per tagliare costi e sprechi. Per intenderci bene la nostra Provincia di Bergamo, per mantenere e ripianare i bilanci in rosso della società ABM, a Luglio del 2007 ha spostato, dal bilancio della Provincia 2 milioni di euro e, all’inizio del 2008, chiede di spostarne altri 2 milioni di euro!

    7. Elezioni subito per tagliare le spese correnti di Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Enti Consortili ecc. Riducendo le consulenze, le funzioni inutili e gli spechi. Per farci intendere bene la sola Provincia di Bergamo, con i suoi 900 dipendenti e la sua struttura spenderà, nel 2008, ben 187 milioni d’euro di spese correnti, su una previsione di bilancio di 308 milioni d’euro!

    8. Elezioni subito per tagliare i costi enormi del sistema politico riducendo drasticamente gli emolumenti di Deputati e Senatori. I costi megagalattici della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le folli spese della Presidenza della Repubblica. Tagliare, almeno della metà, gli stipendi di Presidenti, Assessori e Consiglieri Regionali assieme a quelli di Province e Comunità Montane. Per intenderci bene basti pensare che il Presidente della Regione Puglia, il rifondarolo Nichi Vendola prende uno stipendio di 24.619,94 euro mensili! Dimezzare stipendi di Sindaci, Assessori e consiglieri dei Comuni. Per intenderci bene vogliamo tagliare i costi spropositati denunciati nel famoso libro “LA CASTA”. Sempre per intenderci bene nella sola Provincia di Bergamo l’emolumento del Presidente è pari a 9.600 euro il mese, mentre i 14 Assessori hanno uno stipendio di 6.000 euro il mese! e i Consiglieri, che partecipano a tutte le Commissioni ne percepiscono 2.500 euro il mese! Non possiamo più sopportare queste ingiustizie. Per esempio come l’ultima, per fortuna, del governo Prodi che ha previsto investimenti, nei prossimi 5 anni, di 500 milioni d’euro per l’edilizia popolare, mentre i bilanci delle sole due Camere del Parlamento, ammontano a 1 miliardo e 600 milioni di euro per il solo 2007!!!!

    9. Elezioni subito per riportare la politica da Marte sulla Terra. Per portare nelle Istituzioni Repubblicane, personale politico competente, efficiente, credibile e, possibilmente, onesto.

    10. Elezioni subito per l’elezione di un governo di centro destra guidato da Silvio Berlusconi, per ridare fiducia alle famiglie e per rilanciare sviluppo economico e competitività del sistema Paese. Per rilanciare gli investimenti nelle infrastrutture. Per attuare finalmente le attese riforme della Giustizia, della Scuola, della Sanità. Per introdurre l’agognato Federalismo Fiscale. Per ridare speranza a tutto il popolo italiano. Per sconfiggere la rassegnazione al declino. Per mandare a casa per sempre le sinistre; in primis quelle che hanno coperto di rifiuti Napoli e la Campania per mandare a casa i Pecoraro Scanio, i Bassolino, le Jervolino.

    Questi sono i motivi che LA DESTRA bergamasca pone ai laboriosi ed onesti cittadini bergamaschi. LA DESTRA è dalla parte dei cittadini contro tutte le “caste”. Alle elezioni SUBITO!!!

    Avv. Andrea Cologno Portavoce della Federazione di Bergamo


    http://www.ladestrabg.it/2008/01/10-...bito-alle.html

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Saint-Just Visualizza Messaggio
    Cioè i prezzi aumentano ed invece di far ridurre i prezzi, questi diminuiscono le tasse, così oltre a non fermare l'aumento dei prezzi, lo si alimenta, poichè la gente potrà spendere ancora di più...

    Per non parlare del debito pubblico, ma chi ha governato per 5 anni il paese, non sa nemmeno cosa sia...
    Solo una sinistra vecchia e ideologica può fare ragionamenti come quelli che fai Tu. Parlo di sinistra vecchia, perchè in Paesi più sviluppati del nostro, esistono sinistre più moderne che esprimono posizioni diverse da quelle a cui ormai siamo abituati in Italia.

    I prezzi li decide il mercato e un qualsivoglia governo deve soltanto pensare ad aumentare il potere d'acquisto di salari e stipendi, oltre naturalmente a dare fiato alle imprese e tutto ciò non può che passare attraverso una riduzione della pressione fiscale e una lotta severa agli sprechi. Tutti quei Paesi che, guardacaso, hanno economie più solide della nostra, quando avvertono dei rischi di rallentamento economico, non fanno altro che rilanciare i consumi. Per Te è negativo il fatto che le persone possano spendere di più? Mah........

 

 

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