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  1. #21
    squadrista nel fantabosco
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    Trovato questo, nn esprimo giudizi.

    http://www.torinochelotta.tk

  2. #22
    CON LA RESISTENZA!
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    Citazione Originariamente Scritto da Rio81 Visualizza Messaggio
    Trovato questo, nn esprimo giudizi.

    http://www.torinochelotta.tk
    tu non ne sai niente?
    bravi ai ragazzi di lotta studentesca!
    davvero ottimi!

  3. #23
    UltimoVessillo
    Ospite

    Predefinito E' TEMPO CHE VENGA LIBERATO IL "tempio".

    Citazione Originariamente Scritto da LupaNera Visualizza Messaggio
    eh già...poi dopo uno si domanda perchè è schifato da quest'ambiente
    OTTIMO 3D COMPLIMENTI. IL DISGUSTO DI CUI SOPRA, X QUANTO MI RIGUARDA, CREDO SIA LO STESSO NEL PESO E NELLA MISURA. L'AMBIENTE TROPPE VOLTE NON SOLO DELUDE, DIVIDE, ALLONTANA... LA TRAGEDIA DEL POPOLO PALESTINESE, I CRIMINI PERPETRATI DALLA POTENTISSIMA ENTITA' ECONOMICOMILITARE SIONISTA NN SOLO IN TERRA SANTA. DIMOSTRA LA COMPLETA SUDDITANZA EUROPEA, LA TIMOROSA COMPLICE POLITICA ITALIOTA, AL CONTRARIO EVIDENZIA -posto ce ne fosse bisognoIN MANIERA PIU' NETTA LA CONDIZIONE IN CUI VERSA OGGI la colonizzata nostr.NAZ. RITENGO TUTTAVIA SACROSANTO E AUSPICABILE "IL PUNTO FERMO" CHE VADA OLTRE I PREGIUDIZI BASATI E FIORENTI SULL'"JGNORANZA" CHE FA SOLO IL GIUOCO DI TUTTI COLORO A CUI DOBBIAMO LA SVENDITA DI UN PAESE LO SI CONDIVIDA O NO . HA COMBATTUTO CONTRO IL CAPITALISMO E COLORO CHE PIU' DI 60 ANNI FA AVEVANO GIA' DECISO LA SPARTIZIONE DEL VECCHIO CONTINENTE NEL RUOLO DI MERCATO. CMQ IN MERITO AL BOIKOT NOI DI enclave mediterranea faremo doverosamente la ns parte. Eja ultima.

  4. #24
    CON LA RESISTENZA!
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    guarda guarda....


    10-02-2008

    Lettera al Manifesto





    "Avere come ospite d’onore l’uno senza l’altro sa di partigianeria. A favore di Israele".




    di Anna Maria Palermo*



    Mi stupiscono e mi preoccupano i toni della discussione che la questione sul boicottaggio della Fiera del libro di Torino hanno assunto.


    Mi stupisce e mi preoccupa che anche sul Manifesto, mi riferisco in particolare all’articolo di M. Ciotta del 7 febbraio scorso, passino messaggi distorti, attraverso i quali si lascia intendere che coloro i quali propongono il boicottaggio della Fiera del libro (e mi pare chiaro che il boicottaggio è contro una particolare scelta degli organizzatori e non contro gli scrittori israeliani o eventuali altre “persone scelte come bersaglio”, di cui parla Ciotta) sono in pratica accusati di volere “che Israele cessi di essere”, che “la sua esistenza è da mettere in causa”, che “il dialogo debba essere precluso”, o che addirittura sono “portatori della cultura della morte”.


    Ma di che stiamo parlando? Sono d’accordo, i giornalisti del Manifesto, che la fiera del libro di Torino abbia Israele come ospite d’onore, nel sessantesimo anniversario della sua fondazione?


    Come non mettere in relazione la nascita dello stato di Israele con l’inizio della persecuzione e della sistematica volontà di annientamento del popolo palestinese?


    Si può non essere d’accordo sul boicottaggio (forma di lotta, non violenta, a mio parere più che legittima), ma dal mio da sempre giornale mi sarei aspettata una qualche proposta alternativa. O preferivate il silenzio?


    L’assemblea Generale dell’ONU, nel novembre del 1947, con la risoluzione 181, proclamò la nascita di due stati: quello d’Israele e quello Arabo.


    Dopo 60 anni, di uno festeggiamo la fondazione mentre l’altro, semplicemente, non esiste.






    Si sarebbe potuto proporre agli organizzatori della manifestazione torinese di avere come ospiti d’onore entrambi gli stati: Israele e il mai nato stato Palestinese. E riconoscerne così la sua altrettanto legittima esistenza. Sarebbe stato un atto di coraggio, per ricordare anche i 60 anni di persecuzione di un popolo e le responsabilità internazionali per non riuscire o non voler fermare la strage.


    Due popoli, due stati: fino a quando non si saranno costruite la condizioni per una pace vera e duratura in Palestina, compito di qualunque istituzione dovrebbe essere quello di contribuire a mantenere alta l’attenzione, anche attraverso azioni simboliche.






    Avere come ospite d’onore l’uno senza l’altro sa di partigianeria. A favore di Israele.










    * senatrice PRC-SE



    www.infopal.it

  5. #25
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    “Perché il mondo permette ad Israele di fare quello che fa?”
    Polemiche e boicottaggio sulla prossima Fiera del Libro di Torino
    di Sergio Cararo *



    L’edizione 2008 della Fiera del libro di Torino sarà dedicata ad Israele. Questa è la decisione presa dal consiglio di amministrazione dell’evento in programma per la metà di maggio.

    La decisione ha suscitato prima preoccupazioni e poi la messa in campo di iniziative di controinformazione e boicottaggio da parte di diverse associazioni di solidarietà con il popolo palestinese (Forum Palestina, International Solidarity Movement, UDAP etc.)

    In discussione – ovviamente – non è la Fiera del Libro nè la presenza di scrittori e autori israeliani. Tenendo conto che gli attivisti e gli intellettuali solidali con i diritti storici dei palestinesi appartengono a quella ristretta “nicchia sociale” di frequentatori di librerie e lettori di libri, difficilmente possono essere accusati di prevenzione ed ostilità verso la più importante – anche se appare sempre più ipotecata dal marketing che dalla qualità delle proposte editoriali – manifestazione italiana del settore.

    A essere contestata è la decisione di dedicare questa edizione ad uno stato come Israele in occasione dei sessanta anni dalla sua nascita, cioè di un evento che nessuno può omettere nelle sue ricadute concrete sui diritti dei palestinesi che la definiscono appunto come Nakba (la catastrofe). Ma non è questa l'unica ragione di "inopportunità". Occorre infatti tenere conto anche di un contesto odierno in cui la politica di oppressione coloniale, di discriminazione razziale e di “politicidio” (per usare le parole di Kemmerling) contro i palestinesi è diventata ancora più spietata e “normale” di quanto lo fosse anni fa.

    Il quotidiano stillicidio di palestinesi ammazzati dai soldati, dagli aerei o dai droni israeliani a Gaza dovrebbe già di per sè far riflettere e indignare. Solo la sistematica subalternità delle agenzie di stampa ai bollettini ufficiali delle forze armate israeliane riesce a trasformare in “terroristi” pastori palestinesi o coppie di fidanzati uccisi perchè si sono avvicinati troppo al confine israeliano o bombardati nelle loro case. Il progetto di strangolamento e annientamento militare, economico, umano dei palestinesi di Gaza da parte delle autorità israeliane è evidente e non si può accettare alcuna impossibile simmetria con il lancio dei rudimentali razzi palestinesi che producono più rumore che danni. Non esiste e non può esistere nessun paragone al riguardo, i fatti non lo consentono. Ma il silenzio e la complicità politica ed intellettuale consente queste ed altre aberrazioni.

    In Cisgiordania – ad esempio – mentre tutte le diplomazie e i mass media si sforzano di presentare una situazione tranquilla e normale dovuta alle buone relazioni e ai negoziati tra l’ANP e il governo israeliano, la cronaca ci regala ogni giorno notizie di arresti, soprusi, raid israeliani contro le città palestinesi. Sulla base di quale presupposto la comunità internazionale dovrebbe accettare questa “normalità”?

    Dedicare la Fiera del Libro ad Israele nel 2008 significa legittimare uno stato di cose inaccettabile da ogni punto di vista, ma soprattutto significa accettare il tentativo di rendere Israele uno stato “normale” mentre non lo è e difficilmente appare in grado di diventarlo, ostaggio com’è dei circoli sionisti e oltranzisti che ne determinano le scelte strategiche e il rapporto verso i palestinesi e il resto dei paesi circostanti.

    A maggio dunque la Fiera del Libro di Torino dovrà fare i conti con una iniziativa di contestazione forte e dispiegata a tutti i livelli. Dalle pressioni sul marketing al boicottaggio delle case editrici che accetteranno di esporre alla fiera senza prendere una posizione decente sulla inopportunità di dedicarla ad Israele, dall’allestimento di un contro-salone del libro alternativo a quello ufficiale a manifestazioni all’interno e all’esterno del padiglione della Fiera.

    Da qualche parte la coscienza civile ed internazionalista di questo paese dovrà pure cominciare a darsi e a fare coraggio a tutti coloro per i quali vale la domanda con cui lo storico israeliano Ilan Pappe concluse una sua conferenza a Tokio nel marzo 2007: “Perché il mondo permette ad Israele di fare quello che fa?”.


    * (co-fondatore del Forum Palestina)


    N.B. Da richiesta della redazione, il presente articolo uscirà sul settimanale "La Rinascita della sinistra" della prossima settimana.

    www.forumpalestina.org

 

 
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