“BERLUSCONI VINCERÀ LE ELEZIONI E VELTRONI SI METTERÀ A FARE IL PORTAVOCE DI TRAVAGLIO”
Francesca Schianchi per La Stampa

Chiude tra applausi, qualche risata e richieste di invito ad altre iniziative. Sulla soleggiata terrazza del palazzo di Sant’Andrea delle Fratte, il relatore lancia l’ultimo affondo sulla magistratura che condiziona la politica: «Se non si prende di petto il problema, Berlusconi vincerà le elezioni e Veltroni si metterà a fare il portavoce di Travaglio...». Cappotto cammello e coppola in testa, il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, se ne va dopo aver tenuto la sua lectio in una sede inaspettata, l’ex quartier generale della Margherita e presto del Partito democratico.

Ha parlato nel corso di formazione per under 40 promosso da “Carpe Dem”, associazione nata nel Pd per iniziativa del deputato Roberto Giachetti: incontri con personaggi trasversali, ad ascoltare una quarantina di giovani del Pd, da Chieti a Reggio Calabria.

Così, ieri, dopo l’economista Nicola Rossi e il ministro Pierluigi Bersani, a fine mattinata sale in cattedra lui, il fomentatore di discussioni come quella sul partito senza tessere: lui l’ha proposto, Veltroni ha interloquito, tutti da mesi a parlarne. Tanto che anche Massimo D’Alema ieri si è spazientito: «Quando sento che i consigli ce li dà il principale consigliere del nostro avversario, qualche dubbio viene».

Eccolo Giuliano Ferrara, l’“indipendente”, come si definisce («anche se non è un mistero che sono amico di Berlusconi») nella tana del Pd. Nella stessa sala, due settimane fa, si era presentato a sorpresa per assistere alla riunione, in teoria a porte chiuse, della Commissione Manifesto dei Valori. Scompiglio tra i notabili del Pd e perfino voto (positivo) per farlo entrare. Ieri invece era regolarmente invitato: un impegno preso da prima di Natale, tema l’analisi del rapporto tra politica e nuove generazioni.

Davanti alla ristretta ma attentissima platea, analizza la teoria della politica: «La vera domanda è come garantire la giustizia: che riguarda tutto, se sia giusto l’aborto o la scelta degli embrioni o il fatto di smettere di curare per selezione». Ricordando che «nessuno ti regala niente», e via con gli esempi: i non professionisti della politica Romano Prodi, «ha fatto cose molto buone e molti errori» e Silvio Berlusconi, «anche lui ha visto la polvere molte volte e poi è risalito». Fioccano le domande: sul potere della magistratura, «una volta è Berlusconi, una volta Mastella, pretendono sempre di essere loro a dire quando finiscono i governi», sul governo istituzionale, su religione e politica.

«Chi l’ha detto che Eco è più intelligente del cardinal Ruini? Penso che un laico vero debba accettare e promuovere la presenza del pensiero cristiano. Mi sembra più interessante che pensare come Eugenio Scalfari che l’uomo sia come una mosca, una particella della natura». Perché «Voltaire diceva “Dio se non ci fosse bisognerebbe inventarlo”, traduzione illuministica del pensiero di Ratzinger».

«Escludere Dio - conclude Ferrara - per sentire le conferenze laiche di Odifreddi mi sembra una cosa sciocca». Applauso della platea, e dire che Odifreddi è un costituente del loro partito. Una ragazza lo accompagna all’uscita: «Lei ha raccontato di essere “complice” di tre aborti», - «e me ne vergogno», sospira Ferrara - «ma la vera moratoria non sarebbe l’uso del preservativo?». «Macché - si irrita - il preservativo è il viatico dell’aborto». E aggiunge: «In Francia dove li regalano ovunque il numero di aborti in vent’anni è identico, qui è diminuito, grazie alla Chiesa cattolica». Si chiudono le porte dell’ascensore, impossibile ribattere.
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la sottolineatura in rosso per dimostrare tutta la strumentalita' del ferrara pensiero.