Breve cronaca della mia esperienza di ieri al “Textile Art Show” di Bergamo 2008.
Comincio con lo scusarmi per le imprecisioni e lacune del mio brevissimo resoconto, dovute in parte a contingenze (reduce da recentissima influenza e con le gambe (e il cervello) molli, la mia visita è stata assai superficiale) in parte alla settorialità della mia preparazione sul tappeto orientale, che non mi permetterà di dare indicazioni utili ad esempio agli amici esperti ed appassionati di tappeto persiano dagli elevatissimi standard “manifatturieri” (di cui so nulla) o sul tappeto antico storico (di cui so molto poco).
Qualche breve noto di carattere logistico: l’area (la zona fiera di Seriate) è facilmente raggiungibile (si esce sulla A4 Seriate, si seguono poi le indicazioni per l’aeroporto di Orio al Serio finchè non compaiono quelle specifiche della fiera), il parcheggio è (ahimè) fin troppo vasto (si pagano all’ingresso 2 euro indipendentemente dalla sosta), l’edificio è bello arioso e ben riscaldato, molto gradevole nel complesso, il servizio guardaroba gratuito. L’ingresso costa 10 euro, ma chiunque conosca un espositore può ottenere senza problema un paio di biglietti.
Ultima nota: dei pezzi che mi sono parsi più interessanti ho chiesto prezzo e permesso di fare una foto, ma non riporterò qui queste informazioni esplicitamente, nel dubbio se sia lecito o meno.
Tappeti anatomici: parecchi bei konya (2 di Alberto Levi e di Dell’Orto, uno di Khotan RSK, uno addirittura stratosferico di Sorgato, fine ‘700, a 38000 euro (in questo caso il prezzo era pubblico)), un Bergama bellissimo sempre di Khotan RSK di Milano, un altro di iconografia piuttosto rara di David Sorgato, qualche Mudjur attraente (Dell’Orto, Galerie Emir di Lione), un bel Melas di La Torre di Bergamo;
Tappeti del Caucaso occidentale (kazak e vicini di casa): questo settore, l’anno scorso fiorente di proposte eccezionali, mi è parso un po’ indebolito. Come sempre nel campo primeggia Cattai della Galleria Mohtashem, in particolare con uno splendido Pinwheel, un Lori Pampak eccellente ed un grande Bordjalou di primo livello; di pari livello il Lori Pampak presentato (vado però a memoria) da Reza Shalivandi di Milano, buon rapporto qualità prezzo nel Karachop (uno dei due) proposto da Dell’Orto, ve ne erano poi altri belli ma cari e “già visti”; lo scettro dovrebbe appartenere ad uno “Star kazak” (il secondo che vedo) presentato, mi pare ma non sono certo, da Farmand Gallery di Roma, ma mi è parso un classico esempio di un nome che non mantiene le promesse: ottimo tappeto intendiamoci, ma, rarità iconografica a parte, non mi è parso eccezionale; da segnalare infine una rara e bellissima kelley di Gandje presentato da Morandi di Castelvetro Piacentino;
Tappeti del Caucaso orientale: mi è parso un settore debole: segnalerei solo un bel karagasli di Sorgato, un tappeto di iconografia Gandje (le fasce diagonali) ma indubbia struttura shirwan visto non ricordo più in quale stand e alcuni bei tappeti presentati da Eshragh di Cremona (sempre solido nel settore);
Tappeti persiani: alcuni bei Serapi, con in testa il solito Cattai ma anche un bel esemplare, particolarmente lavorato, dei miei “vicini” di Jaoghouri di Corvara in Badia e soprattutto uno splendido di cui purtroppo non ricordo l’espositore (probabilmente Maleky di Lugano, in ogni caso al centro del capannone), un Heriz in seta bellissimo di Khotan RSK (che esponeva pure un bel Ziegler). Per gli amanti dei Mohtashem (ai prezzi che vi potete tranquillamente immaginare) ce ne erano due fantastici (Morandi e La Torre di Bergamo).
Altro: un bellissimo ensi yomud (hatchlu, mi ha corretto il venditore, mah) a prezzo interessantissimo, purtroppo anche qui non mi ricordo l’espositore ma era comunque ben visibile in uno stand in fondo a destra, un fantastico grande Agra presentato da Morandi, un interessante e finissimo asmalik presentato da “Il nodo antico” di Milano, un Lotto del 600-700 di Alberto Boralevi.