Dal sito di Insorgenza.Io voglio credere che Tutto cominciò cosìPer amore di una Terra e dei suoi uomini, per la necessità di dire delle cose vere, diesprimere dei sentimenti veri di uomini veri, di una Terra forte e viva, nasce latestimonianza chiara e sincera di una esperienza di vita, un libro di storia accaduta, unlibro di denuncia di un fenomeno, l'emigrazione giovanile meridionale, di cui nessunoparla, come fosse nel corso normale delle cose, e che invece è ormai una valvola di sfogofuori controllo che svilisce questa Terra e incatena il futuro del suo popolo. Questo è Ilcolibrì, “Un libro che … pur chiamandosi col nome delicato di “Il colibrì”, nasconde laforza del falco, la dignità dell’aquila, la rabbia di un popolo (Nando Dicè)”, un’operaeletta a contenitore di un messaggio di rabbia e di rimpianto, ma anche di amore e disperanza, un’opera per dare corpo e forma al mio sogno e alla mia condanna.Il mio nome è Rullo Emanuela sono nata ad Avellino nel 1977 e sonoun’emigrante, dove emigrante vuol dire che non per mia scelta, ma permotivi estranei alla mia volontà ho stabilito la mia dimora in un luogoche non è la mia Terra e che non è e non sarà mai la mia casa.Secondo lo Svimez “il Nord calamita i neo laureati del Sud”, ogni anno oltre 100 milagiovani emigrano verso l’Alta terra di lavoro, e oggi si tratta sempre più spesso dipersonale qualificato, ogni anno oltre 100 mila dei nostri giovani abbandonano il propriosistema sociale per diventare qualcuno nella “folla solitaria” (D. Riesman).E le drammatiche conseguenze di questo flusso migratorio incessante e soprattuttoinesorabilmente invisibile sono da individuarsi massimamente nella progressivadistruzione della identità del nostro popolo che esautorato della sua forza, incagliato neiluoghi comuni, svilito dalla illegalità, sempre più assuefatto all’ingiustizia sociale, alladisuguaglianza, allo sfruttamento dell’indigenza ha ormai smesso di indignarsi, ha smessodi urlare, ha smesso di lottare, di riconoscersi e di credere in se stesso.E se tutto dipendesse da noi, se fossero le masse nell’oblio della storia a scrivere il futurodi una Terra. E se la storia, quella vera, non quella che siamo a abituati a leggere sui libri,non fosse fatta di pochi grandi uomini ma di invisibili silenziosi movimenti delle masse,censurati nel vano tentativo di disperderne il potere nell’inconsapevolezza?A noi meridionali non manca il capitale umano per lo sviluppo del Sud, e non mancano leopportunità, e non manca il coraggio. Il riscatto della nostra Terra non può e non deveconsiderarsi soltanto un sogno o un’utopia: perché nessuno mai più possa far proprial’arroganza e il disprezzo e dire senza vergogna dinanzi al mondo: “noi non siamoNapoli”, e perché nessuno mai più possa far proprio lo sconforto e la sfiducia e dire colcuore stretto in una morsa di lacrime e rabbia al proprio sangue “va e non ti permettere ditornare. Questa Terra è morta. Qui non cambierà mai nulla!”.Ebbene Io sono Napoli e non me ne vergogno, e questa Terra non è morta e le cose noncambieranno mai soltanto se noi ci lasciamo convincere che nulla potrà mai cambiare!Dobbiamo credere in noi stessi e indignarci e vergognarci di appartenere ad un paese, l’“Italia” che non fa che preoccuparsi sempre più del suo Nord, della sua locomotiva dellosviluppo censurando nell’oblio il capitale umano che riempie e guida quella stessalocomotiva, ignorando il treno sociale del Sud, e asservendo lo sviluppo economicodell’intero “Sistema Paese” all’interesso meschino dei singoli.E oggi, in uno dei momenti più cupi per la nostra Terra, ove ormai ogni speranza sembraaver ceduto il passo alla rassegnazione, ove tutto sembra perduto e il destinoinesorabilmente segnato, a voi che stanchi e disillusi e nauseati volete ormai abbandonareogni causa chiedo di provare, provare solo ad immaginare che tutto cominciò così, non sisa bene in che luogo, non si sa bene chi o in quale preciso momento, un piccolo gruppopoi sempre più numeroso, che iniziò a contarsi, una nuova speranza, una nuova azione,una storia nuova, per la quale oggi io vi chiedo di lottare, lottare come se foste stupidi,perchè è solo dal suo popolo che potrà partire il riscatto di questa Terra, è solo da noi chepotrà muoversi l’ultima rivoluzione e prodursi il cambiamento necessario perché le cosecambino e cambino davvero.E allora ti aspetto sabato 9 febbraio alle ore 17.30 da Masà ad Avellino, per lapresentazione del mio libro, per incontrarci, conoscerci, cominciare a contarci e acrederci.Rullo Emanuela