Costituire una nuova Avanguardia Nazionalista Sarda, ispirata dall'esperienza Patriottica della Guardia di Ferro Romena, per strappare dalle grinfie filo Marxiste degli attuali gruppi Indipendentisti Sardi la causa Nazionale.
Per poter contrastare tale linea vigente, occorre il riconoscimento di tutti i Nazionalisti Europei.
La costante resistenziale sarda
Con questo concetto l'insigne archeologo Giovanni Lilliu riassume la lotta millenaria condotta dal popolo sardo contro i colonizzatori che di volta in volta si sono affacciati sulle coste dell'Isola. Una lotta dai forti connotati nazionali ma anche, almeno in tempi moderni, sociali e progressisti. Questa forma di resistenza esordì contro i Cartaginesi che guidati da Malco furono sconfitti anche in battaglia campale presso la città Shardana di Corra, dopo un primo periodo di scontri forse per la comune origine (Cartagine era una colonia Fenicia e i Fenici a loro volta discendono dai Popoli del Mare che nel 1200 a.C. invasero le coste del medio oriente provenienti anche dalla Sardegna), le genti Sarde si impegnarono per far fronte all'espansione di una nuova forza commerciale che intralciava i loro interessi nel Mediterraneo: Roma. Le rivolte contro i romani furono numerose anche dopo che l'isola passò formalmente sotto la giurisdizione di Roma. Nel periodo repubblicano, vennero represse nel sangue e permisero di riversare a più riprese sui mercati dell'Urbe un ingente flusso di schiavi (un destino che accomunava i Sardi di allora agli altri popoli conquistati militarmente). Cicerone non mancò mai di sottolineare l'infedeltà delle città Sarde nei confronti del potere romano.
Nel Medioevo, l'unità dell'Isola, derivata dall'abbandono delle istituzioni dell'impero bizantino e rafforzata dalla lotta comune contro le scorrerie arabe permise al Popolo Sardo di dotarsi di Istituzioni uniche nel loro genere nell'Europa del tempo. Il Giudicato di Arborea rappresentò l'ultimo bastione tanto contro l'egemonia delle Repubbliche marinare genovese e pisana, quanto contro l'invasione dei re aragonesi-catalani, cui fu infeudato il Regno di Sardegna costituito senza che ne avesse nessuna facoltà dal papa.
Anche i Savoia trovarono un'Isola tutt'altro che docile al loro comando. Nel 1793-'94 i moti antifeudali ed antipiemontesi guidati dal magistrato Giovanni Maria Angioy allontanarono i Piemontesi dalla Sardegna gettando le basi per una repubblica giacobina, ma ben presto furono soffocati dai nobili e possidenti impauriti dalle rivendicazioni sociali espresse dal movimento Angioiano.
Nel secondo dopoguerra l'autonomia regionale è stata spesso messa in discussione per le sue carenze ed il fallimento dei più importanti progetti di riforma economica e sociale (Piani di Rinascita; industrializzazione calata dall'alto).
Oggi la lotta contro le basi militari, contro la prevaricazione coloniale dei gruppi economici italiani ed esteri, contro la distruzione dell'Identità Nazionale sono nuove tappe di questo processo di Resistenza del Popolo Sardo. La Lingua Sarda, a seguito dell'imposizione scolare della lingua italiana, corre nel medio-lungo periodo il rischio di estinzione senza misure a sostegno.
Antropologia e genetica dei Sardi
Gli antichi abitatori dei nuraghi, oltre alle enigmatiche torri ed ai misteriosi bronzetti, hanno lasciato anche una chiara e singolare eredità genetica nella popolazione sarda attuale. Il millenario isolamento e le condizioni ambientali ostili hanno favorito nel tempo lo svilupparsi di particolari caratteristiche antropologiche.
Situata strategicamente al centro del Mar Mediterraneo occidentale e ricca di preziosi metalli, la Sardegna ha subìto nel corso dei secoli l'attenzione delle antiche potenze coloniali. Gli insediamenti dei nuovi venuti, localizzati principalmente lungo le coste, non hanno potuto modificare sostanzialmente le caratteristiche delle popolazioni preesistenti, a causa della sproporzione tra la popolazione residente e la esigua classe dominante che per lo più estendeva il suo dominio per mezzo di vassalli locali.
Dalle ricerche effettuate sui muscoli mimici dei Sardi, risulta netta la differenza con quelli di altre popolazioni Europee. Nei muscoli mimici degli isolani si riscontra infatti un minor diametro e quindi una riduzione della muscolatura stessa. Questo sembrerebbe spiegare, dal punto di vista anatomico, l'immobilità della maschera facciale sarda, in netto contrasto con quella assai più mobile di altre genti mediterranee come i Siculi ed i Campani. Un attento osservatore può notare che il sorriso di un Sardo rimane quasi nascosto, dominato dagli occhi generalmente profondi e grandi, con iridi solitamente scure. Alcuni sostengono che sia un sorriso arcaico (eginetico) e sembra avvertire l'osservatore dell'antichità immutata di questa stirpe, conservatasi con caratteri genuini attraverso i millenni.
L'espressione riso sardonico (particolare contrazione dei muscoli mimici da cui risulta un'espressione beffarda e triste) è un'antica espressione greca "sardonikos gelos" per indicare il riso amaro, atroce, di minaccia e di odio. Alcuni ricercatori sostengono che il sardonios gelos trova la sua causa nella ridotta muscolatura mimica dei Sardi che in particolari occasioni si trasforma in ghigno minaccioso; altri sembrano trovare una risposta nell'azione tossica di una pianta, chiamata sardonikos (ranunculus scelerata), molto frequente in Sardegna.