La metà degli ospedali italiani non è in regola con le leggi sull'igiene, sulla conservazione di cibi e farmaci, sul lavoro e sulle strutture architettoniche. Molte infrazioni sono di lieve entità e risolvibili in breve tempo, ma numerose sono anche le situazioni davvero drammatiche e non sono mancate denunce penali da parte dei Carabinieri. Calabria e Sicilia disastro (fuorilegge il 90 per cento delle strutture), unica regione senza pecche il Trentino, con il 100 per cento di strutture 'senza peccato'.
Impianti elettrici e idraulici non a norma, rifiuti insetti e topi nei bagni e in cucina, muffa e ruggine, apparecchiature non funzionanti, personale assenteista, medicinali scaduti, gente che fuma dappertutto: è lo sconcertante panorama che emerge dai risultati del dossier dei carabinieri del NAS al termine dell’indagine ispettiva ordinata agli inizi dello scorso anno dal ministro della Salute Livia Turco e che ha portato a 778 segnalazioni di persone alle autorità giudiziarie e a 417 sanzioni amministrative pesanti nei confronti degli amministratori dei nosocomi.
Il presidente della commissione per la verifica della qualità dell'assistenza sanitaria in Calabria, Achille Serra, qualche giorno fa aveva visitato l'ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo e aveva dichiarato: "A fronte di alcuni reparti efficienti, almeno dal punto di vista dell'apparenza, altri, come il pronto soccorso e la psichiatria, sono in condizioni da terzo mondo. Quanto alla situazione di Vibo Valentia, i medici coinvolti in presunti casi di malasanità devono essere spostati e, se è il caso, sospesi".
Fonte: Ufficio stampa Carabinieri NAS 2008.