Segue lettera che ho appena inviata al giornale Il Frizzo di Lucera.

Gent.mo Frizzo,
la vicenda di Giardinetto richiede che si vada oltre lo sdegno. È necessario che si individui un percorso che metta in moto tutte le energie del territorio perché si possa determinare uno stato di mobilitazione permanente che assegni al tema della salvaguardia dell’ambiente e della salute delle comunità che lo abitano un posto di assoluta priorità. Benissimo ha fatto il comitato intercomunale ad organizzare un incontro-dibattito sul tema e voglio sperare che da questo incontro nasca qualcosa che vada in quella direzione.

Il sito di Giardinetto va messo subito in sicurezza. Non è possibile pensare che trascorra pericolosamente ancora del tempo così che l’azione svolta dalle sostanze altamente pericolose raccolte in terra e a cielo aperto continui a causare danni irreversibili. Il sito non va assolutamente restituito al gruppo Fantini. Bisognerebbe chiedere l’apertura di un procedimento a loro carico e far sì che le popolazioni coinvolte - che hanno pagato e stanno pagando un grave tributo – si costituiscano parte civile. I costi per la bonifica del sito non dovranno cadere sulla collettività bensì sui responsabili che hanno agito finora impunemente. Ricordo che la commissione monocamerale d’inchiesta, nella seduta del 27 giugno del 2000, dichiarava che «la società dal 1997 svolge attività di rifiuti (…) ma dal 25 marzo 1999 ciò avveniva senza autorizzazione». In questa data la IAO (Industria Agricola Olearia) cambiava denominazione sociale pur conservando la vecchia sigla (Industria Ambiente Organizzata). Quando si dice il senso degli affari!

Un paio di considerazioni molto sintetiche. Nessuna istituzione finora è intervenuta per farsi carico della faccenda, anzi sembrerebbe che si sia fatto di tutto per insabbiare il caso. È stato necessario che si occupasse del tema un libero giornalista perché la bolla “scoppiasse”. È davvero preoccupante tutto ciò. In Campania si è aspettato che la situazione precipitasse per intervenire in modo emergenziale, nessuna responsabilità a livello istituzionale è emersa e sembra quasi che i veri responsabili siano le… popolazioni che si oppongono alle discariche. Vogliamo arrivare anche da noi a questo traguardo? Che si faccia tesoro di questa esperienza e che anzi si provi a collegarsi a tutte le realtà territoriali campane, ma non solo, che su questo terreno hanno maturato sicuramente esperienze e conoscenze significative.

P.S. Lo sapevate che il gruppo Fantini-Scianatico ha indetto per il secondo anno il “Premio Biennale Fantini-Scianatico – Edizione 2007-2008, concorso Nazionale per tesi di Laurea” per l’assegnazione del premio “L’Architettura bioecologica”? Totò avrebbe detto: «Ogni decenza ha un limite!».



Roma, 6 febbraio 2007