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  1. #1
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    Predefinito Se anche i francesi si arrendono ai rifiuti di Napoli

    Se anche i francesi si arrendono ai rifiuti di Napoli

    giovedì 31 gennaio 2008 (pp. 1 e 23)
    di Maurizio Ricci


    Chi pensa che Napoli, sepolta dalla spazzatura, stia scivolando nel Terzo Mondo è un ottimista istupidito dalle illusioni.

    Una delle più grandi città italiane, sotto il peso di tonnellate di rifiuti, è, in realtà, già sprofondata al di sotto del Quarto Mondo,…… i paesi ad urbanizzazione esplosiva dell'Africa, dell'America latina, da Lagos a Calcutta, da San Paolo a Douala.

    In queste città, con il loro contorno di slum e favelas, fogne a cielo aperto, strade precarie, infeastrutture fatiscenti, la raccolta ed il trattamento dei rifiuti sono compiti difficili, spesso proibitivi.

    Però si fanno, a volte meglio, a volte peggio, ma esistono le competenze tecniche e le volontà politiche per gestire i rifiuti.

    A Napoli no.

    Napoli è più in là, al di là del Quarto Mondo, ormai in un buco nero su cui manca solo il cartello : irrecuperabile.

    Lo certifica la notizia che l'asta per il termovalorizzatore di Acerra attorno a cui ruota tutta la strategia di trattamento dell'immondizia campana, è andata anocra una volta deserta.

    Hanno rinunciato i bresciani ed i milanesi di a2a, il colosso lombardo dei servizi pubblici locali.

    Ma, sopratutto, ha sbattuto la porta un gigante mondiale come Veolia.

    Il nome è nuovo, ma Veolia non è altro che l'ex Vivendi, a sua volta ex Compagnie Générale des Eaux.

    Dalla gestione delle acque è passata recentemente all'industria dei rifiuti, con un giro d'affari di 6,6 miliardi di euro nel 2005.

    Tratta, ogni anno, 53 milioni di tonnellate di spazzatura, per conto di quasi mezzo milione di clienti, grazie ad oltre 80 mila dipendenti.

    In 35 Paesi.

    Fra i quali ci sono Germania, Australia, Nuova Zelanda, Francia.

    Ma Veolia non tratta solo l'immondizia delle graziose villette di Wellington e Sidney o dei megaquartieri di edilizia popolare di Parigi o Berlino.

    Veolia lo fa anche nel pieno del Quarto Mondo, nelle megalopoli-baraccopoli dell'India, del Brasile, della Colombia, dell'Egitto.

    Accetta ogni giorno la sfida di San Paolo, del Cairo, dell'inferno urbano di Calcutta.

    Ha appena deciso di poter affrontare anche le difficoltà dell'Africa equatoriale, sbarcando in Camerun, a Douala e Yaoundé.

    E' a Napoli che ha gettato la spugna: troppo difficile.

    Troppo difficile, perché?

    I francesi hanno avuto la cortesia di spiegarlo.

    Non per motivi tecnici.

    E neanche economici.

    Perché mancano le condizioni politiche, hanno scritto.

    In buona sostanza, non ritengono affidabili le garanzie che forniscono politici ed istituzioni.

    Il governo in crisi, certo, ma anche gli organi locali.

    E' l'atto d'accusa più bruciante perché pone al centro della crisi dell'immondizia gli uomini, prima che le circostanze.
    Ma è difficile dare torto ai dirigenti di Veolia.

    http://kritikon.ilcannocchiale.it/post/1768138.html






    __________________________________

  2. #2
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    Bene, tanto peggio tanto meglio.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da NoNickName Visualizza Messaggio
    Bene, tanto peggio tanto meglio.
    E hanno il coraggio di addossare quella situazione alle fabbriche del nord...quando Calcutta e Il Cairo sono messe meglio di Napoli!
    Non c'è nessuna speranza, se non ci stacchiamo ho una paura folle che finiremo come loro...ad essere peggio dei paesi del quarto mondo con 20 milioni di abitanti

  4. #4
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    disinformatio come al solito.

    Non è questione di Napoli.Le aziende si erano ritirate dalla gara perchè non c'erano rassicurazioni politiche essendo appena caduto il governo NAZIONALE.

    In altre parole quello che cercavano erano i cip6

    http://sostenibile.blogosfere.it/200...mato-cip6.html


    E sono stati accontentati,perchè con decreto d'urgenza Prodi ha fatto approvare tale contributo.

    Cosicchè sono tornate come le mosche le società in gara e molto probabilmente a gestire il termovalorizzatore,per arricchirsi e iniziare la gestione di un impianto già pronto.

    Con ogni probabilità sarà la società francese citata nell'articolo a gestirlo

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da novis Visualizza Messaggio
    E hanno il coraggio di addossare quella situazione alle fabbriche del nord...quando Calcutta e Il Cairo sono messe meglio di Napoli!
    anche qui entra in gioco l'ignoranza.Non si addossa affatto alle imprese del Nord il problema del mancato avvio del sistema legale di smaltimento dei rifiuti,le cui responsabilità sono degli AMMINISTRATORI campani,ma si addebita a quelle imprese del Nord criminali di aver smaltito ABUSIVAMENTE nelle discariche illegali in Campania,la loro merda.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da blob21 Visualizza Messaggio
    disinformatio come al solito.

    Non è questione di Napoli.Le aziende si erano ritirate dalla gara perchè non c'erano rassicurazioni politiche essendo appena caduto il governo NAZIONALE.

    In altre parole quello che cercavano erano i cip6

    http://sostenibile.blogosfere.it/200...mato-cip6.html


    E sono stati accontentati,perchè con decreto d'urgenza Prodi ha fatto approvare tale contributo.

    Cosicchè sono tornate come le mosche le società in gara e molto probabilmente a gestire il termovalorizzatore,per arricchirsi e iniziare la gestione di un impianto già pronto.

    Con ogni probabilità sarà la società francese citata nell'articolo a gestirlo
    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero

    Se il presente della Campania è l'emergenza rifiuti, il futuro non promette nulla di meglio: la gara per l'affidamento del termovalorizzatore di Acerra, snodo finale del ciclo integrato regionale, è andata deserta per la terza volta. Scadeva infatti formalmente ieri il termine ultimo per la presentazione delle manifestazioni di interesse per il completamento e la gestione dell'impianto più volte al centro delle polemiche in questi anni, ma già 24 ore prima era evidente che si sarebbe andati verso l'ennesima fumata nera. Gli unici due competitor interessati al business si erano infatti defilati l'uno dietro l'altro, per motivazioni analoghe e tutto sommato riconducibili al clima di estrema confusione che oggi si respira seppure a 14 anni dall'inizio della crisi. Lunedì scorso ha gettato la spugna la società lombarda di utility A2A, frutto della fusione tra la bresciana Asm e la milanese Aem, notizia diffusa in una nota ieri. Martedì scorso è stato il colosso francese Veolia a fare un passo indietro, attraverso una garbata lettera indirizzata al commissario De Gennaro. «Si è trattato di una scelta sofferta spiega il direttore commerciale di Veolia Italia Andrea Ramonda - , ma purtroppo necessaria. In questo momento ci sono troppe incertezze che rendono l'affare poco bancabile. Gli stessi istituti di credito nostri partner nell'operazione ci hanno consigliato di desistere». Il bando, sin dal suo varo da parte dell'allora commissario Alessandro Pansa (settembre 2007), prevedeva condizioni estremamente rigide per le imprese candidate, a cominciare da un patrimonio netto da 500 milioni. C'erano da versare subito 150 milioni al commissariato, coperti da fideiussione bancaria, e da garantire un canone di almeno 801 milioni per i 15 anni di durata dell'appalto (base d'asta rispetto alla quale sarebbe stata valutata l'offerta migliore). I ricavi erano stati invece fissati in 75 euro per tonnellata di rifiuti conferiti, a carico degli Enti locali, più la vendita dell'energia elettrica prodotta al Gestore del sistema elettrico. Condizione di particolare appetibilità era data dall'applicazione di un incentivo statale ( il Cip 6) per incoraggiare la produzione di energia da fonti alternative. La misura è oggi riservata esclusivamente all'eolico e al solare ma, sulla base di una speciale deroga garantita dal Governo Prodi, sarebbe stata applicata anche all'impianto di Acerra. «Caduto il Governo continua Ramonda sono ovviamente venute meno quelle garanzie che erano state offerte ai concorrenti». A dare il colpo finale alla gara ci ha pensato i disordini degli ultimi giorni. «Se non c'è un piano discariche-dice Ramonda- ben accetto dalla popolazione che ci consente di arrivare fino a maggio 2009, tempo che avevamo stimato per l'apertura di Acerra, è ovvio che il progetto salta. Se questi problemi si risolvessero - conclude il dirigente di Veolia - saremmo pronti a tornare in lizza». Niente commenti ufficiali da parte di A2A, i cui vertici fanno tuttavia sapere in via ufficiosa che la decisione è stata dettata da motivi analoghi. A De Gennaro, a questo punto, spetta l'ultima parola. Il mandato che gli è stato attribuito gli consentirebbe persino di ricorrere alla trattativa privata. Intanto ancora una complicazione per il commissario governativo. Dopo che governatore Bassolino si è detto pronto a stanziare 20 milioni per nuovi impianti di smaltimento, De Gennaro ha appreso che la discarica da 21mila tonnellate individuata a Montesarchio è stata giudicata inidonea dai tecnici.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da blob21 Visualizza Messaggio
    anche qui entra in gioco l'ignoranza.Non si addossa affatto alle imprese del Nord il problema del mancato avvio del sistema legale di smaltimento dei rifiuti,le cui responsabilità sono degli AMMINISTRATORI campani,ma si addebita a quelle imprese del Nord criminali di aver smaltito ABUSIVAMENTE nelle discariche illegali in Campania,la loro merda.
    Le imprese del nord affidano lo smaltimento dei loro rifiuti a delle imprese autorizzate, che pagano salato.
    Se poi quelle imprese sono colluse con la camorra e scaricano abusivamente, loro non ne hanno certamente colpa.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da novis Visualizza Messaggio
    ed anche questo articolo,come quello di Repubblica precedente E' ANTERIORE rispetto alla deroga al Cip6 fatta dal governo.
    Si informi,si aggiorni,come direbbe Totò..

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da novis Visualizza Messaggio
    Le imprese del nord affidano lo smaltimento dei loro rifiuti a delle imprese autorizzate, che pagano salato.
    Se poi quelle imprese sono colluse con la camorra e scaricano abusivamente, loro non ne hanno certamente colpa.
    questa è buona,loro ignorerebbero quello che sanno persino i bambini di due anni,e chissà perchè decirebbero poi di smaltire i rifiuti proprio in Campania.Ma siccome i giudici non ci credono che quegli imprenditori del Nord ciò che anche i bambini di due anni sanno,diversi imprenditori del Nord sono sotto processo nelle varie inchieste su reati ambientali legati a tali vicende e citate da Saviano in Gomorra..

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da blob21 Visualizza Messaggio
    questa è buona,loro ignorerebbero quello che sanno persino i bambini di due anni,e chissà perchè decirebbero poi di smaltire i rifiuti proprio in Campania.Ma siccome i giudici non ci credono che quegli imprenditori del Nord ciò che anche i bambini di due anni sanno,diversi imprenditori del Nord sono sotto processo nelle varie inchieste su reati ambientali legati a tali vicende e citate da Saviano in Gomorra..
    Se l'azienda di smaltimento era autorizzata a fare quel lavoro, non è certo compito delle aziende private, che per mestiere fanno tutt'altro, mettersi a fare gli investigatori e sospettare della regolarità dei suoi traffici...in altre parole: il colpevole, oltre alle vostre aziende camorristiche, è semmai da ricercare nei soggetti pubblici che hanno rilasciato le autorizzazioni.

    La situazione della giustizia giù da voi è talmente pietosa che i vostri giudici sono ormai avvezzi a mettere sotto processo chiunque, basta che ci sia un qualche interesse oscuro a farlo...potreste mettere sotto processo anche Maria Teresa di Calcutta se aveste un qualche interesse, oramai non mi stupisco più di niente di quello che avviene lì da voi. Non avete mai avuto idea di cosa sia uno stato di diritto, non ci siete mai arrivati. Orrore!

 

 
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