POLITICA
Elezioni in Assia: il fallimento del modello tedesco
Un vero e proprio caos. Chi sbandiera il modello tedesco come panacea di tutti i mali della nostra politica non ha evidentemente dato uno sguardo ai risultati delle elezioni svoltesi ieri in Assia. L'esito è da brividi.
Il primo partito rimane, seppur di poco, la CDU, data inizialmente in svantaggio e capace poi di una incredibile rimonta che l'ha condotta in volata a raggiungere il 36,8% dei suffragi, appena lo 0,1% in più dell'SPD, considerata a lungo da tutte le testate online l'effettiva vincitrice della consultazione. E in effetti, stando ai dati della tornata di cinque anni fa, i cristiano-democratici hanno perso più del 12% dei consensi, mentre i socialdemocratici hanno guadagnato più di sette punti percentuali. All'indomani di un'aspra campagna elettorale, non è quindi poi così riprovevole che Andrea Ypsilanti, la sfidante del Governatore uscente Roland Koch, rivendichi la vittoria: in termini politici la CDU è stata infatti duramente scon! fitta e, come ha sostenuto il presidente del partito socialdemocratico Kurt Beck, l'Assia sembra aver cambiato idea e non volere più l'enfant prodige cristiano-democratico, i cui toni xenofobi non sono stati affatto graditi dall'elettorato. Tuttavia il problema principale è un altro e si può riassumere con la domanda che circola da qualche giorno sui giornali: "Wer mit wem?", ossia "Chi (governa) con chi?"; il responso delle urne ha infatti visto l'affermazione del movimento di estrema sinistra, Die Linke, per la prima volta approdato al Landtag di Wiesbaden superando di poco lo sbarramento del 5%. I rosso-verdi, senza una maggioranza assoluta, hanno negato di voler dar vita ad una coalizione con il partito di Lafontaine, che ne suggellerebbe in qualche modo il formale riconoscimento anche a livello nazionale, mentre Andrea Ypsilanti ha ribadito l'inappropriatezza a livello locale di una Grosse Koalition, qualora a capo vi rimanesse Koch. I liberali dell'FDP, dal canto loro, si collocano irrevocabilmente all'opposizione e rifiutano sia l'ipotesi di alleanza con i socialdemocratici e i Verdi (Ampelkoalition) sia l'accordo con i Verdi e i cristianodemocratici (Jamaika Koalition). Il tanto invocato modello tedesco sembra dunque essersi pericolosamente arenato, incagliandosi nella grave instabilità che già molti osservatori avevano previsto in concomitanza con l'ascesa nel panorama politico tedesco di un quinto partito, la Linkspartei appunto. Anche nell'altro Landtag per il quale si votava ieri, quello della Bassa Sassonia, la formazione di ex-sindacalisti nata nella ex-Germania Est è riuscita a sfondare raggiungendo quota 7%. Ma ad Hannover la situazione di stallo presente in Assia fortunatamente non si è ripetuta e il Ministerpraesident uscente, Christian Wulff (CDU), è rimasto agevolmente in sella grazie al vitale appoggio dell'FDP. Tutti i riflettori rimangono dunque puntati su Wiesbaden dove la soluzione di questo piccolo-grande dramma politico sarà totalmente delegato alle segreterie di partito, mentre la scelta dei cittadini avvenuta attraverso il voto rimarrà opaca sullo sfondo. Siamo davvero sicuri che sia questo il sistema giusto da importare in Italia per porre rimedio alle inefficienze della nostra frammentazione?
La via di uscita di fronte a tale impasse è molto singolare e potrebbe avere serie ripercussioni anche sulla Grosse Koalition a livello federale. Il Cancelliere Angela Merkel, convinta che sarà la CDU a dover esprimere il governatore in quanto primo partito, sembra intenzionata ad affidare un incarico ministeriale al probabile dimissionario Koch, il quale potrebbe così trasferirsi a Berlino per guidare il dicastero dell'Economia. Una volta aver premiato lo sconfitto, a Wiesbaden verrebbe mandato l'attuale Ministro della Difesa Franz Josef Jung (CDU) che sarebbe pronto a reggere le sorti dell'Assia insieme con Frau Ypsilanti. Insomma, all'orizzonte parrebbe proprio esserci un bel rimpasto di Governo che potrebbe avere conseguenze davvero nefaste sulle dinamiche interne ai due partiti alleati.
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