Articolo tratto da MZ, il giornale del ribelle (www.movimentozero.org/mz):

Libertà (dalle banche)
31 gennaio 2008




Nella foto: l'economista Nino Galloni




Mentre la sovranità monetaria viene privatizzata completamente, il debito pubblico e privato strangola e impoverisce economia e famiglie, divora risorse, impedisce investimenti nella ricerca, nelle infrastrutture, nella scuola, e impone un’assurda logica ragionieristica nella spesa pubblica – mentre tutto questo avviene, e si moltiplicano i pignoramenti e le aste a carico di cittadini e imprese, qualche reazione dal basso incomincia a materializzarsi.
La televisione e la stampa periodica si occupano sempre più frequentemente di signoraggio, di moneta, di banche, di usura. Così, centinaia di migliaia di persone incominciano a sapere, o perlomeno a intuire.
Libri come Euroschiavi (l'autore è chi scrive questo articolo, ndr), oramai un best-seller prossimo alla quarta edizione, come quelli di Nino Galloni (Misteri dell’Euro e Misfatti della Finanza, Il Grande Mutuo), Bankenstein di Marco Saba, e altri, si diffondono sempre più, portando a un numero apprezzabile di persone e di operatori la conoscenza di come il sistema bancario, sostanzialmente, si arricchisce con un margine di utile del 90% a costo zero, senza dare alcunché – fingendo soltanto di prestare denaro – ma in realtà spacciando per denaro semplici promesse elettroniche o cartacee di pagamento, prodotte con un click del mouse e scoperte al 99%. Di come non ci sia affatto bisogno di ricorrere a finto denaro prestato, quando abbiamo beni, servizi, fattori di produzione sottoccupati, ma possiamo emettere denaro di proprietà a costo zero, senza creare indebitamento pubblico né privato, né inflazione – e con esso finanziare il rilancio economico e sociale attraverso drastici tagli fiscali e una spesa pubblica costruttiva. Di come questa via, cioè l’abolizione del denaro creato a debito dalle banche, sia l’unica via d’uscita e di salvezza da un meccanismo finanziario globale che esige la creazione di sempre più denaro a debito per pagare gli interessi generati dalla mole di denaro-debito creato in precedenza, e altresì per reggere il gioco della finanza speculativa fraudolenta dei credit derivatives, il cui valore aggregato è circa 14 volte il valore del prodotto mondiale. Reggere questo gioco è sempre più difficile, e il rischio di un tracollo del sistema finanziario o monetario è crescente. La cosa non può andare avanti a lungo. Tamponi e puntelli non bastano più. Un cambiamento strutturale è inevitabile. Da parte dei riformatori monetari si lavora affinché esso non avvenga come catastrofe o guerra globale.
Ma le iniziative per il salvataggio dell’economia, della società, e per l’attuazione della Costituzione Repubblicana contro lo Stato incostituzionale, non sono solo culturali e informative. Incominciano a farsi politiche. Qualche sostegno era già venuto da aree cattoliche, dalla Lega Nord, dalla DC di Sandri. Ora però assistiamo al lancio di monete complementari esenti da debito (vedi www.centrofondi.it) – ne partiranno molte dal prossimo aprile, dopo il successo dello SCEC a Napoli, e persino di veri movimenti politici per la riforma monetaria. E osserviamo pure tentativi di costituire organizzazioni per la riforma monetaria in senso costituzionale, contro il sistema anticostituzionale e rovinoso, strutturatosi nello Stato italiano.
Sabato 17 Novembre 2007, a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, auspice la Giunta comunale, si è tenuto il congresso di fondazione del Fronte Monetario Popolare. In esso convergono forze eterogenee: il Comitato di Liberazione Monetaria (www.colimo.net) fondato il 25 Aprile del 2006 dall’ing. Argo Fedrigo, la Fiamma Tricolore, gruppi cattolici tradizionalisti riferentisi a Padre Florian Abrahimiwic, gli auritiani del romagnolo Savino Frigiola, la DC di Sandri. La scelta di dare la parola soltanto ad esponenti popolarmente identificabili come di destra o di estrema destra, e l’intervento (applauditissimo) di personaggi come Borghezio e Pantano, hanno creato l’impressione che la campagna per la sovranità monetaria popolare sia una cosa della destra, se non dei fascisti o dei catto-fondamentalisti. Certo, razionalmente sappiamo che la Lega non è di destra – ma come tale è percepita, soprattutto quando parla un Borghezio. Così non è di destra (economicamente) la Fiamma Tricolore né la destra sociale, nel senso che sono essenzialmente socialiste, o per il sociale (la prima da sempre, la seconda, forse, solo quando elettoralmente utile), e in favore delle libertà della persona e dei diritti contro l’oppressività impersonale del sistema globalizzato. Ma anch’esse, in Italia, vengono percepite come di destra se non neofasciste.
In effetti, stroncature e accuse di egoismo, capitalismo, razzismo, sono immediatamente fioccate dallo stesso interno del movimento di riforma monetaria. Come potranno, ora, gli esponenti di sinistra, partitici e sindacali, aderire a un movimento che si è presentato così, tutto composto di personaggi con quella tinta politica?
Le migliori speranze si appuntano, ora, sul progetto lanciato dall’economista Nino Galloni di Roma – uno studioso con una storia personale di militanza sociale senza compromessi.(oggi direttore generale del ministero del Lavoro, ndr). Galloni sta raccogliendo intorno a sé forze culturali, morali e politiche che, su scala mondiale, in linea con Lyndon Larouche, auspicano una nuova Bretton Woods neo-keynesiana che rifondi l’ordinamento monetario mondiale su basi di equità e sostenibilità, e di realistica valutazione delle valute di India, Russia e Cina; mentre, su scala nazionale, condividono tre direttive essenziali:
1)Contenere le devastazioni e i saccheggi compiuti dal sistema bancario ai danni delle famiglie, delle imprese, delle pubbliche amministrazioni;
2)Recuperare al popolo, e per esso allo Stato, la sovranità monetaria, onde non dover più finanziare la spesa pubblica con le sole tasse e poter riformare i patti e i criteri di stabilità;
3)Introdurre monete complementari in funzione di sostegno alle famiglie, alle comunità e alle filiere produttive locali, agli enti pubblici locali.
Marco Della Luna