I criminali calabresi sono arrivati a nord grazie al soggiorno obbligato disposto dalle autorità giudiziarie e qui hanno messo radici. Il soggiorno obbligato fu un’intuizione felice, che coglieva il legame tra crimine organizzato e territorio, ma che forse era più adeguata a combattere la mafia dell’800 che quella dei giorni nostri. Verso la fine degli anni ’60 nelle città cominciano a crearsi interi quartieri di immigrati calabresi. I flussi intensi di lavoratori rendono difficile identificare criminali tra i tanti cittadini onesti che arrivano alla ricerca di un’occupazione. Nel 1985, anno del sequestro Villa, comincia la seconda fase, quella del radicamento. Il business si sposta sempre più dai sequestri di persona al traffico di droga, soprattutto cocaina. Cominciano le truffe e le estorsioni”.
La mafia Calabrese si combatte, colpendo le famiglie dei boss è stupido combattere l'infezione locale diffondendola in tutto il corpo, devono smetterla di mandare i boss al nord. Devono rimandarli in Calbria, la Lombardia e il resto del nord, non può tollerare tutto questo.
E arrivata tanta gente onesta, ma anche tanta gentaglia, sopratutto i paesi vicini al confine elvetico, sono snaturati, e girano individui che fanno paura solo a vederli...