Ma in quanti dopo la guerra di annessione ebbero la stessa fortuna, le genti delle Due Sicilie subirono una diaspora biblica dopo l’invasione, dovettero lasciare i loro paesi, le madri, i figli, le mogli per evitare di proseguire a vivere una vita di stenti, fame, desolazione, soprusi, conobbero in tanti la via dell’emigrazione, perché figli di resistenti passati alla storia per mano dei vincitori con il nome di “briganti”. In migliaia scapparono, lasciarono, costretti ad abbandonare il loro mondo oramai infetto, oltraggiato dai nuovi padroni. Chi ebbe il coraggio di opporsi allo scempio fu punito ferocemente, loro pagarono il fio con prigione e fucilazioni sommarie i loro cari bollati con il marchio di cittadini non “allineati”, furono schiacciati e violentati, nell’ anima, nel cuore e nell’onore. In tanti partirono, scacciati dai loro campi, le loro botteghe, le case, le care piccoli cose. In quanti riuscirono a resistere alla nuova condizione non è dato sapere, di certo in tanti ritrovatisi in un mondo straniero e diverso, una lingua incomprensibile, violentando le proprie esistenze impazzirono, si suicidarono, continuando a pagare dazio ai vincitori. Il popolo che fu del borbone pagò e continua a pagare materialmente la colonizzazione degli italiani, ma non c’e un stima possibile del prezzo morale che gli emigranti delle Due Sicilie hanno dovuto loro malgrado onorare al mondo dei vincitori. Il padre di Sabatino come tanti altri cittadini del sud avevano creduto inizialmente a chi veniva da lontano con le loro false promesse di migliore benessere e libertà, aprirono le braccia ai garibaldesi, ai repubblicani, ma quando si resero conto del raggiro, quello di cambiare un re indigeno con uno straniero era oramai troppo tardi. In molti intrapresero la via della resistenza, come il capitano Longo, come i sottufficiali Damiano e Calvo, come il bracciante Lepore, che ebbero forse la fortuna di morire e non vedere e sapere fino a che punto questa genìa di ladri ed usurpatori si era spinta a discapito della loro antica, valorosa Patria...
Da uno stralcio del libro " Un'anima divisa in due"