DICHIARAZIONE DI LUCA ROBOTTI
PRESIDENTE GRUPPO COMUNISTI ITALIANI
REGIONE PIEMONTE
La Chiesa romana è già in campagna
elettorale.
Chi sino a qualche giorno fa negava che ci fosse un vero
e
proprio tentativo di mettere sotto attacco la Legge 194 ed il suo
valore civile, oltre che sanitario, è stato smentito dai fatti di
queste ore.
Le parole del pontefice, precedute dal documento dei
ginecologi romani sul diritto alla vita, indipendentemente dal parere
delle donne, sono l’apertura formale di quello che verosimilmente
diventerà uno dei temi della campagna elettorale.
Ancora una volta un
tema legato ai diritti, alla salute della donna, alla necessità di
lasciare le convinzioni religiose fuori dal dibattito politico, per
volontà della chiesa cattolica, romana, apostolica diventerà oggetto
di
contrattazione politica e di ricontrattazione al ribasso dei sui
contenuti.
Ancora una volta, è triste dirlo, avevamo ragione. La
settimana scorsa intervenendo in aula proprio sui temi della 194
esortai i colleghi di tutto il centro sinistra a respingere un
dibattito che non aveva niente di politico o di organizzativo del
nostro servizio di consultori o di assistenza ospedaliera per la IVG;
era una discussione tutta ideologica, giocata sul piano della maggiore
o minore vicinanza al volere della chiesa romana.
La provocazione che
nazionalmente era orchestrata da Ferrara e localmente da Leo, Burzi e
sodali vari, andava semplicemente respinta. Le istituzioni laiche e
repubblicane non si fanno dettare dalla chiesa romana né i contenuti,
ne i tempi dell’agenda politica da soggetti terzi, o almeno così
dovrebbe essere.
La mia proposta, poi sostenuta da tutta la sinistra,
era di respingere in blocco tutti gli ordini del giorno di minoranza e
nel caso non lo avessero ritirato, anche quello del PD. Così dovremo
fare martedì in aula.
Non potremo fare altro, anche per dire a questo
Papa che seppur rispettando la sua opinione, non la condividiamo per
niente e lavoreremo per respingerla.