Originariamente Scritto da
Grifo
Sembra di stare ad assistere alla caduta dell'Impero Romano.
Durante la prima parte dell'Impero, nell'espansione, le nuove genti venivano inserite in un contesto molto forte, culturale, militare ed economico, poi si passava dalla colonia alla provincia, e durante questa fase si integravano formandosi la classe media terriera e mercantile, i giovani andavano a studiare a Roma (specie architettura e legge), ad Alessandria d'Egitto e Atene. Per cui dopo alcuni anni diventavano ricchi o benestanti, felicissimi di essere integrati.
Giulio Cesare per primo, fra lo scandalo dell'aristocrazia romana, nominò alcuni senatori Galli (Gallia che aveva da poco sottomessa!)
E così, via via che le stesse colonie arricchivano diventavano colonna portante dell'Impero. Se i primi imperatori erano romani (Giulio Cesare, Augusto (nativo di Velletri), Tiberio, poi se ne ebbero di spagnoli (Adriano), illirici (Diocleziano) o africani (Settimio Severo, di Leptis Magna)
Poi, a un certo punto, tutto è finito.
Si sono ammesse le popolazioni barbare dentro l'Impero lasciando che conservassero i loro costumi e le loro leggi, li si pagava per proteggere le frontiere, e si lasciava che convivessero in una sorta di apartaid fasulla dove di fatto l'elemento barbaro conviveva a fianco di quello romano.
Questo processo è durato qualche secolo, fino al crollo definitivo e la schiavizzazione dell'elemento romano.
Il principio della fine è stato, secondo me, quando si sono esentati gli italici dal prestare servizio militare: il susseguirsi di generazioni di maschi che mai avevano toccato un'arma e che convivevano con l'elemento barbaro che faceva del "guerriero" l'elemento cardine della società li ha portati ad un certo punto al collare da schiavo.
Sinceramente come andrà a finire non lo so, ma l'idea è che a un certo punto ci si ritrovi in un gigantesco mattatoio.