C'è un gran bel libro che consiglio di leggere. Ovviamente in Italia non si trova. The nature of politics, di Roger D. Master, professor of government al Dartmouth College, stampato dalla Yale University Press. Si trovi in inglese alla biblioteca della facoltà di scienze politiche di Pavia e può essere richiesto in lettura dalla biblioteca della vostra città. Comincia con queste parole: "Human nature has been at the foundation of thinking about politics since the ancient Greek philosophers developed the concept of "nature" as we know in the West". La natura umana; noi! E chi, secondo voi, nel nostro mondo politico si chiede "Che cosa è mai la natura umana?". Chi fra i nostri politici è in grado di capire che l'uomo è il prodotto ultimo (ma non definitivo) delle leggi della natura? E chi, ancora, in italia avrebbe il coraggio di approfondire il discorso, trovando poi che l'uomo è il prodotto di leggi UNIVERSALI alle quali non può sottrarsi? E ancora: quale politico oserebbe affermare che il federalismo, in quanto "CONTRATTO", è una legge fondamentale delle vita associativa di tutto il vivente in grado di comunicare? E chi, a questo punto, negherebbe la sua natura universale, cioè una legge di natura rivolta al modo di intendere ogni aggregazione politica che riguarda anche tutta l'umanità? A stretto rigor di logica, perciò, non ha alcun senso parlare di stato, regioni, province e comuni. Ha invece senso che dall'associazione politica chiamata "stato", "regione", "provincia" e "comune", le persone, gli individui possano trarre il maggior beneficio e vantaggio possibile come è nella legge di natura e che se da qualcuno di questi tipi di aggregazione territoriale non traggono sufficiente vantaggio, possano eliminarle senza eccessivi problemi. Problemi che noi abbiamo e che ci porteremo dietro per secoli se non riusciamo ad individuare la prima causa della politica, alla quale possono far seguito le varie opzioni sul tipo di stato, di governo e di aggregazione territoriale. In questo senso, ad esempio, si può affermare che il federalismo è una legge della natura il cui carattere è UNIVERSALE, cioè riguarda tutti gli esseri umani. Io penso che questa sia l'ottica giusta che dobbiamo tenere presente ogni volta che si parla di politica. Sono molto indeciso se inviare o no questa lettera. Scrivo tutto questo anche se so che molto difficilmente qualcuno terrà nella minima considerazione la visione universale del federalismo, che mi appare sempre più essere l'unica forma di stato e di governo coerente con le leggi della natura. La invio nella speranza che qualcuno si renda conto che il resto, tutto il resto, viene dopo, e non prima, come qui noi stiamo facendo.
Se Descartes potesse leggere certi dialoghi tra te e me, darebbe alle mie idee l'etichetta di "morale provvisoria" ed alle tue quella di "morale definitiva". Grattiamo un po' più indietro? Aristotele con le categorie del mondo contingente e Platone con il mondo delle idee. Anche qui, tu ti sforzi di evidenziare un fulgido concetto in alto sopra una nuvola ed io spalo il letame su questa Terra, tentando di riordinarlo un po'. Tu speri nel Big Bang di cristallina purezza ed io mi limito a seminare qualcosa nel piccolo letamaio vicino a casa mia, qualche filo d'erba.
Da ragazzo andavo matto per Fabrizio de Andrè
Anch'io ho cercato di seminare qualcosa nel piccolo letamaio di casa mia per quasi venti anni. Erano piccole ghiande. Di recente alcune hanno messo fuori la testolina dal letame e guardando bene ne ho viste altre che tendono alla luce del cielo. Spero che un giorno, all'ombra di queste piccole e vigorose ghiande, divenute possenti querce, possa trovare pace, serenità e riposo ogni uomo di buona volontà e possa tendere la sua mano leale ai propri simili. Da ragazzo mi piaceva lo sport che ho praticato per quaranta anni. Oggi mi piacciono le api che presto non ci saranno più per le persone che guardano solo al proprio orticello e che hanno bisogno di occhiali per vedere la punta del loro naso. Vieni con noi ai Prati del Grutli?
si, ma il centro dove lo metti?? io personalmente penso che il centro, la toscana, l'umbria e le marche per intenderci non abbiano bisogno di per se del nord. La qualità della vita è elevata, la ricchezza pro capite anche, non capisco che bisogno abbiate di rincorrere il nord..
socio-culturalmente le 3 macroaree in cui è divisibile l'italia sono Padania, centro o Etruria e Meridione
tra l'altro il centro a differenza del nord stesso è un'area ben omogenea culturalmente che non ha bisogno di altro. Per carità, io la toscana l'accoglierei volentieri, ma se già iniziamo a creare ibridi storico-politici va a finire che poi ci riproporranno l'itaglia unita..
e poi roma e il lazio chi se li prende??! con la scusa che roma è (quasi ) al centro della penisola va a finire che roma ce l'appioppano a noi...dio ce ne scampi!!
Credevo che il federalismo cercasse, in primo luogo, l'unità nella diversità. Ma devo esserimi sbagliato. La Svizzera, comunque, è nata e cresciuta su questo principio. Eppoi non c'è niente da "accogliere". Mica ci fate un favore "accogliendoci". Si parte fra eguali per trarre comune vantaggio dall'unione. Se non si ritiene che sia vantaggio, niente contratto di federazione. Più semplice di così. Ma che strano popolo c'è qui. Si dichiara "federalista" e tutti dimostrano in continuazione di avere un'idea vaga ed approssimativa di cosa sia il federalismo. Una specie di nuova Lega in fieri.