Soppravaluti il peso elettorale dell'Udc. Alle ultime mministrative è stato bastonato. Soprattutto al Nord. (da me è passato dal 6% all'1,8% provinciale.)All'indomani della caduta del governo presieduto da Romano Prodi sembrava a tutti che per Silvio Berlusconi si riaprisse una trionfale via verso le elezioni politiche e dunque verso Palazzo Chigi. A pochi giorni dallo scioglimento delle camere e dall'indizione delle elezioni politiche il trionfo di Berlusconi non sembra più così sicuro. Paradossalmente a giocare contro questa marcia trionfale è stato lo stesso Cavaliere che per emulare Walter Veltroni e il suo Pd ha deciso di lanciare una lista unica tra Forza Italia ed Alleanza Nazionale e "quanti ci stanno". La mossa sembrerebbe appunto speculare a quella di Veltroni, con la piccola differenza che se per Veltroni e il Pd potrebbe rivelarsi un inaspettato successo per Berlusconi e Fini potrebbe essere l'inizio di una serie infinita di problemi che metteranno in seria discussione la vittoria trionfale alle prossime politiche. La lista unica del Popolo delle Libertà soddisfa l'esigenza di dominio assoluto del Cavaliere che potrà così formare un esercito scelto e compatto di sodali da mettere sotto il suo nome e alimenta le ambizioni di Fini che, smentendo se stesso, pensa ora di raccogliere, presto o tardi, l'eredità politica di Silvio Berlusconi. Ma la lista unica del Popolo delle Libertà ha anche un grosso difetto: quella di essere appunto "unica". Il "porcellum" è un sistema concepito per far vincere la coalizione capace di attrarre il maggior numero di voti e il mezzo migliore per attrarre tanti voti con questo tipo di legge è la presentazione di una molteplicità di liste. La presentazione della lista unica di Fi e An smentisce questo concetto. La lista unica farà tanti scontenti: in politica 2+2 non fa sempre 4 dunque non è affatto detto che il Pdl avrà esattamente come risultato elettorale la somma dei voti di Fi e An, in secondo luogo è chiaro che i posti sicuri dovranno in primo luogo essere garantiti a Fi e An e dunque diventa parecchio difficile garantire dei posti sicuri per camera e senato per i "cespugli" come la DCA di Rotondi, i Socialisti di Caldoro, Giovanardi e i suoi, Dini e i suoi a cui forse andranno aggiunti la Destra di Storace, l'Udeur di Mastella e il partito della Mussolini. Inoltre la "scomparsa" di Alleanza Nazionale rischia di aprire un pericoloso spazio a destra che potrebbe tentare Storace e la Destra Radicale. Ma il nodo più grosso riguarda l'Udc. Il partito di Casini recentemente si era riallineato alla linea della ex Cdl fiutando che il vento stava cambiando ed era pronto a condurre una campagna elettorale simile a quella del 2006 considerato che ogni tentativo di far nascere qualcosa di alternativo alla ex Cdl era vanificato dalla mancata riforma elettorale. La mossa e il successivo aut-aut di Berlusconi hanno spiazzato Casini che sembra messo all'angolo. A questo punto Berlusconi e Fini stanno cercando di forzare le cose e di costringere Casini a passare sotto le forche caudine. Probabilmente però non calcolano i danni che potrebbe produrre una scelta solitaria di Casini. E' certo che Casini giocherà il tutto per tutto per sopravvivere e dunque tenterà di proporsi come alternativa politica al Pdl e al Pd e penso lo farà tentando di spingere verso posizioni populiste ed aggressive il Pdl e tentando di raccogliere gli scontenti i "rimasti a digiuno" del listone. E' chiaro che in questo suo percorso Casini potrebbe ritrovarsi al fianco il trio Pezzotta-Baccini-Tabacci e potrebbe puntare per danneggiare il duo Berlusconi-Fini su i due fratelli siciliani Cuffaro e Lombardo che con il loro 20% in Sicilia sono capaci di far perdere l'isola al Cavaliere.
L'operazione Popolo delle Libertà rischierebbe sostanzialmente di vanificare il presunto vantaggio che un centrodestra formato da Fi-An-Udc-Lega sembrava possedere rispetto alla scelta solitaria del Pd.
Forse sfugge che non occorre avere il 51%, ma solo 1 voto più degli altri per prendersi i vari premi di maggioranza.