Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 36/10 del 1 aprile 2010, Sant’Ugo, Stazione a San Giovanni in Laterano

Rassegna stampa del 1.04.2010

Giovedì Santo
In questo periodo le lobby anticattoliche stanno sferrando un micidiale attacco alla Chiesa Cattolica. Le vicende vere o presunte relative agli scandali del clero (cattolico o modernista?) sono un pretesto farisaico per sporcare l’immagine della Chiesa agli occhi dell’opinione pubblica. In occasione del Giovedì Santo, giornata sacerdotale per eccellenza, ribadiamo la gratitudine verso il ministero sacerdotale della Santa Chiesa Romana.

Divo Giulio
E' strano che non esistano imam o rabbini pedofili (Giulio Andreotti)

Business
“... agli appetiti economici che hanno portato grandi studi legali anglosassoni a pubblicare annunci sui media: “Vuoi diventare milionario? Metti tuo figlio in seminario per un anno e poi passa da noi“. La common law, in effetti, permette agli avvocati di dividere a metà con il cliente gli enormi risarcimenti stabiliti dai tribunali. Agenti degli studi legali utilizzano a tappeto liste di vegliardi per convincerli a denuncie miliardarie. Meglio se gli accusati sono morti: tanto, vescovi e superiori di congregazioni pagano comunque, per evitare scandali maggiori. Il “cattolico pederasta“ è da anni, negli Stati Uniti, il protagonista di un business enorme, tanto da avere portato alla bancarotta diocesi e ordini opulenti"
(Vittorio Messori, da Il Corriere della Sera del 27 marzo 2010)

I professionisti del fango infangano la Chiesa
Continua la guerra alla Chiesa cattolica sulla questione dei preti pedofili. Mentre, analoghi episodi sono stati riscontrati in istituti protestanti ed anche in istituzioni ebraiche. (…) La pedofilia è cosa mostruosa e deve essere punita con pene pesanti; ma, è inammissibile che si orchestri una campagna di queste dimensioni contro un'istituzione che da sempre condanna l'omosessualità e la pedofilia. Basta ricordare le parole del Vangelo contro chi da scandalo ai bambini. In quasi tutti i paesi del mondo occidentale la storia dei preti pedofili è diventato il primo argomento di cronaca. I più accaniti accusatori sono i sostenitori dell'omosessualità, della pornografia e della droga.
(Fonte: rassegna stampa di Associazione Cattolici Genovesi del 15.03. 2010, segnalazione dell’Ass. La Torre del 27.03.2010, Associazione Culturale La Torre - Volano (TN))

Sullo stesso argomento
Sulla rassegna “I segni dei tempi” ho trovato questo articolo di Olavo de Carvalho, uscito su O Globo il 27 aprile 2002 e tradotto. Merita riportarlo quasi integralmente.
“In Grecia e nell’Impero Romano l’uso di minori per la gratificazione sessuale degli adulti era una pratica tollerata e persino apprezzata. In Cina, i bambini castrati erano venduti a ricchi pedofili e questo è stato un commercio legittimo per millenni. Nel mondo islamico, la morale rigida che regola i rapporti tra uomini e donne sono spesso compensati dalla tolleranza circa la pedofilia omosessuale. In alcuni Paesi si è protratta almeno fino all’inizio del XX secolo, rendendo l’Algeria, per esempio, un giardino di delizie per i viaggiatori depravati (leggere le memorie di André Gide, Si le grain ne meurt). In tutti quei luoghi dove la pratica della pedofilia decadde, fu per l’influenza del cristianesimo – e praticamente solo per essa – che ha liberato i bambini da quel terribile giogo. Ma che ha pagato un pedaggio.
È stata come una corrente sotterranea di odio e di risentimento che ha attraversato due millenni di storia, aspettando il momento della vendetta. Quel momento è arrivato. Il movimento di induzione alla pedofilia inizia con Sigmund Freud quando crea una versione caricaturale erotizzata dei primi anni di vita, una storia assorbita facilmente dalla cultura del secolo. Da allora la vita familiare, nell’immaginario occidentale, è sempre più stata vista come una pentola a pressione di desideri repressi. (…)
Il potenziale politico esplosivo di questa idea è immediatamente utilizzato da Wilhelm Reich, psichiatra comunista che organizza in Germania un movimento per “liberazione sessuale dei giovani”, poi trasferito negli Stati Uniti, dove arriva a costituire, probabilmente, l’idea guida principale per la rivolta degli studenti negli anni ‘60. Nel frattempo, il Rapporto Kinsey, che ora sappiamo essere stato una frode in piena regola, distrugge l’immagine di rispettabilità dei genitori, presentandoli alle nuove generazioni come ipocriti malati o come occulti libertini sessuali.
L’arrivo della pillola e dei preservativi, che i governi stanno cominciando a distribuire allegramente nelle scuole, suona come il tocco di liberazione generale dell’erotismo dei bambini e degli adolescenti. Da allora l’erotizzazione dell’infanzia e dell’adolescenza si propaga dai circoli accademici e letterari alla cultura delle classi medie e basse attraverso innumerevoli film, spettacoli televisivi, “gruppi di incontro”, corsi sulla pianificazione familiare, annunci e tutto il resto. L’educazione sessuale nelle scuole diventa un incentivo diretto ai bambini e ai giovani a praticare ciò che vedono nei film e in televisione.
Ma fin qui la legittimazione della pedofilia è solo insinuata, nascosta, in mezzo a rivendicazioni che la includono come conseguenza implicita. (…) Uno degli autori del Rapporto Kinsey, Wardell Pomeroy, pontifica che l’incesto “spesso può essere utile”. Con il pretesto della lotta contro la discriminazione, i rappresentanti del movimento gay sono autorizzati a insegnare nelle scuole elementari i benefici della pratica omosessuale. Chiunque vi si opponga è stigmatizzato, perseguitato, licenziato. (…)
È impensabile che una rivoluzione mentale tanto ampia, che si è diffusa in tutta la società, miracolosamente non influenzi una parte speciale del pubblico: i sacerdoti e seminaristi. Nel loro caso si è sommato alla pressione esterna uno stimolo speciale, ben calcolato per agire dall’interno. In un libro recente, Goodbye, Good Men, il corrispondente americano Michael S. Rose mostra che da tre decenni organizzazioni gay statunitensi stanno infiltrando loro membri nei dipartimenti di psicologia dei seminari per ostacolare l’ingresso dei candidati vocazionalmente forti e motivati per forzare l’ingresso massivo di omosessuali nel clero. (…)
Molestati e sabotati, confusi e indotti, è inevitabile che prima o poi, molti sacerdoti e seminaristi finiscano per cedere al generale degrado nei confronti di bambini e adolescenti. E quando ciò accade, tutti gli esponenti della cultura moderna “liberata”, l’intero establishment “progressista”, tutti i media “avanzati”, in breve, tutte le forze che per cento anni sono andati spogliando i bambini dell’aura protettiva del cristianesimo per consegnarli alla cupidigia degli adulti cattivi, improvvisamente si rallegrano, perché hanno trovato un innocente sul quale scaricare la loro colpa.
Cento anni di cultura pedofila, all’improvviso, sono assolti, puliti, riscattati davanti all’Onnipotente: l’unico colpevole di tutto è … il celibato sacerdotale! Il cristianesimo deve pagare adesso per tutto il male che ha impedito loro di fare. (…) Mai la teoria di René Girard sulla persecuzione del capro espiatorio come soluzione per il ripristino delle unità illusoria di una collettività in crisi, ha trovato una conferma così evidente, così ovvia, così universale e allo stesso tempo. (…)”.
(Fonte: Antidoti di Rino Cammilleri del 29.03.2010, Rino Cammilleri – Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea )

Mea culpa
I media si guardano bene a indicare, come causa principale di alcuni comportamenti scandalosi di membri del clero, l’apertura al mondo auspicata da Giovanni XXIII e attuata dai suoi successori (e applaudita dagli stessi media). Nel 2000 Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger sono stati protagonisti della giornata dei mea culpa per gli (inesistenti) errori della Chiesa. Invece di chiedere perdono per le (ripetiamo: inesistenti) colpe dei Papi defunti, avrebbero dovuto battersi il petto per le proprie responsabilità nella distruzione dottrinale e morale dei seminari.

La papessa Wanda
(…) Wojtyla, infatti, è stato il primo nella Chiesa universale a utilizzare gli strumenti della psicologia per vagliare i seminaristi e prevenire i casi di abusi sessuali del clero. A Cracovia affidò alla psichiatra amica Wanda Poltawska il delicato compito di individuare, con occhio clinico e mano ferma, chi meritava un’osservazione supplementare (…).
(Da La Stampa del 26 marzo 2010)

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