CATANIA - L'Europa chiede al nostro Paese un tasso di occupazione femminile del 60% entro il 2010 ma in Italia siamo fermi al 46,3%, e secondo questo dato, rilevato nel 2006, siamo penultimi in Europa.

Sono i dati emersi dalla Nota aggiuntiva di Lisbona che sono al centro del convegno su 'Lavoro femminile e welfare: come competere in Europa' aperto a Catania dal ministro alle Politiche europee, Emma Bonino, che sollecita "interventi bipartisan per risolvere la questione femminile, che è un'emergenza che va risolta". Ai lavori partecipano anche i ministri per la Famiglia, Rosy Bindi, e per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini.

In Italia ci sono 7 milioni di donne in età lavorativa ma fuori dal mercato del lavoro e continuano a esistere due Paesi. Nel Mezzogiorno il tasso d'occupazione delle donne di età tra i 25 e i 34 anni è del 34,7% contro il 74,3% del Nord. I fenomeni di scoraggiamento al Sud sono sempre più diffusi: 110.000 inattive in più solo nel primo semestre del 2007 e le donne del Sud hanno rinunciato a cercare lavoro.

Nella fascia over 45 anni il tasso di occupazione femminile delle regioni più sviluppate d'Italia crolla di quasi 20 punti percentuali rispetto alla media Ue e la fine della carriera coincide con esigenze di maternità.

Le donne italiane lavorano in media 7 ore e 26 minuti al giorno, di cui 5 ore e 20 minuti sono di lavoro in famiglia. Gli uomini italiani dedicano alla cura domestica solo 1 ora e 35 minuti al giorno. In Svezia le donne lavorano complessivamente meno: 6 ore e 54 minuti, di cui 3 ore e 42 dedicate alla famiglia e il resto al lavoro retribuito.

Le donne, secondo la ricerca, sono discriminate nell'arrivo ai vertici societari. Nel 63,1% delle aziende quotate, escluse banche e assicurazioni, non figura alcuna donna nel Consiglio di amministrazione. Considerando il numero totale dei componenti dei Cda, su 2.217 consiglieri, solo 110 sono donne, pari al 5%. Nel settore pubblico va un pò meglio, ma i vertici politici restano "maschili": ministre e sottosegretarie sono solo il 20%, le deputate sono solo il 17%.

Le donne italiane sono in media pagate il 9% in meno degli uomini, a parità di lavoro. La differenza di salario tra uomini e donne con ruoli dirigenziali sale al 26,3%. Anche quando arrivano "in alto" le donne sono discriminate. La povertà, in Italia, è soprattutto femminile. La vulnerabilità delle famiglie e dei bambini aumenta se il "capofamiglia" è donna.

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