63 anni fa finiva la conferenza nella quale le due super-potenze decisero di spartirsi il potere sul Mondo.

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CONFERENZA DI JALTA
(4-11 febbraio 1945). Seconda conferenza delle tre maggiori potenze alleate (Stati uniti, Gran Bretagna, Unione sovietica) durante la seconda guerra mondiale. Riunì sulle rive del mar Nero F. D. Roosevelt, W. Churchill e Stalin negli stessi giorni in cui l'Armata rossa, sfondato il fronte tedesco in Polonia, liberava Varsavia e puntava su Berlino. Tradizionalmente considerata la sede in cui le grandi potenze regolarono i loro rapporti di forza in base al principio geopolitico delle "sfere di influenza", preludio ai blocchi degli anni della guerra fredda, sancì politicamente lo stato di fatto derivante dalla situazione militare in Europa; in realtà nulla fu allora concesso, da una parte e dall'altra, che non rientrasse già sotto il dominio effettivo o potenziale sovietico e angloamericano. Affrontò essenzialmente quattro problemi: la questione polacca, lo status della Germania postbellica, la questione del veto al Consiglio di sicurezza dell'Onu, le condizioni della partecipazione sovietica alla guerra nel Pacifico. La disponibilità sovietica alla riorganizzazione su basi più democratiche del governo filocomunista di Lublino (Polonia) e allo spostamento verso ovest del confine russo-polacco indusse Roosevelt a non insistere per la creazione di un'Alta commissione di emergenza tesa a garantire l'occupazione congiunta alleata dell'Europa orientale, e ad accontentarsi di una dichiarazione con la quale gli alleati si impegnavano a costituire nelle nazioni liberate governi rappresentativi sulla base di libere elezioni. La sola intesa raggiunta sulla Germania riguardò la divisione del paese in quattro zone di occupazione e l'assegnazione della quarta zona alla Francia, mentre aspre discussioni ebbero luogo sul problema delle future riparazioni. Ai membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu fu riconosciuto il diritto di veto sulle risoluzioni considerate contrarie ai loro interessi nazionali e persino sulla stessa discussione delle questioni, preparando così la paralisi su ogni controversia che riguardasse due o più membri permanenti. Un accordo segreto tra Stati uniti e Unione sovietica stabilì infine l'impegno sovietico a intervenire nella guerra in estremo Oriente due o tre mesi dopo la resa tedesca in cambio della cessione delle isole Kurili e della parte meridionale dell'isola di Sachalin, del controllo sulla principale ferrovia della Manciuria e del riconoscimento dell'indipendenza della Mongolia esterna dalla Cina.

S. Battilossi