Originariamente Scritto da
Myrddin-Merlino
Aklla fine l'ha vinta lui? Ci siamo lasciati castrare senza reagire?
Frattini: bandire "Falce e martello"
--------------------------------------------------------------------------------
teogros08-02-2005, 11:01
ROMA - Franco Frattini apre sulla messa al bando dei simboli comunisti nei paesi dell'Unione europea. Rispondendo a una lettera degli europarlamentari Vytautas Landsbergis, ex presidente della Lituania, e Jozsef Szajer, ungherese, il commissario Ue a Giustizia, Libertà e Sicurezza si dice disposto ad affiancare al dibattito tutt'ora in corso nell'Unione sul divieto di utilizzare gli emblemi nazisti, quello sui quelli comunisti, o "bolscevichi", come Frattini preferisce dire.
"L'Europa per molti anni si è comportata in conseguenza del fatto di essersi liberata dal nazismo anche grazie all'Armata rossa - scrive il commissario nella risposta alla lettera inviatagli la scorsa settimana dai due europarlamentari sull'argomento - il vostro ingresso nella Ue ha fatto sì che la dimensione della vostra sofferenza sia diventata oggi parte della nostra storia". Il commissario Ue - che ieri ha spiegato la sua posizione a Roma a margine di un incontro con i membri dello European press club - conclude spiegando di essere pronto ad attivare "nelle forme e nei luoghi che l'Europa vorrà scegliere" una discussione sulla messa al bando di tutti i simboli del totalitarismo.
La lettera di Frattini è la risposta alla missiva che gli era stata inviata la settimana scorsa da Landsbergis e Szajer, con l'appoggio di una decina di europarlamentari dei paesi dell'Est appena entrati nella Ue. "Suggeriamo che se si prende in considerazione il bando della svastica come simbolo nazista anche i simboli comunisti andrebbero trattati nella stessa maniera", avevano scritto i due.
A innescare la questione, la proposta - avanzata pochi giorni prima del sessantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz e in corrispondenza con la polemica generata dalle foto del principe Harry in divisa nazista a una festa - di bandire in tutti i paesi dell'Unione i simboli nazisti. Proposta apprezzata da Landsbergis e Szajer, che però hanno colto l'occasione per far dare voce al disagio dei paesi dell'Est, da poco ricongiunti al resto dell'Europa dopo decenni di separazione imposti dal comunismo e dalla guerra fredda.
"Bisogna essere determinati nell'affrontare il passato sia nazista sia comunista del nostro continente e questo richiede - sostenevano i due - una risposta proporzionata ed equilibrata. E' ben noto e documentato che le dittature comuniste sono responsabili per la morte di decine di milioni di civili innocenti, in numeri non inferiori a quelli delle dittature naziste". "Se nessuno dovrebbe cercare di sottostimare l'importanza di prendere le distanze dall'estremismo di destra, lo stesso codice morale dovrebbe essere applicato al comunismo, l'altra ideologia estremista dello scorso secolo", conclude il testo.
Spiegando poi il senso dell'iniziativa, Landsbergis e Szajer hanno sottolineato di non volere dall'Unione un divieto ufficiale nei confronti della falce e martello o della stella rossa: piuttosto, l'avvio di una riflessione su ciò che accade dopo la caduta della Cortina di ferro. "Vivo in un paese che non è stato altrettanto fortunato dell'Italia, tanto per citare un esempio - ha spiegato l'ungherese Szajer - noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle entrambi i sistemi totalitari e per noi cittadini d'Ungheria, e per le centinaia di migliaia e forse milioni di persone