La legge elettorale del dentista continua ad avere i suoi effetti nel Senato.
Ammesso che il Popolo delle libertà, erede della CDL si riprenda tutte le regioni conquistate dalla medesima, avrà in quelle regioni uguale numero di seggi senatoriali causa il premio di maggioranza.
Ma il mancato incameramento dell’UDC riduce il PPL a conquistare pochissime altre regioni.
Pertanto secondo certi calcoli potrebbe, nelle regioni conquistate, ottenere nove senatori in più.
Però esiste il problema che nelle regioni dove si era affermato il centrosinistra e rimarranno al Partito Democratico, i seggi delle minoranze dovranno essere divisi dal Partito delle libertà con quelli che prenderà la Sinistra arcobaleno e in questo caso il PPL perderebbe 5 senatori rispetto alla CDL del 2006.
Pertanto Berlusconi passerebbe da 155 seggi del 2006 a 159 seggi.
Troppo pochi per affrontare le riforme.
Ecco presentato su un piatto di argento la scusante che, per portare avanti le riforme, occorrerà fare un governo di grande coalizione.
Questa è la situazione attuale.
Si vedranno i sondaggi e poi le votazioni.
Tuttavia Berlusconi, comunque vada, non riuscirà a raggiungere con il PPL almeno 165 senatori, per avere la scusante di fare il governo riformista da solo.