Concordo con bixio quando sostiene che è importante la politica e programmi.
Le svolte politiche di rifondazione comunista sono state tante e tutte il preludio a questa situazione.
Assolutizzando temi come la non-violenza, rimozione del 900 o la critica al potere (basterebbe leggere gramsci sull'ultimo argomento) si è voluto tout court traghettare i comunisti verso la sua perdità di identità, neanche a vantaggio elettorale!
Ora questa dirigenza pur di non ammettere il proprio fallimento strategico (dov'è tra l'altro ora la sinistra europea, sezione italiana?) tenta addirittura di superare il progetto autonomo di un partito dei comunisti in Italia.
Non fare campagna per il No all'ultimo referendum tra i lavoratori, distinguendo tra missioni di rapina e guerra, non partecipare per la prima volta all'incontro internazionale dei partiti comunisti ed operai lo scorso novembre a Misk, sono solo tasselli fondamentali che mancano e che fanno riflettere sulla direzione di questo partito.
Un partito comunista sta con il lavoratori ma propaganda quotidianamente che il vero problema è il contrasto insanabile tra capitale e lavoro (con Sd e Verdi sarà mai possibile questo?) Un partito comunista lotta per ristabilire relazioni e lotta tra tutti i partiti comunisti ed operai oggi esistenti.
Un partito comunista nazionale e non settario deve avere rapporti ed alleanze con le altre forze della sinistra per far fare un passo in avanti alla classe (lezione di Togliatti) ma mai perdere la propria autonomia e luogo fondamentale per cambiare lo stato di cose presenti: Il partito.
Emanuele
Mi sembra eccessivo dire che guerre e morti sul lavoro siano stati "causati" dal governo Prodi: c'erano già. Si é cercato di porvi rimedio. Ci si é riusciti? Non abbastanza.
I punti che citi (guerra, identità ecc) hanno sempre causato una accesa contrapposizione all'interno del partito, tra la maggioranza e tutte le minoranze. Ma oltre a denunciare la linea sbagliata della maggioranza, occorre anche lavorare per migliorare la situazione.
I rospi ingoiati finora sono stati sopportati proprio con questa prospettiva: oggi vincete voi, ma intanto lavoriamo per cambiare i rapporti di forza di domani. Certo, si sarebbe potuta praticare una rottura in stile Turigliatto/PCL/PdAC/SinistraCritica. Ma questo avrebbe portato ad una situazione migliore? Direi proprio di no. Al massimo avrebbe potuto togliere dal partito qualche altro rompicoglioni sgradito a Bertinotti e amici.
E allora, in riferimento a Outis: chi dovrebbe avere la coscienza più pulita? Chi vota o agisce "secondo coscienza" pur sapendo di causare un danno maggiore, o chi sopporta una ritirata mentre costruisce una offensiva, con tutti i rischi del caso?
Il problema é che, fino ad oggi, siamo riusciti a praticare quasi solo ritirate. E proprio alla vigilia di un congresso che ne avrebbe potuto metterne in discussione l'egemonia, la (ex?) maggioranza del PRC ha compiuto l'ennesimo cambio di strategia.
La rimozione di falce e martello non é solo una questione di simbologia o vecchiume, checché ne dicano Giordano o il Mostro. La linea politica della Sinistra Arcobaleno appare sempre più allineata alle priorità dettate da Sansonetti (qualche giorno fa ad Annozero), Bertinotti (a Ballarò) e Occhetto (agli Stati generali dello scorso dicembre):Il fatto che il lavoro figuri solo al quarto posto é strettamente legato, guarda caso, alla sparizione dei simboli del lavoro dalla scheda elettorale. La rimozione di falce e martello non é altro che un ennesimo passo, forse quello finale, verso la rimozione definitiva delle analisi e dei contenuti che essi rappresentano. Di fronte a questa prospettiva, é possibile compiere l'ennesima ritirata?
- ambientalismo;
- diritti civili;
- questione morale;
- disparità salari/rendite.
Qui abbiamo già un punto di disaccordo. Il Governo Prodi è stato perfettamente in linea col precedente rispetto a questi due crimini (guerre imperialiste e strage sul lavoro). Non mi sembra che abbia tentato di porre qualche rimedio, se non a parole - poche -.
Ecco, non mi sembra che qualcuno - all'interno - si sia mosso per migliorare la situazione. Dai tempi dell'espulsione di Ferrando per la critica ad Israele o degli altri fuoriusciti, a me sembra che la linea di Rif. Com. e del PdCI sia stata sempre la stessa: mantenere un posto all'interno della casta. Diciamo che hanno formato quella che i compagni di Utopia Rossa definiscono bene "sottocasta dei Forchettoni Rossi".I punti che citi (guerra, identità ecc) hanno sempre causato una accesa contrapposizione all'interno del partito, tra la maggioranza e tutte le minoranze. Ma oltre a denunciare la linea sbagliata della maggioranza, occorre anche lavorare per migliorare la situazione.
In pratica avete lavorato all'interno del partito per cambiare il rapporto di forza dentro al partito stesso, strafregandovene del lavoro territoriale ed esterno. A Roma, per esempio, il PdCI è sparito da tempo e Rif. Com. si vede solo nelle aule consiliari municipali o comunali...ma in giro, tra la gente, chi ci sta?I rospi ingoiati finora sono stati sopportati proprio con questa prospettiva: oggi vincete voi, ma intanto lavoriamo per cambiare i rapporti di forza di domani.
Dipende dal motivo per cui ognuno si discosta dalla linea di partito. Se ci si discosta da comunisti, allora è un conto. Se ci si discosta per giochi di (sotto)potere e di interessi privati, allora è un altro paio di maniche e non mi interessa nemmeno discuterne.Certo, si sarebbe potuta praticare una rottura in stile Turigliatto/PCL/PdAC/SinistraCritica. Ma questo avrebbe portato ad una situazione migliore? Direi proprio di no. Al massimo avrebbe potuto togliere dal partito qualche altro rompicoglioni sgradito a Bertinotti e amici.
Ti prego di essere pià esplicito perché faccio fatica a capire, oggi. La coscienza pulita dovrebbe essere una conditio sine qua non per avere la dignità di fare politica, ma mi pare una caratteristica che sta scomparendo...E allora, in riferimento a Outis: chi dovrebbe avere la coscienza più pulita? Chi vota o agisce "secondo coscienza" pur sapendo di causare un danno maggiore, o chi sopporta una ritirata mentre costruisce una offensiva, con tutti i rischi del caso?
Chi vota a favore di una guerra imperialista non è un comunista, a mio modesto parere. Chi vota - alle elezioni - qualcuno che ha sostenuto una guerra imperialista per me sbaglia.
Queste elezioni sono diverse dalle altre, cari compagni, qui si sta giocando una partita diversa dalle altre. Non pensate che quella "X" sia importante come gli altri anni. Stavolta la posta in gioco è un'altra. Altro che la falce ed il martello, qui ci stanno propinando un bipartitismo - più le alette estreme - centrista, borghese ed imperialista in perfetto stile statunitense!
Invece di farsi la guerra a sinistra o di costruire arcobaleni, nessuno si sta impegnando per costruire un fronte popolare democratico, in cui siano i comunisti a prendere in mano le redini della direzione... Nessuno si sta occupando del livello territoriale locale, l'unico che paga in termini diacronici. Nessuno ha capito che l'unica cosa che paga è l'elaborazione e l'applicazione di una nuova teoria anticapitalista. Altro che simboli...
Ti ripeto, sarò io l'orbo, ma non mi sembra che ci sia stata una battaglia dentro al PRC per affermare una politica differente rispetto a quella di Bertinotti-Giordano. Hanno introdotto il pacifismo votando missioni di guerra. Oggi Bertinotti era al Celio ad accogliere la salma del militare morto in Afghanistan, in una guerra imperialista e domani sarà a capo di una coalizione di sinistra verdolina a parlare di pacifismo? A spasso, tutti a spasso devono andare o...meglio...a lavorare, perché mi sa che non sanno cosa significhi essere precario o operaio, porca puttana!Il problema é che, fino ad oggi, siamo riusciti a praticare quasi solo ritirate. E proprio alla vigilia di un congresso che ne avrebbe potuto metterne in discussione l'egemonia, la (ex?) maggioranza del PRC ha compiuto l'ennesimo cambio di strategia.
Questo è chiaro.La rimozione di falce e martello non é solo una questione di simbologia o vecchiume, checché ne dicano Giordano o il Mostro.
A parte il fatto che i temi di cui parlano sono anche trattati male (ambientalismo...sarebbe tutto da discutere il loro modo di vedere, visto che poi sostengono la TAV, per esempio), la cosa che fa ridere è che non mettono in discussione il modo di produzione capitalistico, ma cercano dei miglioramenti dei salari...e basta! Cazzo, Marx lo scriveva nel 1844 che queste richieste sono fumo negli occhi!!! Questi ancora prendono per il culo l'8% degli italiani!La linea politica della Sinistra Arcobaleno appare sempre più allineata alle priorità dettate da Sansonetti (qualche giorno fa ad Annozero), Bertinotti (a Ballarò) e Occhetto (agli Stati generali dello scorso dicembre):Il fatto che il lavoro figuri solo al quarto posto é strettamente legato, guarda caso, alla sparizione dei simboli del lavoro dalla scheda elettorale. La rimozione di falce e martello non é altro che un ennesimo passo, forse quello finale, verso la rimozione definitiva delle analisi e dei contenuti che essi rappresentano. Di fronte a questa prospettiva, é possibile compiere l'ennesima ritirata?
- ambientalismo;
- diritti civili;
- questione morale;
- disparità salari/rendite.
Caro Egemonia, io non sono disfattista né aprioristicamente contro i partiti, ma questa gente sta facendo un'operazione sporca che nessuno ha seriamente contestato fino ad oggi. Mi meraviglio che vi stiate muovendo solo ora che tolgono il simbolo. Ti ripeto, state dando ragione al buon Sorel.
devo spezzare un pò di lance a favore di qualcuno, perchè ciò che è giusto è giusto!
non è assolutamente vero che all'interno di rifondazione non ci sia stata un'opposizione forte contro un aumento del moderatismo della dirigenza.
Bisogna dire innanzitutto che le posizioni della dirigenza trovano legittimità nel fatto che la maggior parte del partito sta con loro (me compreso), e la I mozione ha vinto tutti i congressi democraticamente.
Le minoranze sono sempre più rumorose della maggioranza.
E difatti si sono fatti sempre sentire.
Ricordo, per esempio, un fatto eclatante accaduto nel 2002 quando i compagni di essere comunisti contestarono sul palco congressuale la scelta del partito di usare come slogan "rifondazione rifondazione rifondazione" e innalzarono uno striscione con su scritto "comunisti comunisti comunisti".
Ma le contestazioni sono sempre state forti, la maggior parte durante i congressi, tant'è che alle volte si è pure arrivati alle mani.
Poi è ovvio che all'esterno queste cose non si sappiano, ed è giusto che sia così.
Ma dirò di più, il fatto che ci fossero intere mozioni cristallizate, in continua rottura con la maggior parte del partito, portò gente come me ad allontanarmi da rifondazione.
Io non feci la tessera ai giovani comunisti ed abbandonai gli incarichi di dirigenza che avevo, non perchè non ero d'accordo con la linea del partito, ma perchè ritenevo troppo lassiva la linea della maggioranza nei confronti delle minoranze.
Amo il centralismo democratico, IO!!!
Spezzata questa lancia in favore delle minoranze, che han sempre contestato la maggioranza sia per la pratica che per la scelta della simbologia politica; ora voglio spezzare una lancia in favore della magioranza:
non è assolutamente vero che ci sia in atto una svolta socialdemocratica (ecologista forse, ma la riterrei giustificata se fosse fatta verso un ecologismo intelligente e non del costante rifiuto), e soprattutto (e qui si arriva a livelli di menzogna) che non ci sia nell'azione politica di rifondazione oggi una centralità del tema del lavoro.
Questo non è assolutamente vero; ad oggi il lavoro è assolutamente centrale nell'agenda politica di rifondazione.
Naturalmente i diritti civili non possono essere esclusi dalla suddetta agenda politica che piaccia o no, soprattutto in quanto in questo momento c'è, da parte delle destre, un attacco per l'egemonia culturale nella società proprio utilizzando tematiche inerenti ai diritti civili che nel passato abbiamo conquistato e che ora ci vogliono negare, l'attacco che stanno facendo sui temi etici è un attacco gramsciano, portato avanti proprio da chi nelle scuole gramsciane del PCI c'è cresciuto, e sa come funziona l'egemonia nella società, noi non possiamo abbandonare le casematte culturali conquistate negli anni passati, per il bene dell'italia tutta.
Bisogna anche dire una cosa: questo partito può anche dare l'impressione di non essere più comunista, e magari può anche essere vero, il problema è che ad oggi nessuno può spiegare cosa vuol dire essere comunisti nel 2008... certo può farlo ferrando, non lo metto in dubbio, anch'io potrei parlare del comunismo facendo finta di essere nel 1890, ma io la politica la voglio fare "cum grano salis" e non "cum coppola di minchias".
In un altro thread ho più volte chiesto a tutti cosa volesse dire essere comunisti nel 2008; quale fosse il progetto strategico di società di un partito comunista; è ovvio che nessuno ha saputo rispondermi se non con generiche affermazioni di principio, ma il problema è grande, e le domande le rilancio a chi voglia cimentarsi, ma è ovvio che ognuno ha la sua idea, ma non esiste un disegno complessivo dei "comunisti", se non qualche punto fermo ereditato dal passato.
Il nostro partito sta facendo ciò che stanno compiendo il 90% dei partiti comunisti d'europa occidentale, ognuno secondo le proprie specificità e a seconda del contesto sociale economico e politico in cui vive ed opera, ed in senso lato lo si stà facendo in tutto il mondo.
E non è per niente che ci sono profonde divisioni tra di noi: tra chi vede la cina come un esempio di socialismo avanzante e chi come un nuovo stato capitalista, o per il fatto che taluni comunisti amano il compagno presidente Chavez e altri lo additano come un moderato.
Ad oggi non c'è una definizione univoca di comunismo, il comunismo è variegato ed io rivendico il diritto di essere un comunista nella sinistra arcobaleno, perchè credo che quella sia l'unica strada per poter ricominciare, da comunista, ad essere al servizio vero dei lavoratori.
E quando dico "al servizio vero dei lavoratori" intendo dire, che faccio cose concrete: a) perchè le voglio fare, b) perchè ho la possibilità di farle.
Mi son rotto le gonadi di gridare ai 4 venti, voglio incidere nella società, non voglio fare il duro e puro che riesce solo a farsi le seghe.
la sinistra unitaria è l'unico futuro possibile per noi, che ci piaccia o no!
La mia domanda finale ("é possibile compiere l'ennesima ritirata?") non era retorica. Non conosco la risposta. In questo momento ci sono molte variabili in gioco.
La più rilevante, purtroppo e non per la prima volta, non dipende direttamente dai comunisti, ed é questa: i progetti della segreteria del partito potrebbero finire in disastro, a causa dei conflitti per le candidature, del risultato elettorale e delle differenze tra i 4 partiti della Sinistra Arcobaleno, che potrebbero causare una scissione dei gruppi parlamentari "unificati" (per capirci: fuga di SD e forse Verdi verso le posizioni del PD).
Questo fattore potrà essere valutato meglio quando saranno noti i capilista di Camera e Senato.
Finisco con una nota per Outis, che dice: «il Governo Prodi è stato perfettamente in linea col precedente rispetto a questi due crimini (guerre imperialiste e strage sul lavoro). Non mi sembra che abbia tentato di porre qualche rimedio, se non a parole - poche -». Non sono per niente d'accordo. Il ritiro dall'Iraq, il mantenimento di un "basso profilo" in Afghanistan, le scelte di politica estera nella guerra tra Israele e Libano e la nuova normativa sulla sicurezza sul lavoro non erano certo punti scontati per un ennesimo governo Berlusconi. Resta la domanda: é stato ottenuto abbastanza? Le rinunce sono state ripagate in qualche modo?
I partiti comunisti d'Europa si sono ritrovati a Minsk, compreso quello cinese, cubano e venezuelano. Il nostro partito dov'era? Si è smarcato da quella famiglia comunista che sta varando importanti iniziative di lotta, nazionali ed internazionali.
Se parli del Venezuela dovresti sapere che il partito comunista di quella regione non si è fuso nel partito socialista unificato, pensa un pò che si sta addirittura tentando di riparlare di socialismo!
Negare l'autonomia vuol dire accettare l'ideologia della contro parte, illudendo con insignificanti miglioramenti.
Un conto è dialogare con simili, un conto creare il partito della sinistra egemonizzato da Sd (referendum e posizioni internazionali lo confermano.)
I comunisti non possono essere una corrente di un partito di sinistra. L'equivoco della federazione è ormai finito.
Emanuele