“L’Onu è perdente se non ha l’appoggio delle grandi potenze occidentali. Solo con un forte sostegno delle grandi potenze il Pakistan non sarebbe più in grado di appoggiare i Taleban. E questi allora non avrebbero più di sei mesi di vita. Anche Osama Bin Laden non potrebbe sopravvivere”. Era l’8 ottobre 1998 e Massud, il Leone del Panshir, l’uomo che combattè vent’anni per il proprio paese e morì ucciso pronunciò questo inascoltato appello agli USA. Inascoltato perché allora gli USA stavano trattando con i talebani per ottenere la possibilità di attraversare l’Afghanistan con un oleodotto di importanza strategica per lo sfruttamento delle risorse energetiche dell’Asia centrale. L’11 settembre 2001 e tutto ciò che continua ad accadere conferma che probabilmente tale accordo è stato raggiunto. In Italia siamo scossi solo quando uno dei “nostri” viene coinvolto o ucciso, e oggi infatti se ne parla: sul Corriere (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle =H5K87) il comandante delle forze Isaf (International Security Assistance Force) della Nato, generale Federico Bonato, ripete che “la nostra missione è quella di aiutare il governo afghano e di assistere e addestrare le sue nuove forze di sicurezza”; su la Repubblica (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle =H5KA) il colonnello Kendall ricorda che “da un lato ci sono i reparti americani che lottano contro gli insorti a sud e ad est, dall’altro c’è l’Isaf. Una struttura bicefala che non facilita le cose”. A rendere attuali dopo dieci anni le parole del Comandante Massud l’articolo su l’Espresso (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle =H5QWV) dal titolo “Così salverò il Pakistan” dove il vedovo di Benazir Bhutto dichiara di voler operare sotto l’egida dell’Onu e di voler stringere accordi con talebani e gruppi legati ad Al Qaeda. E il Pakistan è l’unico paese islamico in possesso di atomiche. E Mr Bhutto non è uno stinco di santo (inquisito in Svizzera per tangenti miliardarie).