Originariamente Scritto da
Nicola
Sì, i meriti e le colpe ricadono sempre , come è giusto che sia, sul "compagno numero Uno"
o, come lo chiamo io ispirandomi a un nick di questo forum, il "compagno Codino". A lui gli onori e gli oneri. Nonostante il risultato non entusiasmante, continuo a ritenere un passo importante l'aver partecipato in maniera organica alle competizioni amministrative e non solo i auguro, ma considero indispensabile che si prosegua in questo cammino negli anni a venire.
Un risultato con (meno) luci e (più) ombre. Iniziando ad analizzare queste ultime, ricordo per prima cosa la mancata presentazione delle liste nella maggior parte delle regioni, fra cui la Lombardia, dove una presenza radicale esiste e non è del tutto trascurabile.
Nel Lazio, i voti sono raddoppiati grazie al traino di Emma Bonino, che è finita però a fare la "foglia di fico" dell'ormai impresentabile classe dirigente laziale piddina. Ed è sotto gli occhi di tutti il fatto che il PD non abbia spinto più di tanto per Emma, anzi. L'elezione di Rossodivita e dell'ottimo Rocco Berardo è comunque una buona consolazione, perché in quel consiglio Regionale, che dopo l'elezione di Polverini proseguirà senz'altro sull'asse Storace-Marrazzo, sappiamo benissimo che di noi, di compagni radicali, ne basta uno per far emergere tutta la lordura partitocratica. Ne abbiamo invece, due, un giurista e un economista.
Nel Sud la situazione era obiettivamente più difficile ed essere stati presenti per la prima volta in tre regioni contemporaneamente rappresenta comunque un inizio.
Deludente il risultato in Piemonte, dove la presenza di vari dirigenti nazionali, presenti sul territorio con buona costanza, avrebbe fatto sperare di meglio. Lo stesso si potrebbe dire per la Toscana, ma lì ha pesato negativamente la candidatura autonoma di un presidente non molto conosciuto (De Virgiliis).