Naturalmente non si possono citare cifre, perché la legge sui sondaggi politico-elettorali lo vieta espressamente dalla fine della scorsa settimana. Ma nelle stanze del Partito democratico circola uno studio approfondito, denso anche di rilevazioni recenti, sull’andamento della campagna elettorale in corso. Un documento che ha fatto scattare l’allarme rosso tra i principali dirigenti del partito, in testa Goffredo Bettini.
Secondo le analisi non avrebbe pagato come si sperava una campagna elettorale parallela a quella dell’avversario. Non basta che Silvio Berlusconi si sia mosso poco, perdendo parte del consenso accumulato nei mesi scorsi. Senza attaccare direttamente l’avversario, come Walter Veltroni si rifiuta di fare (lo ha rivendicato durante il viaggio in Sardegna), la rincorsa diventa tutta in salita.
Tanto è che l’analisi dei sondaggi già pubblicati dai giornali fino al 28 marzo scorso è impietosa. Nel 2001 - dalla data di scioglimento delle Camere fino all’ultimo giorno di pubblicazione consentita dei sondaggi - l’inseguitore dell’epoca, Francesco Rutelli, riuscì a recuperare ben 3,8 punti nel maggioritario della Camera (allora la legge era diversa) a Silvio Berlusconi che partiva con un vantaggio poi rivelatosi comunque incolmabile. Cinque anni dopo a inseguire fu lo stesso Berlusconi. Che nello stesso periodo rosicchiò a Romano Prodi 2,8 punti nel proporzionale.
In questa campagna elettorale i sondaggi pubblicati all’inizio e alla fine divergono molto. Quello più negativo per Veltroni gli assegna addirittura il passo del gambero: invece di recuperare sarebbe scivolato indietro di un punto fra il 6 febbraio e il 28 marzo. Quello più favorevole gli assegna un recupero di un punto e mezzo. Bisogna dire che in tutti e due i casi precedenti il recupero più clamoroso avvenne proprio nel periodo finale, quando i sondaggi dovevano restare segreti e utilizzati solo all’interno della ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Quel che si chiede dunque è più aggressività allo sfidante, che giorno dopo giorno dovrebbe attaccare almeno indirettamente con più decisione l’avversario.
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