Bisognerà vedere. Napolitano è sempre stato un atlantista, anche quando c'era ancora il P.C.I., di suo non avrebbe certo meno motivi di D'Alema di appiattirsi sulla posizione americana. Però una pressione molto forte da parte della diplomazia serba verso un paese come il nostro, che tende in genere a evitare i conflitti aperti e a mediare, potrebbe quantomeno ritardare la cosa. Anche se l'impressione è che, almeno da quando c'è la Seconda Repubblica, quando lo zio Sam (e lo zio Giuda) chiama, di colpo si diventa tutti efficientisti, determinati e decisionisti.
Il riconoscimento di uno stato, tanto più in una situazione così controversa e conflittuale, è un totale abuso se operato da un governo dimissionario cui compete solo l'ordinaria amministrazione. Se si arrivasse alle elezioni e all'insediamento del nuovo parlamento, si potrebbe sperare nella Lega, che è stata dall'inizio filoserba, anche se non c'è da illudersi troppo: sono diventati troppo servili anche loro.
Questa classe politica mediocre e meschina potrebbe fare un passo indietro solo se spintavi a calci nel sedere dalla situazione, cioè se fosse travolta da un'evoluzione degli assetti geopolitici che mettesse l'Europa alla mercé della Russia o comunque la terrorizzasse. Ma un'escalation politico-diplomatica (o addirittura militare, che è altamente improbabile per ora) che porti la Serbia e la Russia a una pressione fortissima sull'Europa, minacciando di tagliare le forniture di gas e di arrivare a una contrapposizione geopolitica frontale, benché sia uno scenario tutt'altro che irrealistico, non è certo cosa che può accadere in poche settimane, tranne sorprese. Sarebbe veramente ridicolo se dovessimo (uso la I plurale in senso figurato: io con quest'Italia prostituita e venduta non ho nulla a che fare, la mia Italia non è questa) ridisconoscere il Cossovo dopo qualche mese o anno dopo averlo riconosciuto, per paura di restare col culo al freddo o di venire polverizzati dalla III Guerra Mondiale!