(Il Messaggero) - 19/02/2008
Quasi fatta l'intesa con Lombardo
di MARCO CONTI
ROMA - L'ordine di serrare le fila, arrivato ieri mattina da Arcore, ha trovato argomenti in più nei sondaggi che Silvio Berlusconi ha ricevuto in serata. L'esigenza di rilevare anche lo strappo dell'Udc ha fatto scivolare di un giorno le abituali rilevazioni che in genere arrivano la domenica sul tavolo del Cavaliere. L'allarme rosso non è ancora scattato e il divario dal Pd resta ancora rilevante, ma il punto in più raccolto dal partito di Veltroni nel giro di una decina di giorni, ha allarmato il leader della Cdl interessato più al trend che al dato percentuale.
Preoccupa soprattutto l'immagine di nuovo che Veltroni sta riuscendo a far passare nell'elettorato e il ritmo di una campagna elettorale che peraltro costringe gli attuali leader del centrodestra a dover rispondere ancora dello strappo dell'Udc. A frenare l'entusiasmo che circola nel Pd, ci pensa Paolo Bonaiuti: «Veltroni avverta quando è arrivato al 102%, perché con due punti in più al giorno arriverà ben oltre».
Comunque sia il timore per il clima cambiato nel Paese e perle difficoltà che il Pdl incontra nel far ricordare agli elettori il governo Prodi, spinge il Cavaliere a serrare i ranghi. Dopo una settimana di polemiche e di tira e molla con l'Udc, Berlusconi sarà oggi a Roma. Ieri alcuni dei suoi più stretti collaboratori hanno ripreso a sondare gli umori di Storace, Mastella e Lombardo. Con tutti e tre il Cavaliere ha in corso trattative, ma i veti degli alleati rendono difficile l'accordo. Con Storace, leader de 'La Destra', il rapporto è diretto. An non ne vuol sapere di apparentamenti, ma Berlusconi valuta possibili desistenze al Senato in alcune regioni, Lazio in testa.
La decisione del 'Fronte Nazionale" di Tilgher di correre da solo, rende infatti la sfida a destra ancor più incerta. «Con i veti non si prendono i voti, - sostiene Storace - ricordo a Berlusconi che nel '96 ci fu chi mise il veto a Rauti».
Sull'Udeur pesa il "no" della Lega. Mastella, forte di una lettera che sarebbe stata sottoscritta dal Cavaliere nel quale si assicuravano all'Udeur undici posti alla Camera e quattro al Senato, non ha perso le speranza. L'idea del leader azzurro sarebbe quella di far confluire l'Udeur nelle liste dell Mpa di Raffaele Lombardo che, dalla Toscana in giù, dovrebbero sostituire quelle della Lega di Bossi.
Decisivo sarà l'incontro di oggi a palazzo Grazioli tra Lombardo e Berlusconi per siglare l'alleanza che dovrebbe portare nel centrodestra i voti dell'Mpa in cambio del via libera del Pdl alla candidatura dello stesso Lombardo a presidente della regione Sicilia. Il sodalizio tra Lombardo e Cuffaro sembra destinato a reggere in Sicilia, mentre nel voto nazionale Mpa e Udc prenderanno strade diverse. La quadratura del cerchio si troverà rinviando di una settimana il voto amministrativo siciliano rispetto a quello politico.
Sul definitivo via libera a Lombardo pesa però il "no" di Gianfranco Miccichè. L'azzurro, ex viceministro dell Economia, parteciperà oggi all'incontro di palazzo Grazioli tra Lombardo, Berlusconi e Alfano.
Le possibilità che possa reggere le argomentazioni del Cavaliere che teme di perdere il premio di maggioranza a palazzo Madama che in Sicilia vale quindici senatori, sono alquanto scarse.
Resta invece appesa ad una sentenza la possibilità che Berlusconi possa utilizzare, tramite Pizza, il simbolo dello scudo-crociato. «Noi confluiamo nel Pdl e non ne vogliamo sapere di questa storia», spiega Gianfranco Rotondi che, insieme a Cutrufo, Catone e De Luca, rappresenta la pattuglia degli ex Dc eletti nel 2006. L'idea di inserire il simbolo dello scudocrociato accanto a quello dell'Mpa, servirebbe al Cavaliere per sostituire anche graficamente il simbolo dell'Udc.
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