continua la mia battaglia all'interno dell' Italia dei Valori
in questo caso commento una lettera dell'on Fabio Evangelisti
in prima pagina sul blog AntonioDiPietro.com

cordialità, fabio


Date: Wed, 20 Feb 2008

To: fabio evangelisti

Subject: diritti delle donne o diritti delle persone?

Cc: gruppo bigenitorialità


Firenze 20 febbraio 2008

oggetto: diritti delle donne o diritti delle persone?


all'att. dell'on. Fabio Evangelisti


Carissimo Fabio,


ho letto la tua lettera sul BLOG di Antonio Di Pietro.


Premessa la mia solidarietà (apparirà scontato ma è giusto dirlo) alla ragazza cinese.


Vorrei fare però un ragionamento più ampio.


Prima di tutto stemperare questi toni di battaglia pro-contro donna (nessuno, e nemmeno Ferrara, ha sollevato questione del genere) che porta spesso ad un conseguente gratuito e dannoso scontro uomo/donna scontri che ahimè vedo troppo spesso ed in particolar modo nei partiti con radici comuniste.


Parlare ancora nel 2000 di diritto della donne con foto stile ’68 a me pare datato, antagonista e poco costruttivo. Nel futuro ci si va con proposte e idee non col mettersi “contro”, le persone tra l’altro sono stanche ed annoiate dal “contro”, hanno bisogno di cose reali e non di nuove battaglie intellettuali e ideologiche.


Tra l’altro, per parlare di “consenso”, nella situazione di discriminazione in cui vertono sempre più uomini della società occidentale la cosa ti posso assicurare (avendo la possibilità di sondare il polso di questi ambienti) inizia ad essere vista in modo sempre più antipatico.


Dunque usciamo da queste inutili diatribe uomo/donna/bambini

Perché non parlare di DIRITTO ALLA VITA?


Insomma, uno dei fondamenti della Costituzione (l’art.3) dice che siamo tutti uguali a prescindere di sesso, razza, religione, perché allora non mettiamo un po’ da parte l’idea dei “diritti di genere” (che crea come abbiamo potuto notare negli ultimi 30 anni solo conflitti) e parliamo di diritti delle persone, dell’essere umano?


Cose semplici, come DIRITTO ALLA VITA.


Questo vuol dire “tutelare la vita sempre”, quindi una donna non può perdere la vita perché porta un bambino in pancia, ma anche un bambino non può perdere la vita in pancia perché portato da una donna irresponsabile.

Io come molti leggo la proposta di Ferrara in termini di “provocazione”, gli aborti sono troppi lo dicono i più grandi leader occidentali (dai repubblicani ai laburitsti).


Tra l’altro a questa provocazione guardano con simpatia moltissime donne (ne ho una accanto, ne ho una per madre) e tantissime donne saranno firmatarie della moratoria e sono attiviste al pari di uomini dei vari movimenti per la vita (movimenti anche molto variegati tra loro). Dunque anche qui fare distinzioni di genere è sbagliato perché molte donne sono da una parte e molte dall’altra.


Insomma, io direi di passare oltre questi diritti di genere. Io non metto in discussione la possibilità di abortire in casi estremi o gravi, nessuno mette in discussione l’importanza della vita degli esseri umani e la tutela legale e morale che una donna in gravidanza deve avere al pari di quella del bambino. (come già scrissi nell’e-mail del 17.2.08)


Personalmente se mi verrà dato modo “concreto” di fare politica all’interno di questo partito che stimo per le battaglie legali, politiche, di libera informazione, di onestà e giustizia, cercherò (dato che sono giovane e penso con la mente nel 2000 e non nel millennio scorso) di portare una ventata di nuova pace tra i sessi.


Dunque No alle recriminazioni sul diritto di genere.


Si al diritto della persona e dunque Si al diritto alla vita, alla qualità della vita, al lavoro, alla famiglia, a crescere i propri figli, alla cura fisica, di non subire violenza fisica, alla sanità mentale, di non subire violenza mentale.


Fare leggi appannaggio di un solo sesso, di un genere, vuol dire fomentare l’odio tra i generi, io che sono nato in toscana nel centro di questi scontri di sessi, femminismo antagonista, diritti delle donne, comunismo, ecc.. ho visto solo morti, morti e morti nel nome di questo, non so come sono sopravvissuto ma come si dice ciò che non ti uccide ti rende più forte.


Una nota della mia vita: la cosa bella è che distaccarmi dalla cultura del comunismo, del femminismo, del diritto di genere ecc.. al contrario di quanto si pensi mi ha portato ad amare le donne più di prima e forse è proprio per questo che nonostante poche ore settimanali ho una figlia che mi ama più di qualsiasi altra cosa e perché io riesco ad amarla (ed a lottare per lei) così tanto.


Mi piace citare un libro che sto leggendo, scritto da una donna per donne: “La donna ad una dimensione” di Alessandra Nucci che dice del femminismo: “ Crea pregiudizi con la scusa di combatterli. Parla di uguaglianza ma intende uniformità. Si presenta come anti-autoritario ma conduce ad un nuovo autoritarismo. Dedico questo libro alle donne che vorranno valutare con autonomia di giudizio i modi con cui si sta cercando di strumentalizzare le donne.”


L’ideologia del ’68 è finita. (ed è impopolare tirarla fuori sotto le elezioni secondo me). Sono finiti i tempi delle ideologie (di genere, razza, religione). La gente vuole cose concrete. Lo si vede ovunque, ma per non andare lontano ho letto tutti i “commenti” all’articolo ed ho riscontrato che 1) è stato meno commentato tra tutti gli ultimi 2) i commenti stessi sono ben diversificati e con punti di vista variegati e disomogenei, la gente andrebbe vista da vicino e si scoprirebbe che è più intelligente di quello che si pensa.


Combattere un arrogante va bene, ma non va bene combattere un genere, come va bene difendere una donna, ma non va bene difendere un genere a priori. Dobbiamo combattere per dei valori semmai (la vita, la non-violenza, la giustizia, la libertà) e difendere semmai i cittadini tutti allo stesso pari come vuole la nostra Costituzione.


Sarà mia premura continuare questo discorso di persona.


A venerdì, Fabio




gruppo bigenitorialità: