Enzo presto con noi!
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SALUTI A TUTTI I DETENUTI /E D'iTALIA!
Con l’“Autobus 25” le imprese incontrano i detenuti
Giovedì 28 giugno va in scena nel carcere della Dozza di Bologna "Autobus 25 - percorso verso l"impresa”, uno spettacolo-conferenza sul tema del carcere e del lavoro, rivolto in particolare agli imprenditori per sensibilizzarli ed eliminare i pregiudizi che ruotano intorno ai detenuti: assumerli nelle loro imprese potrebbe costituire un’opportunità. >>>
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Sarebbero assicurati sgravi fiscali e benefici alle imprese, senza contare l’importanza del lavoro nel percorso di reinserimento sociale dei detenuti. Inoltre, come assicura l’avvocato Desi Bruno, Garante dei diritti dei detenuti a Bologna, le recidive per chi trova un lavoro uscito dal carcere sono bassissime.
Lo spettacolo- “Autobus 25”, il nome della linea che conduce al carcere della Dozza, alterna scene teatrali con interventi di ospiti e relatori, comprese testimonianze di detenuti assunti e imprese che hanno inserito in azienda ex detenuti (hanno garantito la propria presenza già 15 imprese). L’iniziativa, nata proprio per informare e riflettere sulle opportunità che ruotano intorno al reinserimento lavorativo dei detenuti e degli ex detenuti è nata dalla Provincia, dal Comune di Bologna e dallo Sportello informazione orientamento lavoro del carcere. Le opportunità- Manuela Ceresani, direttrice del carcere bolognese, promuove con fervore l’iniziativa: “Si tratta di un sostegno non solo per i detenuti, nel loro percorso di risocializzazione e di ricerca di un lavoro, ma anche alle persone che li assumono, che molto spesso mi chiedono ´ma lei che garanzie mi dà?’".
E, considerando appunto gli sgravi che ne deriverebbero per le imprese e il basso numero di recidive per gli ex detenuti che lavorano, favorire l’inserimento lavorativo costituirebbe un vantaggio per tutta la società.
I dati-Dal 2002 ad oggi sono state 132 le transizioni al lavoro sostenute dalla Sportello informazione e orientamento della Dozza e 41 gli accompagnamenti al lavoro, ma sono molto più numerose le cooperative che assumono detenuti rispetto alle imprese e le aziende private che risultano ancora piuttosto scettiche in merito.
Alla Dozza funziona, con buoni risultati, la tipografia (che oltre a enti pubblici – già una quindicina - ha come clienti anche diversi privati), a breve dovrebbe riprendere l’attività del vivaio, sostenuto da Coldiretti e Agricoop, ed è in dirittura d’arrivo un progetto con Hera per lo smaltimento di materiali elettrici.
Tuttavia la percentuale di chi lavora in carcere è ancora molto bassa. I dati ministeriali indicano uno scarso 20% di occupati. Pochi conoscono la legge Smuraglia (che prevede sgravi fiscali per chi assume) e molti forse sono ancora i pregiudizi. Bisognerebbe sensibilizzare sulla funzione sociale delle imprese.
E un “autobus” a Bologna oggi ci prova.
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