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  1. #1
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    Wink Condannato a un anno il giudice anti-Crocifisso

    CONDANNATO A UN ANNO
    IL GIUDICE ANTICROCIFISSO

    Il Tribunale dell'Aquila ha condannato il giudice del Tribunale di Camerino, Luigi Tosti, ad un anno di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici, pena sospesa, per essersi rifiutato di fare udienza in aule dove era presente il crocifisso; i fatti risalgono al 2006 e riguardano le accuse di omissione in atti d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Il giudice ha partecipato all'udienza in un'aula dove era presente il crocifisso, anche se ha contestato il conflitto di attribuzione dei poteri dello Stato chiedendo la sospensione del procedimento perchè il Tribunale facesse istanza al Ministero per chiedere il ripristino della condizione di laicità dello Stato attraverso la rimozione del crocifisso. Il legale del giudice, Dario Visconti, dopo aver sottolineato che l'udienza si è svolta in un'aula dove il crocifisso aveva le dimensioni di mezzo metro per uno, ha annunciato appello. «Non sono assolutamente d'accordo con la sentenza - ha spiegato - il Tribunale non ha considerato che la parte offesa è il giudice e che c'è manifesta antigiuridicità nelle condizioni in cui si è svolta l'udienza. Questo non significa offendere i cristiani, ma rimuovere il crocifisso vuol dire togliere un privilegio per consentire che le aule dei tribunali diventino davvero laiche e neutrali». Lo scorso 15 gennaio Tosti si era opposto contro la richiesta di archiviazione del pm della Procura di Campobasso, Rossana Venditti, relativa alla denuncia penale per il reato di discriminazione religiosa presentata nei confronti dei giudici del Tribunale dell'Aquila, Giovanni Novelli, Carla Ciofani e Alfonso Grimaldi, e relativa all'udienza del 22 novembre scorso. Nel maggio 2007 la Corte d'Appello dell'Aquila aveva confermato per Tosti la condanna a sette mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici (pena sospesa e non menzione) per non aver tenuto udienze a causa della presenza del Crocifisso nelle aule giudiziarie.


    http://www.leggo.it/articolo.php?id=6877




  2. #2
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    Vivvaiddio, giustizia terrena è fatta, per quella divina, noi sappiamo che è misericordioso, volendo togliere il crocifisso, pur non sapendolo ha manifestato un "atto di fede". Corro al sito UARRARARARRARAR per sputtanarli-----

  3. #3
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    Il crocifisso se ne stia nelle chiese, così come la mezzaluna nelle moschee e la stella di david nelle sinagoghe.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Scipione Visualizza Messaggio
    Il crocifisso se ne stia nelle chiese, così come la mezzaluna nelle moschee e la stella di david nelle sinagoghe.
    E i giudici facciano il loro lavoro, vadano in udienza e non facciano i lavativi come faceva costui che non andava a lavorare con la vergognosa scusa che "il Crocifisso lede le sue credenze laiche" o altre baggianate simili

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da cattolico Visualizza Messaggio
    E i giudici facciano il loro lavoro, vadano in udienza e non facciano i lavativi come faceva costui che non andava a lavorare con la vergognosa scusa che "il Crocifisso lede le sue credenze laiche" o altre baggianate simili
    Sì vabbè, ma sul principio da me enunciato sei d'accordo?

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Scipione Visualizza Messaggio
    Sì vabbè, ma sul principio da me enunciato sei d'accordo?
    Se deve servire ai giudici per non recarsi al lavoro, agli insegnanti e/o studenti a non andare a scuola, ai medici e infermieri a non andare al lavoro a curare i pazienti, no

    Per il resto c'è un Concordato tra Stato italiano e Chiesa Cattolica ratificato dal Governo italiano nel 1984

    Ci si attenga a quello e se si vogliono fare cambiamenti, si rispettino le regole e non si facciano battaglie baggiane "per la libertà"...ma ci rendiamo conto che un giudice per anni non andava a lavorare per questa storia? ma solo in Italia avvengono 'ste storie assurde!?

  7. #7
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    Bastava che spostassero il crocifisso. Il concordato è l'esempio evidente che il cattolicesimo è una dottrina anticristiana.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Scipione Visualizza Messaggio
    Bastava che spostassero il crocifisso. Il concordato è l'esempio evidente che il cattolicesimo è una dottrina anticristiana.
    Il presidente del suo Tribunale (Camerino) gli fece questa offerta più volte: ti mettiamo in una stanza senza Crocifisso...ma lui niente, lo voleva togliere da tutto il Tribunale.....allora, ha smesso di lavorare ma prendeva lo stipendio...finché il CSM gli ha sospeso pure lo stipendio...

    Bella gente, quella che fa le lotte "libertarie"! (stiamo freschi ad affidarci a dei funzionari pubblici infingardi e lavativi )

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da mojtaba Visualizza Messaggio
    Davvero una sentenza vergognosa. La reclusione si da ai criminali, il giudice non ha fatto nulla di male anche se ha chiesto lui di essere condannato.
    omissione in atti d'ufficio e interruzione di pubblico servizio sono reati , anche gravi per un magistrato. Si è beccato il minimo di quel che si meritava considerato che la sua sceneggiata andava avanti dal 2006...

  10. #10
    DonCamillo
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    Citazione Originariamente Scritto da Scipione Visualizza Messaggio
    Sì vabbè, ma sul principio da me enunciato sei d'accordo?
    Il TAR e il CONSIGLIO DI STATO no.


    Queste le motivazioni della terza sezione TAR del veneto per la sentenza sulla conformità rispetto al principio costituzionale di laicità dell’obbligo di esposizione del crocifisso:

    In un contesto scolastico, esso è, in egual misura, «anche un simbolo storico-culturale… dotato di una valenza identitaria riferita al nostro popolo» ed «anche (e non prevalentemente, si badi) un simbolo religioso», cristiano e non meramente cattolico.

    simbolo «di un sistema di valori di libertà, di uguaglianza, dignità umana e tolleranza religiosa e quindi anche della laicità dello Stato» innervanti la nostra Legge fondamentale, rende “paradossale” la sua estromissione da una struttura pubblica «in nome di una laicità che ha sicuramente una delle sue fonti lontane proprio nella religione cristiana»


    Il crocefisso e in genere ogni simbolo distintivo del cristianesimo godrebbero per il TAR di una condizione sostanzialmente speciale, un vero e proprio unicum, rispetto alla simbologia delle altre confessioni, in forza dell’assenza in capo ad esso di quel «meccanismo logico d’esclusione dell’infedele insito in ogni credo religioso». La croce, in sostanza, non potrebbe escludere nessuno senza abiurare la sua medesima essenza.

    Alla luce di tali considerazioni, il TAR conclude per la legittimità della collocazione del crocifisso nelle aule della scuola pubblica, giacché non solo non vulnererebbe ma sarebbe addirittura «affermativo e confermativo del principio di laicità dello Stato repubblicano».



    Queste invece le motivazioni della sesta sezione del Consiglio di Stato n. 556 del 13 febbraio 2006, con cui si mette mette la parola fine alla lunga querelle sul crocifisso nelle aule scolastiche. Palazzo Spada ha infatti respinto il ricorso di una cittadina finlandese che chiedeva la rimozione del crocifisso nelle aule della scuola media di Abano Terme (Padova), frequentate dai figli.

    Nelle diciannove pagine della sentenza n. 556, il Consiglio di Stato afferma che il crocifisso deve restare nelle aule scolastiche non perché sia un “suppellettile” o un “oggetto di culto”, ma perché “è un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili” (tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti, etc…) che hanno un’origine religiosa, ma “che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato”.
    …in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suoi accennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile e intuibile (al pari di ogni simbolo), valori civilmente rilevanti”.

    Il Consiglio di Stato intende espressamente riferirsi a quei valori stanno alla base ed ispirano il nostro intero ordinamento costituzionale, ovvero il fondamento del nostro convivere civile, “… ed in tal senso il crocifisso – prosegue la sentenza – potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica, altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.

 

 
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