Il mercato è in una fase problematica, anche per i continui interventi della politica e delle banche centrali. Il prezzo della benzina sale, e i consumatori si adattano come possono.
I problemi del mercato del petrolio vengono principalmente da tre fronti: 1) La limitata capacità produttiva, tenuta anche artificiosamente bassa dalla nazionalizzazione della produzione di petrolio in Russia e Venezuela, dai vincoli ambientali negli Stati Uniti, dai problemi geo-politici del Medio Oriente. 2) Le politiche di stimolo della domanda, quali i sussidi al consumo in paesi, soprattutto in alcuni paesi del Terzo Mondo, dove, per fare un regalo al popolo bue, la benzina costa meno dell’acqua: Venezuela, Iran, e molti altri. Possibili peggioramenti potrebbero avvenire dopo che i politici avranno abbassato le accise sugli autotrasportatori per comprare voti. 3) Il continuo intervento nel mercato del credito ad opera delle banche centrali, soprattutto la Fed, che svalutano la moneta (facendo aumentare i prezzi di tutti i beni), e manipolano verso il basso i tassi di interesse (facendo apprezzare alcune materie prime più di quanto aumentino i prezzi dei beni al consumo).
ELEVATA ELASTICITÀ - L’Economist ci informa, però, che nel medio-lungo termine l’elasticità della domanda e dell’offerta di petrolio sono molto elevate: se nel breve termine la domanda cala meno del 10% ad un raddoppio del prezzo del petrolio, nel lungo termine cala del 60%. Lo stesso vale, ovviamente col segno opposto, per l’offerta. L’economista Greg Mankiw, sul suo blog, ha fatto una lista di brevi notizie di giornale che mostrano gli innumerevoli modi in cui i consumatori stanno cercando di riadattarsi all’elevato prezzo della benzina. Sebbene molti aggiustamenti siano relativamente ovvi, è divertente mostrarli uno dopo l’altro: si tratta di aggiustamenti lenti, ma in grado di influire notevolmente sui consumi nel medio-lungo termine, come confermato del resto dai dati dell’Economist.
LE STRATEGIE DEI CONSUMATORI - 1) Comprare macchine piccole, magari ibride, e con 4 anzichè 6 cilindri. E questo vale sia per le auto nuove, che per l’usato. 2) Riscoprire la trazione animale usando i cammelli (in India) al posto degli auto-veicoli (con gran vantaggio dei produttori di cammelli, pare). Ma anche i muli al posto dei trattori (negli USA). 3) Usare i mezzi di trasporto pubblici (tra l’altro eccellenti a New York, Seattle, San Francisco, per quello che ho visto). E fuori dalle città, usare i treni (che negli USA non sono granché). 4) Andare in bicicletta. Questo potrebbe addirittura ridurre le spese sanitarie degli USA, che crescono all’impazzata, anche per via delle riforme socialdemocratiche del Presidente Bush, che porteranno presto il ruolo dello stato nel sistema sanitario USA dal 40% al 50% della spesa totale. 5) Guidare di meno. 6) Comprare case vicino le stazioni ferroviarie. 7) Comprare scooter. Frequentare università online. A questo non avevate pensato, vero?
IL FUTURO - Parliamoci chiaro: nulla che non sia ovvio, tranne forse quello delle università online. Mi aspetto nel futuro prossimo anche aumenti nel telelavoro, case più vicine alle zone degli uffici o delle industrie, un aumento della domanda di pullman, una riscoperta delle gite fuori porta anzichè del turismo interstatale (che negli USA significa in genere migliaia e migliaia di miglia) e internazionale, l’estensione del car sharing (magari misto al jitney transfer), l’uso dei risciò al posto del taxi (al centro di NY è pieno, ma per i turisti: ma col traffico che c’è all’ora di punta, si guadagna poco ad essere motorizzati), l’aumento delle vendite di monopattini e roller, la riscoperta dei negozi locali a conduzione familiare (al posto dei mall autostradali). E chissà cos’altro: le vie del mercato sono infinite, del resto.
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