Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito Ipocrisia e incongruenza dei cattolici impegnati in politica

    Seguendo la cronaca politica mi sono sempre chiesto in cosa si sostanzi il definirsi cattolici impegnati in politica da parte dei vari Casini, Tabacci, Bindi, Binetti, Mantovano, Formigoni, quale sia la proposta forte che hanno da fare al popolo italiano per risolverne i difficili problemi: nebbia, non si riesce a capire.
    Solo vuote parole e riferimenti a vaghe ispirazioni cristiane che dovrebbero apportare un mistico afflato di rinnovamento e miglioramento, senza specificare alcun modello originale ed alternativo di societa'.
    Non vi e' neppure chiarezza in merito alla necessita' di difendere quei valori morali tradizionali che costituiscono l'ossatura della nostra civilta', oltre che del cattolicesimo.

    A loro signori farei quindi il seguente invito:

    continuate pure su questa strada, che e' quello che vi siete scielti, ma per favore evitate l'ipocrisia di continuare a definirvi cattolici.
    O se proprio volete farlo, dimostrate di esserlo nei fatti, ponendo la Dottrina Sociale della Chiesa e non il vostro inconcludente ideologismo, al centro del vostro operare.

    In questo senso vi sarebbe utile rispolverare la memoria storica di Chesterton e del Distributismo invece che dei soliti De Gasperi e Don Sturzo, con il loro pedissequo allineamento alle ideologie dei vincitori della seconda guerra mondiale

  2. #2
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    Forse ci vorrebbero più La Pira, del quale molte cose possono essere non condivise, ma alla cui memoria faccio tanto di cappello.

  3. #3
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    de gasperi e don sturzo furono due ottimi politici,da esempio dovrebbero essere loro

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Lotari Visualizza Messaggio
    Forse ci vorrebbero più La Pira, del quale molte cose possono essere non condivise, ma alla cui memoria faccio tanto di cappello.
    A mio parere basterebbe ci fosse piu' Dottrina Sociale della Chiesa, senso comune e meno ideologismo.

    La Chiesa inoltre non dovrebbe aver paura di riaffermare l'importanza delle dimensione morale non solo in relazione ai comportamente sessuali ma anche a quelli economico-sociali.

    Per esempio, il fatto che le banche truffano i cittadini con il monopolio assoluto del denaro-debito dovrebbe essere denunciato a chiare lettere come un fatto immorale.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da popolareDL Visualizza Messaggio
    de gasperi e don sturzo furono due ottimi politici,da esempio dovrebbero essere loro

    Non stiamo discutendo se siano stati o no due ottimi politici - ciascuno potra' giudicare secondo i propri parametri - ma se sono stati coerenti con la propria supposta identita' di cattolici.
    Le ricordo che molti laici cattolici, come Gedda, promotore dei Comitati Civici, e la stessa gerarchia cattolica, espressero sempre seri dubbi a riguardo.

    Lo statuto stesso della Democrazia Cristiana contiente a chiare lettere l'assunto che i valori della democrazia, e non quelli cattolici, sono da ritenersi prioritari. Ogni riferimento alla Dottrina Sociale della Chiesa e' inoltre marginale.
    Da questi presupposti non ci si poteva attendere altro che quello che accadde: la totale perdita' di identita' delle Democrazia Cristiana e l'annacquarsi ideologico dei suoi punti di riferimento.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Sab Bernardino Visualizza Messaggio
    Seguendo la cronaca politica mi sono sempre chiesto in cosa si sostanzi il definirsi cattolici impegnati in politica da parte dei vari Casini, Tabacci, Bindi, Binetti, Mantovano, Formigoni, quale sia la proposta forte che hanno da fare al popolo italiano per risolverne i difficili problemi: nebbia, non si riesce a capire.
    Solo vuote parole e riferimenti a vaghe ispirazioni cristiane che dovrebbero apportare un mistico afflato di rinnovamento e miglioramento, senza specificare alcun modello originale ed alternativo di societa'.
    Non vi e' neppure chiarezza in merito alla necessita' di difendere quei valori morali tradizionali che costituiscono l'ossatura della nostra civilta', oltre che del cattolicesimo.

    A loro signori farei quindi il seguente invito:

    continuate pure su questa strada, che e' quello che vi siete scielti, ma per favore evitate l'ipocrisia di continuare a definirvi cattolici.
    O se proprio volete farlo, dimostrate di esserlo nei fatti, ponendo la Dottrina Sociale della Chiesa e non il vostro inconcludente ideologismo, al centro del vostro operare.

    In questo senso vi sarebbe utile rispolverare la memoria storica di Chesterton e del Distributismo invece che dei soliti De Gasperi e Don Sturzo, con il loro pedissequo allineamento alle ideologie dei vincitori della seconda guerra mondiale
    Beh, finche' si definiscono "cattolici" e non "cristiani", come dargli torto? Ormai per fregiarsi del titolo di cattolico basta poco.

  7. #7
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    Predefinito Caro Sab Bernardino

    nell' elenco dei politici trai vari Casini, Tabacci, Bindi, Binetti, Formigoni, io ometterei di omologare Mantovano, agli altri. Mantovano gode della mia piena stima.
    per quanto so e per quel che conosco è l' unico a nonavere mai avuto ambiguità nel diuchiararsi cattolico.
    anzi a colte penso sia quasi un "testimone" nel marasma in cui si trova!
    non omologhiamo.
    casini gode di rispetto anche se la sua posizione personale non è oggettivamente corretta.
    Formigoni è troppo coinvolto con la politica per essere un consacrato laico.

    Bindi, Binetti no comment.

    De gasperi! I tirolesi cattolici non lo pensano così beatificabile!
    la Pira per me - pur monaco - era un dossettiano! a sinistra e crsitiano? per me non è possibile alcun connubio!
    a te a Voi il meglio
    Tuo Vs Bizzzarrro

  8. #8
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    Predefinito IL virus dei cattolici impegnati in politica

    Citazione Originariamente Scritto da bizzzarrro Visualizza Messaggio
    nell' elenco dei politici trai vari Casini, Tabacci, Bindi, Binetti, Formigoni, io ometterei di omologare Mantovano, agli altri. Mantovano gode della mia piena stima.
    per quanto so e per quel che conosco è l' unico a nonavere mai avuto ambiguità nel diuchiararsi cattolico.
    anzi a colte penso sia quasi un "testimone" nel marasma in cui si trova!
    non omologhiamo.
    casini gode di rispetto anche se la sua posizione personale non è oggettivamente corretta.
    Formigoni è troppo coinvolto con la politica per essere un consacrato laico.

    Bindi, Binetti no comment.

    De gasperi! I tirolesi cattolici non lo pensano così beatificabile!
    la Pira per me - pur monaco - era un dossettiano! a sinistra e crsitiano? per me non è possibile alcun connubio!
    a te a Voi il meglio
    Tuo Vs Bizzzarrro
    Caro Bizzzarro,
    non ho dubbi sul fatto che Mantovano si definisca cattolico, qualche dubbio invece ce l'ho sul modo in cui tenta di tradurre in pratica questa sua scelta. Il prof Auriti, cattolico d'hoc, ha recentemente sollevato il problema della sovranita' monetaria popolare, sulla base della Dottrina Sociale, con tanto di critica al sistema bancario accusato di sfruttare il popolo italiano.
    Perche' Mantovano se ne e' stato in silenzio mentre altri personanggi politici, anche di Alleanza Nazionale, se ne sono attivamente occupati?
    Essere cattolici in politica non vuol dire solo battersi contro l'aborto, cosa di per se assolutamente necessaria e sacrosanta, ma anche proporre un modello di societa' che sia ispirato ai valori universali della Dottrina Sociale della Chiesa e darsi da fare per la giustizia sociale.
    Altrimenti si degenera nel conservatorismo, quel mix letale di riferimento a valori tradizionali e alla conservazione dello status quo sociale che puo' produrre altrettanto male che il progressismo della Bindi e della Binetti.

    La mia domanda quindi e' la seguente:
    perche' i cattolici in politica non hanno il coraggio di rivendicare la propria identita' di cattolici, mettendo la Dottrina Sociale della Chiesa al centro dei propri principi ispiratori e lasciando da parte ideologie di destra o di sinistra che hanno gia' prodotto abbastanza mali alla societa'?

    La Dottrina Sociale della Chiesa non e' certo una proposta confessionale, essendo portatrice di valori universalistici basati sulla legge naturale.

    Perche' la Democrazia Cristiana, che, fin dalle sue origini, rinnego' il valore della Dottrina Sociale della Chiesa, ha egemonizzato con le sue deviazioni ideologiche la rappresentanza politica dei cattolici? Perche' gli altri cattolici continuano a fare lo stesso errore, disperdendosi in partiti e movimenti che li considerano una minoranza e perdendo quindi peso politico?

    Perche' ancora la strada iniziata dal Distributismo, il movimento di Chesterton e Belloc, fondato agli inizi del XX sec. in Inghilterra, e che propose una chiara e valida alternativa a socialismo e capitalismo, non e' stata seguita, al punto che oggi il Distributismo e' conosciuto e studiato piu' in America che in Europa?

    In una parola: da quale virus sono affetti i cattolici impegnati in politica?

  9. #9
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    Predefinito

    Carissimo Sab Bernardino;
    il problema della sovranita' monetaria popolare, perdonerai la mia ignoranza ( grassa e crassa) ma non sapevo neppure esistesse! o forse non la conosco con lo stesso nome. Copio e cerco di informarmi!
    Grazie per avermi notificato una lacuna! e non sarà l' unica!

    La Dottrina Sociale della Chiesa l'ho studiata tanti anni fa per un esame. Chiedo venia.
    Poi l' ho tralasciata: nella speranza d' essere rispettoso del magistero, alcuni principi posti da certi teologi mi parevano un po troppo caratterizzati da un "divario" di classe.
    Ad ognunio deve essere garantita una dignità piena, ok.
    A volte - a mio avviso, per quanto ho potuto conoscere - qualcuno arrogandosi di parlare a nome della chiesa, pone in essere differenti valutazioni di classe ( non lotte o conflitti di di interesse) ma contrapposizioni ; ad esempio: "i poveri sono buoni i ricchi son cattivi" senza valutare un' onesta o disonesta ricchezza.

    Il Distributismo non credo sia conosciuto e studiato piu' in America che in Europa! Hai ragione Forse perchè è stato in parte assunto dal coirporativismo fascita ( mairealizzato, ma bello nei principi)?!
    Tu che sai più di me mi indichi qualche oista di riflessione? Con sincerità - vera - grazie. Tuo Bizzzarrro

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da bizzzarrro Visualizza Messaggio
    Carissimo Sab Bernardino;
    il problema della sovranita' monetaria popolare, perdonerai la mia ignoranza ( grassa e crassa) ma non sapevo neppure esistesse! o forse non la conosco con lo stesso nome. Copio e cerco di informarmi!
    Grazie per avermi notificato una lacuna! e non sarà l' unica!

    La Dottrina Sociale della Chiesa l'ho studiata tanti anni fa per un esame. Chiedo venia.
    Poi l' ho tralasciata: nella speranza d' essere rispettoso del magistero, alcuni principi posti da certi teologi mi parevano un po troppo caratterizzati da un "divario" di classe.
    Ad ognunio deve essere garantita una dignità piena, ok.
    A volte - a mio avviso, per quanto ho potuto conoscere - qualcuno arrogandosi di parlare a nome della chiesa, pone in essere differenti valutazioni di classe ( non lotte o conflitti di di interesse) ma contrapposizioni ; ad esempio: "i poveri sono buoni i ricchi son cattivi" senza valutare un' onesta o disonesta ricchezza.

    Il Distributismo non credo sia conosciuto e studiato piu' in America che in Europa! Hai ragione Forse perchè è stato in parte assunto dal coirporativismo fascita ( mairealizzato, ma bello nei principi)?!
    Tu che sai più di me mi indichi qualche oista di riflessione? Con sincerità - vera - grazie. Tuo Bizzzarrro

    Caro Bizzzarrro,
    grazie per la tua cortese risposta.
    L'unica cosa che so piu' di te e' forse qualche nozione in merito al Distributismo perche', da cattolico interessato alla politica, me ne sono recentemente interessato.
    Per me e' stato una felice scoperta, la scoperta' di un movimento politico radicato su nient'altro che la Dottrina Sociale della Chiesa ed un' insaziabile amore per la realta', il senso comune, la verita' e la giustizia.
    Chesterton, il suo fondatore insieme ad Hillaire Belloc, e' considerato l'apostolo del senso comune, famoso in Italia per i racconti di Padre Brown ed il romanzo "L'uomo che fu' Giovedi'".
    In anni caratterizzati da gravi crisi economiche e squilibri sociali, dalll'ascesa del socialismo e dall'espanasione del liberalismo capitalistico, Chesterton e Belloc, nei primi decenni del XX sec. seppero con grande lungimiranza, sulla base delle encicliche sociali e della storia plurisecolare d'europa, individuare i mali di queste ideologie e proporre una valida alternativa: il Distributismo.
    Il Distributismo si basa su alcuni punti essenziali:
    - la proprieta' privata e' un bene da difendere e che garantisce liberta', finche' non lede il bene comune. Lo Stato deve attivare una politica finalizzata alla sua diffusione, secondo i meriti, al numero piu' alto possibile di persone e deve invece combatterne la concetrazione nelle mani di pochi.

    - la famiglia e' il nucleo della societa'. Dopo vengono i corpi intermedi (associazioni professionali e miste di operai ed imprenditori) che costituiscono il corpo vitale della societa' stessa. Esse rappresentano il luogo in cui la liberta' del singolo prende forma.

    - il capitalismo e' un male perche' separa capitale e lavoro. Lo Stato deve favorire tutte quelle iniziative spontanee che puntano ad una integrazione capitale-lavoro, come la partecipazione degli operai alla proprieta' e agli utili dell'azienda. Si al capitale, nei casi in cui e' necessario, ma non al capitalismo.

    - il socialismo e' un male perche' inibisce la libera iniziativa, favorisce una centralita' burocratica, svilisce i corpi intermedi e massifica la societa'.

    Sia capitalismo sia socialismo danno vita a quello che viene definito lo "Stato servile", uno Stato cioe' in cui la proprieta' e la ricchezza e' nelle mani di pochi, la popolazione e' per lo piu' massificata sotto forma di forza lavoro salariata, l'indipendenza lavorativa, economica e di sussistenza e' persa a causa del formarsi delle grandi concentrazioni economiche, siano esse statali o private: il singolo viene quindi privato di quella indispensabile sfera di autonomia e liberta' che solo il possedimento di beni essenziali di produzione e sostentamento permette, ed e' sradicato dal tessuto vivo e articolato dei corpi intermedi, che, come la storia passata dimostra, soli possono consentire una dimensione umana del lavoro e del vivere sociale.
    E' chiaro che il riferimento e' all'Europa medioevale della Cristianita', considerata pero' non sotto l'aspetto religioso-spirituale ma sotto quello decisamente laico del tessuto comunitario.
    Una realta' che non viene idealizzata ma di cui i nostri autori rivendicano con orgoglio i molti lati positivi.

    La lettura diretta di molti testi del Distributismo mi ha inoltre convinto dell'originalita' di tale pensiero rispetto al tentativo corporativista fascista. Le corporazioni di Chesterton e Belloc non sono infatti organismi imposti dall'alto ma il prodotto naturale del vivere sociale, non sono asservite al potere centrale ma sono esse stesse centri di potere creati dal basso per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze della vita di tutti i giorni. Lo Stato di Chesterton e Belloc non e' un organismo dittatoriale ma un ente auterevole e forte che sa imporsi per mantenere il bene comune e difendere la giustizia sociale. In comune pero' con lo Stato fascista e in opposizione alla mentalita' corrente, lo Stato proposto dal Distrubitismo non e' quindi un mero amministratore delle cose correnti in balia della maggioranze elettorali ma incarna un compito etico alto e nobile. Se per lo Stato fascista tale compito era il bene dell'Italia, per il Distributismo e' ancoa il bene della nazione ma nel rispetto dei valori indicati dal diritto naturale presente nel cuore degli uomini.
    E' la legge naturale infatti, e non una costituzione frutto di compromessi tra uomini di varie ideologie, od un concetto idealista di bene comune, come quello fascista, ad essere considerato elemento politico centrale irrinunciabile.

    Per un approccio iniziale ti consiglierei il libro di Paolo Gulisano "Chesterton e Belloc. Apologia e profezia", 2002, Edizioni Ancora, ricco di estesa bibliografia, anche se la maggior parte dei testi, incluso l'interessantissimo "The servile State" di Belloc (Ed.Cosimo Classics, 2007), non mi risultano siano ancora stati tradotti in italiano.

    Per quanto riguarda il problema della sovranita' monetaria popolare il discorso e' semplice e complesso allo stesso tempo.
    Semplice perche' si tratta di una colossale truffa che il sistema bancario sta attuando ai danni di Stati e cittadini da circa 300 anni, complesso perche' le resistenze che il sistema bancario ha attivato per coprirla ne rendono molto difficile ed ardua la denuncia. Per informazioni di consiglio il sito http://www.studimonetari.org/

    Un caro saluto ed "ad maiorem Dei gloriam"!

 

 

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