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  1. #1
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    Predefinito Il peso delle tasse sui salari e la colpevole ignoranza di Bertinotti&C

    TASSE, MALEDETTE TASSE




    Insomma, da un peso dello stato del 14% nel 1990 si è passati al 24% nel 2006, quasi il doppio, mentre il reddito disponibile alle famiglie per consumi e risparmio è crollato di dieci (10!) punti percentuali nello spazio di un decennio, ed è stabile da allora (diamo a cesare quel che è di cesare: era risalito un pelo sotto Berlusconi, ed è ridisceso poi nel 2006, ultimo anno per cui i dati sono disponibili).

    Questo fatto rende anche problematico spiegare la differente evoluzione degli indici di reddito disponibile e dei consumi delle famiglie. I consumi pro capite delle famiglie crescono quasi del 20% dal 1993 (praticamente tanto quanto il reddito nazionale disponibile) mentre i redditi delle famiglie aumentano solo del 4%: questo è possibile, per ragioni di vincolo di bilancio, solo se i risparmi delle famiglie (in percentuale del reddito disponibile) diminuiscono vertiginosamente. In questo caso neanche la solita soluzione "economia sommersa" funziona, perché nella contabilità nazionale i consumi ed i risparmi delle famiglie devono sommare al reddito disponibile delle famiglie. Insomma, dopo aver mandato in malora l'azienda con politiche folli e spese pubbliche ancor più folli, gli italiani (invece di riformare il sistema) han deciso di ignorare il fatto che il loro reddito disponibile non cresce da praticamente quindici anni a questa parte! Continuano a far crescere allegramente i loro consumi, mangiandosi il capitale che avevano precedentemente accumulato. I capitali, come sanno tutti coloro che se li son mangiati, finiscono sempre più rapidamente di quanto dovrebbero ...

    Come ha speso questi maggiori introiti, dunque, la pubblica amministrazione? Le maggiori spese in pensioni, stipendi dei pubblici dipendenti, ed altri trasferimenti in denaro a cittadini non concorrono a spiegare l'andamento del grafico perché, facendo parte del reddito disponibile delle famiglie, sono una partita di giro. Una parte delle maggiori entrate è stata usata per ridurre il deficit primario, che a seguito delle follie degli anni '70 ed '80 era diventato enorme attorno al 1990-92. Un'altra parte ha sostenuto la dinamica crescente dei consumi della pubblica amministrazione. Lasciamo al lettore valutare se la qualità e la quantità dei servizi da essa forniti sia, in 15 anni, quasi raddoppiata.

  2. #2
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    Per concludere, la stagnazione dei redditi deriva certamente dalla magra dinamica della produttività, tesi giustamente supportata da Draghi e documentata recentemente su questo sito. Ma il contributo negativo dell'(op)pressione fiscale, oltre a poter essere (per gli incentivi che distrugge) concausa della scarsa crescita della produttività, ha anche pesato direttamente sul reddito disponibile della famiglie. Si potrebbe arguire, con spirito da mero contabile, che con un debito pubblico così alto non ci fosse altra soluzione possibile che quella di reperire risorse per abbatterlo. Dopo anni in cui a più tasse è seguita solo e soltanto più spesa (che ha raggiunto il 50,1% del PIL (!!!) nei dati ISTAT più recenti), con un debito pressoché immutato (106% del PIL), noi crediamo che ammazzare il paziente febbricitante con dosi massicce di tax and spending, invece di stimolarlo con misure di libertà economiche (taglio della spesa pubblica, liberalizzazioni, privatizzazioni, taglio delle aliquote marginali) si sia rivelata la più miope delle politiche.


    COME HA SEMPRE SOSTENUTO ANCHE IL PROF. ANTONIO MARTINO LO STATO ITALIANO E' DIVENTATO IL SOCIO OCCULTO CHE RUBA META' DEI GUADAGNI NON LAVORANDO E ANZI METTENDO I BASTONI TRA LE RUOTE DELLE IMPRESE PER FARLE CRESCERE MENO IN VIRTU' DI UNA SUPPOSTA IDEOLOGICA MIGLIORE VISIONE DELLA SOCIETA' (VISIONE DI VOLTA IN VOLTA PRETESA PIU' VICINA AI DEBOLI, AGLI EMARGINATI, ALL'AMBIENTE E COSI' VIA PONTIFICANDO E MARXISTEGGIANDO)

    BASTI RICORDARE LO SLOGAN CONIATO DA UN FARABUTTO COME L'EX SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA ON. GRAN FARABUTT PAOLO CENTO: "CRESCERE MENO PER CRESCERE MEGLIO"

    INTENDENDOSI IL MEGLIO COME UNA REGOLA PARTORITA DALLA MENTE DELLO STESSO SOTTOSEGRETARIO CHE CREDE ALL'AMBIENTE COME LA REGLIGIONE DELLA JUNGLA, QUELLA JUNGLA CHE NELLE SFRENATE FANTASIE DELL'EX SOTTODEGRETARIO (PROBABILMENTE ALIMENTANTE DALLE SOSTANZE STUPEFACIENTI CHE EGLI EPISODICAMENTE E ISTRIONICAMENTE ASSUME) DOVREBBE SOSTITUIRE IL LAVORO COMPIUTO DA MILIONI DI UOMINI PER MIGLIAIA DI ANNI NELL'ATTIVITA' DI BONIFICA E PREPARAZIONE DELLE TERRE ALLA COLTURA, AD ESEMPIO.

  3. #3
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    Fausto Bertinotti, ieri alla trasmissione "Otto e mezzo" dell'emittente La7 pontifica di politica economica, salari, punto unico, scala mobile.

    Dice che occorre riportare prima i salari a un livello decente con un aumento, buttato li senza pezze d'appoggio, di 200 euro sui salari di mille euro.


    bello sarebbe potere spendere non 200 ma 2000 euro come pare a ciuscuno

    ma questo e' un salto logico al quale le capacità logiche di Bertinotti&C non arriva.

    e' la distinzione a noi ben nota tra salario nominale e reddito disponibile ( e' quanto spiegano gli articoli riportati).

    passaggio 1: gli aumenti nominali forti generano aspettative di inflazione (come non ce ne fossero gia' in giro abbastanza in questo momento)

    passaggio 2: il peso del fisco (progressivita' dell'IRE + le altre varie e sempre nuove imposte sfornate da Governo e Parlamento italiani) erode il reddito disponibile. In Italia tutto questo genera quel fenomeno che in termine tecnico si chiama "fiscal drug" (tradotto ad sensum in "drenaggio fiscale") per il quale l'ipotesi di trovarsi con un reddito disponibile piu' basso a seguito di un aumento nominale del salario tale da far scattare un'aliquota d'imposizione piu' alta non e' una ipotesi "ex cathedra" ma una drammatica realtà.

    purtroppo neppure il sindacato italiano comprende ancora che per favorire il lavoro e la produzione di risorse occorre l'abolizione del punto unico (quello che in linguaggio sindacale è chiamato livello minimo salariale contrattato a livello nazionale, che in realtà nella maggior parte dei casi è il salario reale massimo percepito dai lavoratori), correlare la definizione del salario alla produttività aziendale, fare azione sindacale nella singola azienda..... e molto altro (penso alla formazione permanente di tutti i cittadini)

    si fa fatica a pensare di dovere tenere sempre in azione le proprie energie fisiche e mentali, ma una esistenza attiva e' pure meno noiosa

  4. #4

 

 

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