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  1. #1
    Guardia Rossa
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    Predefinito Fidel Castro lascia definitivamente gli incarichi politici

    Cuba - 19.2.2008

    La fine di un'epoca



    Cuba, Fidel lascia definitivamente nelle mani di Raul tutti gli incarichi politici. "Non vi dico addio" scrive il Lider Maximo che rinuncia a ogni nomina politica. Domenica il giorno della verità.


    Per Cuba è la fine di un'epoca: Fidel Castro leader indiscusso dell'isola per 49 anni lascia definitivamente tutti gli incarichi politici. L'annuncio è ufficiale ed è stato diramato dalle pagine del Granma, organo del Partito comunista cubano.

    I poteri a Raul. Non ha voluto aspettare il 24 febbraio prossimo, Fidel, data nella quale l'assemblea nazionale sarà convocata per eleggere il presidente del Consiglio di Stato. Il Lider Maximo ha gettato la spugna prima, con l'evidente coscienza di un uomo che sa di non potercela più fare a portare avanti un Paese. Per chi mastica bene il linguaggio di Castro e segue i suoi lunghissimi discorsi da anni, però, era evidente che qualcosa sarebbe cambiato molto presto. Qualche giorno fa, in una sua lettera, infatti, Castro aveva annunciato che a breve avrebbe dato a tutti una notizia di “grande interesse”. E così è stato. “Non cercherò né accetterò l'incarico di presidente del Consiglio di Stato e comandante in Capo” ha detto Fidel, scatenando subito un tam tam internazionale intorno alle sue condizioni di salute. Più semplicemente, Fidel, è consapevole del grande impegno, sia fisico che mentale, che richiede quel ruolo e sembra essere ormai cosciente del fatto che a 81 anni, e una grave malattia che lo tiene fermo da un anno e mezzo, forse non ha più le forze necessarie per andare avanti. Quindi largo a Raul, vicepresidente di Cuba (e fratello di Fidel) che ottiene ufficialmente tutti i poteri previsti dalla Costituzione cubana (almeno fino a domenica 24 data in si deciderà il prossimo futuro di Cuba)

    Le ultime elezioni. Erano state quasi un plebiscito per Fidel le ultime elezioni politiche. Sia lui che Raul, infatti, avevano ottenuto una valanga di voti. E lo stesso comandante aveva ringraziato la popolazione per la fiducia accordata: “Mi avete fatto un grande onore eleggendomi a membro del parlamento – ha detto Fidel – adesso è arrivato il momento di eleggere i membri del Consiglio di Stato, il suo presidente e un vicepresidente”. E confida sul mix di anziani e giovani che la classe politica cubana è stata capace di generare nel corso degli ultimi anni, strizzando l'occhio soprattutto ai giovani che avverte con un messaggio: “Il cammino sarà difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti”.


    Che ne sarà dell'isola. Sicuramente dopo l'amarezza iniziale per l'annuncio di Castro i cubani dovranno trovare qualche rimedio. Sembra scontata l'elezione alla presidenza del Consiglio di Stato di Raul, fan della politica socioeconomica cinese anche se sono molti quelli che credono che una piccola percentuale di possibilità la possano avere anche Felipe Perez Roque, attuale cancelliere e giovane di buone speranze e Ricardo Alarcon, presidente del Parlamento e protagonista negli ultimi giorni di un video nel quale i giovani del Partito lo incalzano con domande sul loro futuro e sul futuro del Paese. Di certo Fidel, finchè potrà, vigilerà su tutti quelli che avranno il bastone del comando. “Non vi dico addio – scrive il Lider Maximo nella lettera pubblicata sul Granma - Spero di combattere come un soldato delle idee e continuerò a scrivere e forse la mia voce verrà ascoltata” E' sicuro, però che la figura di Castro rimarrà sempre presente e indelebile nel cuore e nell'anima dei cubani. Nel bene e nel male. Pochi giorni ancora e sarà più chiara la direzione di Cuba per i prossimi decenni.

    http://www.peacereporter.net/dettagl...=0&idart=10185

    Il testo integrale del messaggio del Comandante en Jefe http://www.granma.cubaweb.cu/2008/02...l/artic03.html


    notizia già nell'aria che oggi viene confermata

  2. #2
    Fu fgc.adelfia
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    Hasta siempre Comandante!!!

  3. #3
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    Viva Fidel

  4. #4
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    Predefinito Cuba: Fidel "abdica" il titolo di comandante en jefe

    http://www.repubblica.it/2008/02/sez...cia-fidel.html

    Con la rinuncia di Castro alla presidenza si avvia nell'isola un processo complicato
    La sfida è trasformare il sistema, a partire dall'economia, senza abbatterlo


    Cuba apre la transizione
    riforme ormai ineludibili


    di OMERO CIAI


    Fidel e Raul Castro

    Con la rinuncia di Fidel Castro, diciannove mesi dopo l'inizio di una malattia sulla quale vige tuttora il segreto di Stato, si apre ufficialmente a Cuba la transizione. Ora Fidel ha abdicato senza attendere la riunione, domenica prossima, del nuovo Consiglio di Stato cui spetta secondo la Costituzione la designazione del leader. E per la prima volta da 50 anni il presidente non potrà che essere un altro.

    Con ogni probabilità sarà suo fratello Raul (di appena cinque anni più giovane), che dall'estate del 2006 ha già assunto la carica ad interim, il nuovo presidente votato dal Consiglio di Stato. Ma è anche abbastanza probabile che le poltrone del potere, fino ad oggi accumulate nella persona di Fidel (Stato, governo, partito comunista, Forze armate) vengano redistribuite consolidando una gestione più collegiale che si è andata disegnando negli ultimi mesi.

    Ma con l'abdicazione del comandante en jefe si rompe anche quel limbo nel quale l'isola ha vissuto questi ultimi due anni e che ha consentito alla più alta nomenklatura di non scegliere o di scegliere il meno possibile con la scusa che l'immobilismo era determinato dalla presenza di Fidel, non più leader assoluto ma ancora in grado, in qualsiasi momento, di riprendersi tutto il potere.

    Ora la sfida dei successori sarà quella di conservare il regime, di proiettarlo nel futuro senza l'ingrombrante presenza del fondatore. E le riforme, tante volte promesse da Raul e dai generali che formano il suo più stretto nucleo di comando, non potranno più essere rinviate.


    Sulla carta a Raul spetta il difficilissimo compito (quello che non riuscì a Gorbaciov) di riformare il sistema senza abbatterlo: da una parte deve conservare il regime così com'è mentre dall'altra deve convincere (possibilmente con le buone) i cubani che in questo regime possono sopravvivere e svilupparsi.

    I nodi da sciogliere riguardano tutti "l'uscita dal socialismo" e l'approdo ad un altro sistema (capitalismo di Stato alla cinese?) che consenta alla popolazione di vivere meglio. Così per prima cosa il nuovo presidente dovrà ridurre la dipendenza dell'economia dal petrolio di Chavez e dalle rimesse in dollari degli esuli che vivono all'estero. Dovrà cioè far ripartire l'economia interna e convincere la popolazione a lavorare per un salario (magari in dollari e non più in pesos) che ne valga la pena. Quindi le prime riforme dovranno riguardare il commercio e la possibilità di lavorare in proprio slacciando produzione e distribuizione dalla statalizzazione.

    Un primo gesto simbolico potrebbe essere l'abolizione della "libreta", la famosa tessera di razionamento, grazie alla quale lo Stato consegna beni di prima necessità (farina, riso, pollo, pane) alle famiglie: una formula di distribuzione ormai inefficiente da molto tempo.

    Poi ci sono il divieto di uscire ed entrare sull'isola, i diritti umani (ossia la possibilità di pensarla diversamente dal potere) o la proibizione di usare gli alberghi e le spiagge destinati solo ai turisti.

    Infine la riconciliazione. Negli Usa ci sono alcuni milioni di esuli cubani che avranno certamente un peso nel futuro e, tra pochi mesi, alla Casa Bianca potrebbe esserci un uomo (Obama) o una donna (Hillary) che con la loro politica potrebbero anche accompagnare positivamente una lenta apertura del regime a Cuba.

    (19 febbraio 2008)

  5. #5
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    comunicazione ufficiale di me medesimo che no conto un piffero: se succede qualcosa al comunismo cubano, armi in spalla vado a difenderlo.
    Al meno Chavez o Morales ci darano una mano.

    ah, dimenticavo: occhio alla valanga di merda mediatica che sta per arrivare, specie da Liberazione...

  6. #6
    Fu fgc.adelfia
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    compagno c'è già un 3ad a proposito...uniamoli

    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=407896

  7. #7
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    Non ho mai amato le derive bonaportiste-monarchice che hanno caratterizzato la prima fase storica del socialismo realizzato: i leader a vita mi hanno sempre dato un'idea di immobilismo.L'uscita di Fidel e' dettata dalla sua salute, purtroppo. E nel caso di Cuba non possiamo neppure recriminare che non l'abbia fatto tempo fa, poiche' ogni piccolo movimento serve da pretesto agli USA e ai controrivoluzionari di Miami.

  8. #8
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    Lav, Area, Niccolo, per favore unite i 3d.
    grazie compagni!

    hasta SIEMPRE!!!
    e quando dico SIEMPRE è SIEMPRE!

    w Fidel

  9. #9
    Fu fgc.adelfia
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    Ho appena letto sul televideo che Bush appresa la notizia ha detto che ora ci sarà una svolta democratica...eh si lui se ne intende di esportazione di democrazie...

  10. #10
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    Predefinito

    Come dice Fidel:
    Il cammino sarà difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti
    Questo vale anche per noi, qui e ora.
    Il 16 marzo a Milano, a Trenno, facciamo una iniziativa di solidarietà con Cuba, PRC, PdCI e, a me stesso sembra incredibile, Sinistra Democratica con la console cubana e Bruno Steri, oltre ai compagnid egli altri due partiti.
    Myrddin

 

 
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