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  1. #1
    Obama for president
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    Predefinito ma i fans del GOP del forum non hanno nessuno da commemorare?

    MORTO BUCKLEY, GRANDE VECCHIO DESTRA USA
    (di Alessandra Baldini)

    William Buckley Jr., uno dei padri del movimento conservatore americano e il fondatore della dell'influente rivista National Review, è morto a 83 anni. Il patriarca della destra Usa, un cattolico spesso controcorrente, aveva lasciato nel 2004 il timone della rivista che aveva diretto per 50 anni avendo giudicato "inutile morire sulla scena". E invece Buckley è morto sulla scena, ieri notte, alla scrivania del suo studio a Stamford in Connecticut, ha reso noto National Review. Il patriarca della destra Usa era da tempo malato di diabete e soffriva di enfisema.

    "Probabilmente stava lavorando a un articolo", ha detto il figlio Christopher, un celebre umorista. Tre anni fa il pensatore americano aveva scandalizzato i cattolici americani rivelando di aver pregato perché papa Giovanni Paolo Secondo, all'epoca gravemente malato, non potesse guarire. "Mi sono astenuto dal pregare per la guarigione del Papa, spero che non guarisca", aveva scritto Buckley in una delle sue caratteristiche posizioni controcorrente. Una di queste, negli anni Ottanta era stata di tatuare i malati di Aids sul braccio e sul sedere (per evitare gli scambi di aghi, e come disse lui, la "vittimizzazione degli omosessuali"). Quattro anni fa si era schierato per la liberalizzazione della marijuana. Repubblicano senza riserve, il fondatore di National Review si era opposto al Pentagono quando erano emerse nel 2004 le immagini di torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib: Buckley aveva chiesto al ministro della Difesa Donald Rumsfeld di dimettersi per non mettere in crisi la strategia della Casa Bianca in Iraq. Nato a Manhattan nel 1925, sesto dei dieci figli di un petroliere che aveva fatto una fortuna in Messico, Buckley aveva studiato con tutori privati nella tenuta paterna di Sharon in Connecticut, poi in Gran Bretagna e in Francia. Secondo il New York Times, fu uno dei cervelli grazie ai quali il pensiero conservatore acquistò un posto di primo piano nel dibattito politico in America.

    Nella sua lunga carriera, durante la quale aveva trovato il tempo per fare per un anno lo 007 della Cia in Messico, il padre della destra Usa aveva scritto oltre 5.600 rubriche bisettimanali e accumulato 45 libri (odissee in barca a vela, romanzi di spionaggio uno dei quali con Elvis Presley come protagonista, celebrazioni della sua vita quotidiana): altri due tomi - un romanzo politico e la storia della rivista da lui fondata - sono in via di pubblicazione. Negli anni 50, quando Buckely tenne a battesimo National Review (nel 1955, grazie a un regalo paterno di centomila dollari), l'ideologia liberal era dominante tra gli intellettuali d'America. Buckley aveva dichiarato guerra a questo sistema di pensiero prendendo come primo bersaglio l'università di Yale, "terreno di coltura di ateismo collettivista", subito dopo essersi laureato a pieni voti proprio in quell'ateneo. Il suo grande successo nel 1980 era stato l'approdo di Ronald Reagan alla Casa Bianca: "Tutte le grandi storie cominciano con la Genesi", aveva scritto quel'anno George Will, uno dei suoi 'autori' che aveva cominciato a lavorare giovanissimo con lui e poi col tempo, come anche la scrittrice Joan Didion, si era spostato a sinistra: "Ma prima che ci fosse Reagan c'é stato Barry Goldwater, e prima di Goldwater c'era National Review, e prima di National Review c'era Bill Buckley con una scintilla nella mente e la scintilla nel 1980 è diventata un'esplosione".

  2. #2
    direttamente dall'Inferno
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    Predefinito

    in effetti l'evento meriterebbe una qualche considerazione,ma ultimamente i filo-GOP su POL sono in calo.....

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da benfy Visualizza Messaggio
    MORTO BUCKLEY, GRANDE VECCHIO DESTRA USA
    (di Alessandra Baldini)

    William Buckley Jr., uno dei padri del movimento conservatore americano e il fondatore della dell'influente rivista National Review, è morto a 83 anni. Il patriarca della destra Usa, un cattolico spesso controcorrente, aveva lasciato nel 2004 il timone della rivista che aveva diretto per 50 anni avendo giudicato "inutile morire sulla scena". E invece Buckley è morto sulla scena, ieri notte, alla scrivania del suo studio a Stamford in Connecticut, ha reso noto National Review. Il patriarca della destra Usa era da tempo malato di diabete e soffriva di enfisema.

    "Probabilmente stava lavorando a un articolo", ha detto il figlio Christopher, un celebre umorista. Tre anni fa il pensatore americano aveva scandalizzato i cattolici americani rivelando di aver pregato perché papa Giovanni Paolo Secondo, all'epoca gravemente malato, non potesse guarire. "Mi sono astenuto dal pregare per la guarigione del Papa, spero che non guarisca", aveva scritto Buckley in una delle sue caratteristiche posizioni controcorrente. Una di queste, negli anni Ottanta era stata di tatuare i malati di Aids sul braccio e sul sedere (per evitare gli scambi di aghi, e come disse lui, la "vittimizzazione degli omosessuali"). Quattro anni fa si era schierato per la liberalizzazione della marijuana. Repubblicano senza riserve, il fondatore di National Review si era opposto al Pentagono quando erano emerse nel 2004 le immagini di torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib: Buckley aveva chiesto al ministro della Difesa Donald Rumsfeld di dimettersi per non mettere in crisi la strategia della Casa Bianca in Iraq. Nato a Manhattan nel 1925, sesto dei dieci figli di un petroliere che aveva fatto una fortuna in Messico, Buckley aveva studiato con tutori privati nella tenuta paterna di Sharon in Connecticut, poi in Gran Bretagna e in Francia. Secondo il New York Times, fu uno dei cervelli grazie ai quali il pensiero conservatore acquistò un posto di primo piano nel dibattito politico in America.

    Nella sua lunga carriera, durante la quale aveva trovato il tempo per fare per un anno lo 007 della Cia in Messico, il padre della destra Usa aveva scritto oltre 5.600 rubriche bisettimanali e accumulato 45 libri (odissee in barca a vela, romanzi di spionaggio uno dei quali con Elvis Presley come protagonista, celebrazioni della sua vita quotidiana): altri due tomi - un romanzo politico e la storia della rivista da lui fondata - sono in via di pubblicazione. Negli anni 50, quando Buckely tenne a battesimo National Review (nel 1955, grazie a un regalo paterno di centomila dollari), l'ideologia liberal era dominante tra gli intellettuali d'America. Buckley aveva dichiarato guerra a questo sistema di pensiero prendendo come primo bersaglio l'università di Yale, "terreno di coltura di ateismo collettivista", subito dopo essersi laureato a pieni voti proprio in quell'ateneo. Il suo grande successo nel 1980 era stato l'approdo di Ronald Reagan alla Casa Bianca: "Tutte le grandi storie cominciano con la Genesi", aveva scritto quel'anno George Will, uno dei suoi 'autori' che aveva cominciato a lavorare giovanissimo con lui e poi col tempo, come anche la scrittrice Joan Didion, si era spostato a sinistra: "Ma prima che ci fosse Reagan c'é stato Barry Goldwater, e prima di Goldwater c'era National Review, e prima di National Review c'era Bill Buckley con una scintilla nella mente e la scintilla nel 1980 è diventata un'esplosione".
    Sono felice che un avversario democratico progressista onori la memoria di uno dei grandi della Destra USA e mondiale del secolo XX. Da viscerale filo-GOP riconosco la mia latitanza, dovuta a motivi più che validi. Speriamo di poter dare il giusto rilievo al mitico Bukley in futuro, assieme agli altri amici conservatori.
    A buon rendere!!!

 

 

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