Italia in rosso. Così talvolta si definisce, per brevità ideologica, l’Italia governata dalle forze politiche del Centrosinistra. Certamente i “sinistri” mi risponderebbero, obiettando, che loro non hanno mai realmente governato l’Italia prima del 1996. Peccato che non tengano in nessun conto della lunga pratica consociativa tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista. Ma questo è un altro discorso. Lasciamo andare. Perciò il Centrosinistra (un po’ Ulivo, un po’ Unione) tenta di convincerci, di convincere noi italiani, che sono loro l’unica e vera novità politica. Peccato però che la stagione sia più un autunno che una primavera. E questo valga per gli ulivi come per le querce. Però i “sinistri” anche qui mi risponderebbero che loro i candidati li hanno scelti con le elezioni primarie. Come negli Stati Uniti? Non esattamente. Sì perché, vedete, queste primarie del Centrosinistra sono state, per così dire, un po’ “all’amatriciana”. Volete sapere perché? Semplice. Perché negli Stati Uniti le primarie sono disciplinate per legge e i cittadini, per votare devono “iscriversi”. Perché? Mi chiederete. Semplicissimo. Per evitare che un elettore voti tre o cinque volte. O per non far votare un certo Napoleone Bonaparte. Regolarmente iscritto online, peraltro. Dettagli, mi diranno. D’altronde la Corsica non è nemmeno troppo lontana. E del resto nell’800 la “patente imperiale” era un documento valido “universalmente”. E allora, rosso avanti tutta? Non esattamente. Perché io, francamente, tutto questo rosso nella politica del Centrosinistra proprio non riesco a vederlo. Nemmeno sforzandomi al massimo. Anche se mi hanno detto che c’ho ben dieci decimi. Sì perché se per rosso i “sinistri” intendono il rosso della passione (politica, beninteso) e il rosso della rivoluzione, allora il Centrosinistra è tutto meno che rosso. Anzi direi che è sicuramente grigio. Sapete qui a Genova talvolta non abbiamo il sole ma non c’è neanche la pioggia. C’è esclusivamente il grigio. Purtroppo ora però il grigio l’abbiamo tutti i giorni. Anche quando c’è il sole. Com’è possibile? Mi chiederete. Vi rivelerò un piccolo segreto, al riguardo. Perché non è più soltanto il grigio delle nuvole. Quello meteorologico. Purtroppo è il grigio dell’immobilismo. E’ il grigio della stagnazione. Quel grigio che è il messaggero del Nulla. Che inghiotte tutto. Come le sabbie mobili. Che diventa sempre più cupo e sempre più triste via, via che si trasforma nei drammi del “caro vita” o dell’emergenza abitativa. Perché vedete, miei cari “sinistri”, è un difficile, sapete, per le famiglie fare la spesa nella terza città più cara d’Italia. O per le giovani coppie acquistare una casa senza farsi strangolare dai tassi usurari dei mutui. E il libero mercato, dite? E’ una risposta che non mi basta. Purtroppo il Centrosinistra è stato bravissimo a lasciar affondare gli italiani fra le onde di un liberismo senza controlli. Magari nascondendosi dietro l’alibi del “mediare”. Magari dicendo (alla maniera dei banchieri che hanno commissariato la politica italiana, grazie alla ritirata pilatesca dei comunisti in ansia di legittimazione democratica) che non ci sono i soldi per aumentare gli stipendi perché la Bce non vuole, la Ue e l’Fmi nemmeno. Perché, dicono, il tesoretto deve servire per ridurre il debito pubblico. Ma di quale debito pubblico parla il Centrosinistra? Parla forse di quello creato artificialmente con il “signoraggio”? Benissimo. Ridistribuiamo agli italiani, attraverso i “conti di cittadinanza”, i frutti del “signoraggio”. Peccato che proprio questo Centrosinistra (che si ripara strategicamente dietro queste grandi centrali economiche che nessuno ha eletto) è, al tempo stesso, bravissimo ad assegnare consulenze o a moltiplicare gli organici di segreteria. Tutto per pochi eletti. Tutto stipendiato profumatamente. In ogni angolo d’Italia. Ora (dopo la povertà che il Centrosinistra ci ha dato grazie al loro Euro malfatto) agli italiani la politica da Giano bifronte di questo Partito Democratico “fuso a freddo” tecnocratico e apolide non serve proprio a niente. Per far crescere questo Paese occorre “cavalcare la tigre” dell’economia. Saperne correggere gli errori. Evitando di emarginare i sempre più numerosi “nuovi poveri” che si affacciano alla soglia del disagio. Non può essere l’economia a guidare la Nazione. Deve essere la politica (intesa come primato del servizio alla comunità) ad avere la personalità di dettare e far rispettare regole uguali per tutti. Senza favori ai poteri forti. Ne avrei altri di esempi. Questo è solo per far capire che una Nazione non governa con i trucchetti ma guardando negli occhi gli italiani. Senza dover abbassare lo sguardo. Perché si è posto con la propria coscienza. Di politici così ha bisogno l’Italia. C’è bisogno di “voci fuori dal coro”. Vogliamo politici che abbiano voglia di lottare. Politici che abbiano una certa idea dell’Italia nazionale, sociale e moderna. Politici di destra. Di una destra travogente e "colorata" di passione. Politici scelti dal popolo e non l’oligarchia della Casta. Quell’oligarchia che disprezza il popolo considerandolo alla stregua di un bue da rieducare. Quell’oligarchia che la grandissima Evita Peron combatté per tutta la vita.
Fonte: http://ginosalvi.blogspot.com