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Se a Roma si fosse votato per le elezioni comunali…
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venerdì 02 aprile 2010
Agenzia Radicale - Se a Roma si fosse votato per le elezioni comunali…
di CARLO PATRIGNANI
Se si fosse votato per le comunali, Emma Bonino oggi sarebbe, indiscutibilmente, il Sindaco di Roma: con i suoi 1.012.542 voti pari al 51,79% ha nettamente sopravanzato Renata Polverini ferma a 931.218 voti, pari 47,63%. Non solo, ma rispetto alla somma dei voti dei partiti facenti parte della coalizione di centro-sinistra (897.264), la Bonino ha avuto ben 115.278 consensi in più: infine si aggiungano i 10 mila voti di preferenza presi con la lista ‘Bonino-Pannella' arrivata, caso unico in Italia, a 64.678 voti per al 3,76%, che ne fanno il terzo partito a Roma.
E questo risultato è avvenuto in un contesto che ha visto scendere direttamente in campo, non accadeva dal 1974 (ricordate i comitati civici di Gedda e Fanfani?) cioè dal referendum sul divorzio e dal 1981, cioè dal referendum sull'aborto, il Vaticano, la Cei di Bagnasco e del suo organo ufficiale l'Avvenire, più le parrocchie, da un parte, e dall'altra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, attraverso i grandi mezzi d'informazione Rai, Mediaset, Sky in testa.
Evidentemente la posta in gioco a Roma, a differenza di altre parti, ad esempio la Puglia, era troppo alta: ma nonostante la ‘potente' e capillare organizzazione di media, associazioni e congreghe cattoliche e lo schieramento politico altrettanto ‘potente' e attrezzato, la Bonino ha vinto, anzi ha stravinto. Un dato questo che non puo' esser cancellato o sminuito dal voto complessivo nella Regione. A livello regionale la Bonino è arrivata a 1.331.375 voti, ben 146.143 in più rispetto alla somma dei partiti della coalizione, 1.185.232.
Si tenga, poi, conto che il Lazio con l'11,9% è tra le regioni dove, rispetto al 2005, è più alto l'astensionismo, dovuto pure ad una parte consistente dell'elettorato cattolico del centro-sinistra che non ha condiviso la scelta della Bonino. Infine, da non sottovalutare, è che nel Lazio il Partito Democratico ha contenuto al 14% l'emorragia di voti -26% (due milioni in cifra assoluta) rispetto alle precedenti regionali del 2005: come dire la candidatura della Bonino ha fatto guadagnare, nel Lazio, un 12% al Pd.
Si tratta ora di non disperdere questo patrimonio di voti e di consensi attorno alla Bonino: non e' uno ‘scherzo' reggere e vincere perché di questo si tratta il confronto con uno schieramento che ricorda molto quello che perse il referendum sul divorzio del 1974 e nel 1981 quello sull'aborto. Emma non è un prodotto mediatico come la Polverini e lo stesso Vendola che godono del favore dei grandi media (Ballarò o Annozero, Porta a Porta o Matrix, etc).
Dopo aver ‘regalato', per insipienza, Roma al centro-destra in quelle sciagurate elezioni comunali dell'aprile 2008, il cui esito era in buona parte noto ed annunciato mesi prima, il successo innegabile di Emma Bonino rimette tutto in gioco e riaccende la speranza di poter riconquistare il Campidoglio. Non è dunque affatto vera l'immagine di una Roma papalina, genuflessa al Vaticano e suddita al Potere: c'e', esiste, e stando ai brillanti voti conseguiti da Emma Bonino, una Roma ‘laica', democratica, liberale, e sognando un po' anche ‘azionista' e ‘giellista', e perche' no, ‘garibaldina', che non dimentica uomini e donne di ‘cultura' prestati di volta in volta alla politica, al sindacato, alle grandi organizzazioni di massa.
Ad un intellettuale sopraffino come Guido Ceronetti che su ‘La Stampa', il giornale della Fiat, l'azienda torinese con il vizietto di privatizzare i profitti e socializzare le perdite, scrive "Emma non voleva vincere [.....] Lazio e Roma sono lebbrosie incurabili.
Un salutare distacco nella maratona votante, domenica 28 marzo, ha liberato Emma Bonino, molto più adatta a ruoli internazionali di rovente bisogno, dall'obbligo di governarle. E nei confronti della Chiesa, come dello stesso carrozzone malfermo che a malincuore la sosteneva, sarebbe rimasta drammaticamente sola.
Le resterà di meglio, da fare", rispondiamo: "si goda a Torino l'ignorante fascista Roberto Cota, noi continueremo a star vicino, a sostenere con tutte le nostre forze, Emma". Vogliamo costruire attorno ad Emma che ‘dice quel pensa e fa quel che dice', una nuova aperta libera plurale aggregazione di forze che riprendendo quella ‘nobile', onesta, trasparente, tradizione ‘azionista' e ‘giellista', di uomini solitari e testardi come Piero Calamandrei, Riccardo Lombardi, Piero Gobetti, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, Ferruccio Parri, Leo Valiani, Vittorio Foa, Giuseppe Di Vittorio, Bruno Trentin, ebbero il coraggio, di opporsi alla nefasta, illiberale, disonesta prassi del ‘catto-comunismo', del compromesso storico, dell'unione delle due Chiese, per fare dei cittadini non persone umane con i loro bisogni e le loro esigenze da realizzare, i loro diritti civili e sociali da tutelare e garantire, ma degli ‘stupidi sudditi', da controllare e tener buoni con qualche regalia e qualche carezza buonista.