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Discussione: Evviva il precariato.

  1. #21
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    Un esempio di come le leggi sul precariato siano migliorabili già da ora: il job on call è una delle figure più precarizzanti in assoluto, giacchè ti lascia ad aspettare come un picchio che il datore di lavoro ti chiami giorno per giorno, con un reddito totalmente discontinuo.

    Nel Libro Bianco di Marco Biagi, si fissano chiare due priorità, nell’introduzione del job on call: impedirne l’abuso fissando bene quali siano le sue condizioni di utilizzo e introdurre una "indennità di attesa", ovvero uno stipendio più basso di quello che si percepisce lavorando secondo questo contratto, che copra i periodi di "stacco" tra una chiamata e l’altra, a carico del parùn.

    Nella legge Maroni sono previste queste cose ? Chiaramente noooo. Quando bisognava modificare il job on call in Parlamento, il PD le ha proposte queste cose ? Chiaramente noooo

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Demi Romeo Visualizza Messaggio
    mannaggia,se solo ci fosse un partito che avesse interesse nel socializzare i mezzi di produzione,ad abolire il libero mercato e a fucilare i "padroni",allora si che l'Italia uscirebbe dalla crisi economica e sociale!

    il discorso sulla flessibilità socialista è servito a poco...

    occhio: gli ammortizzatori non ci stanno,altrimenti mi sarei risparmiato la solfa sulla flex-security e sulla riforma della legge Biagi!

    tutto il resto che hai scritto è la solita critica demagogica che non giustifica l'uso della flessibilità ben regolamentata,che non cita i vantaggi del sistema flessibile e che,attenzione,non dice come risolvere il problema visto che si critica solamente!
    I discorsi sulla socializzazione te li sei inventati per sviare il discorso, visto che non sono oggetto di dibattito. Qui si parla di "riformismo" e di "flessibilità". Giusto?

    Io ho solo detto un paio di cose, che sono vere non perchè sono detentore della verità rivelata ma perchè così ha dimostrato, dati alla mano, la storia degli ultimi 20 anni:

    1) di ammortizzatori ne hanno parlato e ne parlano tutti, a partire da Treu, ma nessuno li ha mai messi in pratica. perchè? semplice, perchè ai "riformisti" non interessano, è solo propaganda, interessa deregolamentare il mercato del lavoro e renderlo a misura di padrone: missione compiuta!

    2) le "riforme" fino ad oggi non hanno riformato nulla, non hanno "innovato", hanno semplicemente registrato lo status quo: i padroni volevano meno vincoli e più libertà di licenziamento? sono stati serviti!

    3) la flessibilità non ha sconfitto il lavoro nero, che è vivo e vegeto come e più di prima.

    la triade propagandistica pro-precarietà "innovazione-lotta la sommerso-formazione", messa alla prova, si è infranta contro il muro della realtà: la ricchezza si è concentrata in sempre meno mani, il nero è la principale forma di assunzione al sud e nelle isole, il lavoro dequalificato scaccia il lavoro qualificato.

    La flessiblità non si è dimostrata un'opportunità per chi lavora, ma un micidiale strumento in mano al proprietario per:

    - ricattare il dipendente,
    - farlo lavorare di più delle ore consenstite da contratto,
    - tenerlo lontano dai sindacati,
    - tenere bassi i salari grazie alla competizione tra diverse tipologie di contratto,
    - aggirare il CCNL.

    Risultati:
    - aumento degli incidenti,
    - crollo dei consumi,
    - polarizzazione della ricchezza, concentrata in sempre meno mani,
    - proletarizzazione dei colletti bianchi,
    - diminuzione della fiducia e disgregazione del tessuto sociale.

    Niente propaganda, tutto provato e sperimentato. Eppure c'è ancora qualche testa di genio - e mi meraviglio che sia giovane, ma evidentemente guarda la faccenda con gli occhi del padrone e non del lavoratore - che tesse le lodi della flessibilità/precarietà.

    Soluzioni? Semplice, il contratto a tempo determinato DEVE tornare ad essere il perno attorno a cui ruota il mercato del lavoro e la flessiblità DEVE essere un'opzione eccezionale per far carriera e guadagnare di più quei lavoratori che prefreriscono il rischio alla stabilità.

    La flessiblità/precarietà NON DEVE essere, com'è oggi, un coltello il cui manico è nelle sole mani del padrone. Ammortizzatori, formazione, innovazione devono essere tutte belle cose pagate non dallo Stato, ossia dalla fiscalità generale, ma dal privato che ne beneficia.

    Poi c'è la leva fiscale che deve colpire di più chi più ha beneficiato in questi anni di deregulation, speculazioni fianziarie, incentivi e regalie statali, e di meno chi se l'è presa in quel posto senza profilassi.

    Come vedi un programma breve, chiaro, realizzabile e soprattutto riformista!

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Lev Davidovic Visualizza Messaggio
    I discorsi sulla socializzazione te li sei inventati per sviare il discorso, visto che non sono oggetto di dibattito. Qui si parla di "riformismo" e di "flessibilità". Giusto?

    Io ho solo detto un paio di cose, che sono vere non perchè sono detentore della verità rivelata ma perchè così ha dimostrato, dati alla mano, la storia degli ultimi 20 anni:

    1) di ammortizzatori ne hanno parlato e ne parlano tutti, a partire da Treu, ma nessuno li ha mai messi in pratica. perchè? semplice, perchè ai "riformisti" non interessano, è solo propaganda, interessa deregolamentare il mercato del lavoro e renderlo a misura di padrone: missione compiuta!

    2) le "riforme" fino ad oggi non hanno riformato nulla, non hanno "innovato", hanno semplicemente registrato lo status quo: i padroni volevano meno vincoli e più libertà di licenziamento? sono stati serviti!

    3) la flessibilità non ha sconfitto il lavoro nero, che è vivo e vegeto come e più di prima.

    la triade propagandistica pro-precarietà "innovazione-lotta la sommerso-formazione", messa alla prova, si è infranta contro il muro della realtà: la ricchezza si è concentrata in sempre meno mani, il nero è la principale forma di assunzione al sud e nelle isole, il lavoro dequalificato scaccia il lavoro qualificato.

    La flessiblità non si è dimostrata un'opportunità per chi lavora, ma un micidiale strumento in mano al proprietario per:

    - ricattare il dipendente,
    - farlo lavorare di più delle ore consenstite da contratto,
    - tenerlo lontano dai sindacati,
    - tenere bassi i salari grazie alla competizione tra diverse tipologie di contratto,
    - aggirare il CCNL.

    Risultati:
    - aumento degli incidenti,
    - crollo dei consumi,
    - polarizzazione della ricchezza, concentrata in sempre meno mani,
    - proletarizzazione dei colletti bianchi,
    - diminuzione della fiducia e disgregazione del tessuto sociale.

    Niente propaganda, tutto provato e sperimentato. Eppure c'è ancora qualche testa di genio - e mi meraviglio che sia giovane, ma evidentemente guarda la faccenda con gli occhi del padrone e non del lavoratore - che tesse le lodi della flessibilità/precarietà.

    Soluzioni? Semplice, il contratto a tempo determinato DEVE tornare ad essere il perno attorno a cui ruota il mercato del lavoro e la flessiblità DEVE essere un'opzione eccezionale per far carriera e guadagnare di più quei lavoratori che prefreriscono il rischio alla stabilità.

    La flessiblità/precarietà NON DEVE essere, com'è oggi, un coltello il cui manico è nelle sole mani del padrone. Ammortizzatori, formazione, innovazione devono essere tutte belle cose pagate non dallo Stato, ossia dalla fiscalità generale, ma dal privato che ne beneficia.

    Poi c'è la leva fiscale che deve colpire di più chi più ha beneficiato in questi anni di deregulation, speculazioni fianziarie, incentivi e regalie statali, e di meno chi se l'è presa in quel posto senza profilassi.

    Come vedi un programma breve, chiaro, realizzabile e soprattutto riformista!
    1) Berlusconi e Veltroni non hanno interesse nell'introdurre gli ammortizzatori previsti dal Libro Bianco di Biagi.

    2) legge varata durante il governo Berlusconi,no?!
    ma non vuol dire che la flessibilità di Berlusconi sia la flessibilità eurosocialista di Blair e Zapatero.
    l'originale disegno di legge andava verso la direzione dei secondi...

    3) la flessibilità dell'attuale legge 30 crea precariato,è ovvio.
    è fatta a posta per riciclare personale sottopagato,non per qualificare,sperimentare durante il periodo di prova,creare specializzazione e nuova occupazione come nel vero concetto di flessibilità!
    ripeto: la flessibilità attuale è disastrosamente mal regolamentata,ma non vuol dire che la flessibilità in sé consista in questo.

    per cui le conseguenze che citi sono dovute alla cattiva regolamentazione delle norme sul lavoro flessibile e nessuno osa dire che la legge 30 debba essere conservata.
    ma che colpa ha un socialista se dal 2001 al 2006 c'è stato Silvio che ha dato ingiustamente il nome di Biagi ad una legge fatta per gli imprenditori e contro i dipendenti?!
    la flessibilità socialista (flex-security) prevede periodi di prova più lunghi e un lavoro precario sostenibile finalizzato per la formazione e qualificazione professionale.
    ho gia detto spiegato tutto...

    le conseguenze che menzioni sono vere,ma l'errore è affiancare i termini flessibilità/precariato come se fossero la stessa cosa.
    non è vero...
    la flessibilità può generare precariato se mal regolamentata,ma non necessariamente ed è su questa base che si fonda il disegno socialista e della sinistra europea!
    l'esperienza spagnola dimostra tutt'altro.
    dimostra che i lavoratori con impiego stabile (prima precari) sono aumentati.

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Demi Romeo Visualizza Messaggio
    mannaggia,se solo ci fosse un partito che avesse interesse nel socializzare i mezzi di produzione,ad abolire il libero mercato e a fucilare i "padroni",allora si che l'Italia uscirebbe dalla crisi economica e sociale!
    NO, non basterebbe. Bisognerebbe applicare queste politiche a livello globale.

    Se lo facciamo solo in Italia, i padroni annidati in altri Paesi ci fanno fuori.

 

 
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