Originariamente Scritto da
Lev Davidovic
I discorsi sulla socializzazione te li sei inventati per sviare il discorso, visto che non sono oggetto di dibattito. Qui si parla di "riformismo" e di "flessibilità". Giusto?
Io ho solo detto un paio di cose, che sono vere non perchè sono detentore della verità rivelata ma perchè così ha dimostrato, dati alla mano, la storia degli ultimi 20 anni:
1) di ammortizzatori ne hanno parlato e ne parlano tutti, a partire da Treu, ma nessuno li ha mai messi in pratica. perchè? semplice, perchè ai "riformisti" non interessano, è solo propaganda, interessa deregolamentare il mercato del lavoro e renderlo a misura di padrone: missione compiuta!
2) le "riforme" fino ad oggi non hanno riformato nulla, non hanno "innovato", hanno semplicemente registrato lo status quo: i padroni volevano meno vincoli e più libertà di licenziamento? sono stati serviti!
3) la flessibilità non ha sconfitto il lavoro nero, che è vivo e vegeto come e più di prima.
la triade propagandistica pro-precarietà "innovazione-lotta la sommerso-formazione", messa alla prova, si è infranta contro il muro della realtà: la ricchezza si è concentrata in sempre meno mani, il nero è la principale forma di assunzione al sud e nelle isole, il lavoro dequalificato scaccia il lavoro qualificato.
La flessiblità non si è dimostrata un'opportunità per chi lavora, ma un micidiale strumento in mano al proprietario per:
- ricattare il dipendente,
- farlo lavorare di più delle ore consenstite da contratto,
- tenerlo lontano dai sindacati,
- tenere bassi i salari grazie alla competizione tra diverse tipologie di contratto,
- aggirare il CCNL.
Risultati:
- aumento degli incidenti,
- crollo dei consumi,
- polarizzazione della ricchezza, concentrata in sempre meno mani,
- proletarizzazione dei colletti bianchi,
- diminuzione della fiducia e disgregazione del tessuto sociale.
Niente propaganda, tutto provato e sperimentato. Eppure c'è ancora qualche testa di genio - e mi meraviglio che sia giovane, ma evidentemente guarda la faccenda con gli occhi del padrone e non del lavoratore - che tesse le lodi della flessibilità/precarietà.
Soluzioni? Semplice, il contratto a tempo determinato DEVE tornare ad essere il perno attorno a cui ruota il mercato del lavoro e la flessiblità DEVE essere un'opzione eccezionale per far carriera e guadagnare di più quei lavoratori che prefreriscono il rischio alla stabilità.
La flessiblità/precarietà NON DEVE essere, com'è oggi, un coltello il cui manico è nelle sole mani del padrone. Ammortizzatori, formazione, innovazione devono essere tutte belle cose pagate non dallo Stato, ossia dalla fiscalità generale, ma dal privato che ne beneficia.
Poi c'è la leva fiscale che deve colpire di più chi più ha beneficiato in questi anni di deregulation, speculazioni fianziarie, incentivi e regalie statali, e di meno chi se l'è presa in quel posto senza profilassi.
Come vedi un programma breve, chiaro, realizzabile e soprattutto riformista!