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  1. #1
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    Predefinito Analisi di un compagno "contabile" sui programmi di PD e PDL

    Il programma di Mago Veltrusconi



    E’ vecchia l’idea che la campagna elettorale sia il luogo delle mirabolanti promesse giammai mantenute (almeno in Italia).

    Ci eravamo illusi che questo propagandato ‘nuovo che avanza’, giusto per richiamare una espressione passata di moda, consentisse di superare quel fastidioso residuo d’altri tempi.

    Ci lascia delusi, quindi, il fatto che anche nella stesura dei programmi elettorali, i nuovi “contenitori” che si disputano il potere, dalle sigle così equivocamente simili, PD e PDL, abbiano utilizzato vecchi schemi degni dei migliori illusionisti.

    Tradotti in soldoni, cioè quella cosa che manca nelle tasche della maggior parte degli italiani, sia la destra che il PD sfoderano ‘promesse’ quantificabili circa 80 miliardi di euro.

    Nel caso della destra la cifra deriva principalmente dall’abolizione dell’Irap (25 mld), dall’Iva per cassa (20 mld una tantum), detassazione straordinari e tredicesime (10 mld) , introduzione quoziente familiare (9 mld), riduzione Iva su turismo (9 mld), bonus locazioni (3 mld), abolizione ICI (2 mld) .

    Questa somma, già stratosferica, potrebbe tranquillamente raddoppiare considerando i costi connessi alle genialate da estrarre dal cilindro: libri gratis ai poveri, bonus bebè, aumento pensioni basse, crediti d’imposta vari, nuove risorse alla giustizia, nuovi Cpt, fondi garanzia per i mutui e chi più ne ha, più ne metta.

    Nel caso del Partito Democratico (che dovrei chiamare la sinistra, MA ANCHE, il centro e la destra, quindi lo chiamerò l’ibrido), tradizionalmente meno avvezzo alle discipline contabili, riusciamo – grosso modo - a quantificare le maggiori detrazioni per i lavoratori dipendenti (3,5 mld), un punto in meno di Irpef (7 mld), salario minimo a 1000 euro per i precari (6 mld) , flat tax sui fitti (2 mld), dote fiscale figli (1,2 mld), crediti imposta donne lavoratrici e detassazione salario aziendale (3 mld).
    Come si arriva a 80? Ci si arriva – grosso modo - assegnando un valore medio a tutte le decine di incentivazioni, agevolazioni, riduzioni, maggiorazioni comprese nel programma.

    Questi sono i ‘costi’ , cioè quella cosa che tra nuove uscite o minori entrate fa salire il deficit pubblico.
    Per coprire i costi, bisogna dunque ricorrere a minori uscite o maggiori entrate. Elementare, Watson.

    E qui il Mago Veltrusconi si cimenta in uno dei suoi numeri meglio riusciti: entrambi i partiti propongono la riduzione della spesa pubblica (un punto la destra e mezzo punto l’ibrido) e, guarda caso, entrambi propongono di valorizzare e cedere il patrimonio pubblico disponibile, cioè, principalmente le case Iacp e comunali. Potete anche giurare che tutto il resto deriverà dalla lotta all’evasione e da un punto di crescita del PIL.

    A voler essere buoni, possiamo anche dare atto a Veltrusconi di aver indicato la copertura per meno di un terzo dei costi del programma.

    Ma vediamole meglio queste coperture. La destra si affida soprattutto al piano casa di Brunetta. Ci sono due milioni di alloggi. Si vendono agli inquilini trasformando l’affitto in rate di mutuo. I crediti vantati nei confronti degli inquilini diventati proprietari, per affitti diventati mutui, si ‘cartolarizzano’ cioè si cedono e si incassano.

    L’operazione, che consiste nel trasformare in ‘proprietari’ 2 milioni di inquilini, nel suo complesso, sembra una buona cosa, senz’altro da farsi, tanto che anche “l’ibrido” punta su una cosa simile.

    E’ però tutto da dimostrare che, in termini di gettito e in termini di ‘tempistica’, da essa possa derivare una significativa fonte di copertura.

    Nel 2006, la destra vantava il fatto che oltre l’80% degli italiani possedesse una casa ed additava tale circostanza come indicatore di benessere diffuso. Dopo due anni scopriamo che gli italiani hanno ‘fame’ di case, due milioni di alloggi che, voilà, ci si contenderà all’arma bianca.

    Bisogna anche dire che questo rigurgito di “fanfanismo” (da Fanfani, l’ autore di un massiccio piano casa degli anni del centrosinistra di oltre 40 anni fa) non è scevro da controindicazioni, effetti negativi che tutti trascurano.

    Primo fra tutti l’effetto negativo sulla mobilità sociale. Il proprietario è meno propenso dell’inquilino a cambiare città se gli offrono un lavoro migliore. E siccome oggi, troppo spesso, il proprietario ospita anche un figlio ultratrentenne, si capisce la limitazione che deriva al “sistema Paese” nel suo complesso.

    Il capitolo relativo alla riduzione della spesa pubblica, l’altra componente fondamentale della ‘copertura’ assume caratteri tragicomici.
    Comici, perché la promessa, da una parte, viene da coloro che in cinque anni di governo sono stati capaci di dilapidare l’avanzo primario facendo crescere, altro che ridurre, la spesa pubblica di 2,5 punti di PIL e dall’altra viene da una formazione le cui ibride componenti hanno – da sempre – fatto della spesa pubblica il più efficace sistema di reclutamento del consenso.
    Tragici, perché non vi è uno straccio di indicazione concreta fatta eccezione per quei pochi milioni (35) derivanti dall’abolizione delle province.

    http://www.labouratorio.it/2008/03/0...o-veltrusconi/

    Che ne pensate ? Sono dei rilievi fondati ?

  2. #2
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    Ne parlava il Sole 24 ore ieri.

    Milano, 2 mar. (Apcom) - I programmi elettorali di Pd e Pdl non hanno la copertura sufficiente, al momento visibile, per mantenere gli impegni. E' quanto emerge da un'analisi del Sole 24 Ore, che mette a confronto le promesse di Walter Veltroni e Silvio Berlusconi con i relativi costi.

    Da quanto rileva l'analisi del quotidiano economico, il programma del Pdl ha un costo che oscilla tra i 72 e gli 82 miliardi, mentre quello del Pd varia tra i 19 e i 28. La copertura al momento espressa per il Pdl, però, è di appena 33,35 miliardi, mentre quella del Pd arriva a 18,35 miliardi.

    http://notizie.alice.it/notizie/poli...,14189632.html


    Poi ieri Veltroni ha precisato che c'era un errore nel conto della spesa per lo stipendio minimo garantito e che il programma costava nel suo complesso 16-19 miliardi (quindi interamente coperti).

    http://www.agi.it/ultime-notizie-pag...m1044-art.html

  3. #3
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    Allora non bisogna possedere la casa perchè con l'affitto si è più liberi di emigrare, un vero genio. E la soluzione che suggerisce implicitamente sarebbe quella solita dei compagni: lasciare le cose come sono e anzi magari alzare ancora un po le tasse, sennò come faccio a mantenere a fare nulla quelli della mia cooperativa. Perchè non portiamo l'IVA al 30% già che ci siamo? Pensa che bel gettito.

    E com'è che qua ne PDL ne PD ne la destra della destra ne il compagno contabile parlano di cose tipo tassa sulle rendite da interesse e consolidamento del debito?

  4. #4
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    La cosa mi rassicura solo parzialmente, avrei preferito ci fossero le coperture per gli ammortizzatori sociali, sinceramente

    Però adesso almeno abbiamo la matematica certezza che il programma del PdL è una puttanata

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Perseo Visualizza Messaggio
    Allora non bisogna possedere la casa perchè con l'affitto si è più liberi di emigrare, un vero genio. E la soluzione che suggerisce implicitamente sarebbe quella solita dei compagni: lasciare le cose come sono e anzi magari alzare ancora un po le tasse, sennò come faccio a mantenere a fare nulla quelli della mia cooperativa. Perchè non portiamo l'IVA al 30% già che ci siamo? Pensa che bel gettito.

    E com'è che qua ne PDL ne PD ne la destra della destra ne il compagno contabile parlano di cose tipo tassa sulle rendite da interesse e consolidamento del debito?
    Della tassa sulle rendite non ne parla il compagno contabile, ma ne parla il programma dei compagni

    Quanto al pezzo sull'essere proprietari di case come disincentivo alla mobilità sociale, sembra una cazzata anche a me il resto dell'articolo però lo trovo ineccepibile

  6. #6
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    E' ineccepibile che PdL non sa dove trovare la copertura per quegli 80 miliardi in meno, perchè per trovarla dovrebbe cambiare del tutto la propria mentalità ed è impossibile. Quindi o non manterranno o faranno cose tipo privatizzare la sanità.

    Però è anche ineccepibile che quel taglio di 80 miliardi è il minimo di sopravvivenza per gli italiani, è una cosa che va fatta, come vanno fatte le case.
    Il figlio ultratrentenne non esce dalla casa dei genitori se non ne ha un'altra in cui andare a un prezzo sostenibile.

    L'economia non si rilancia se assumere qualcuno mi costa due stipendi, uno a lui e uno allo stato. Ed è per questo secondo stipendio allo stato che diventa impossibile fare i turni da sei ore senza riduzione dell'altro stipendio, quello al lavoratore. E lavoratori con stipendio fisso e due ore di tempo libero in più comprerebbero anche qualcosa in più..

    Allego una cosa postata da Leader Maximo in altra sezione del forum:
    -----------------------------------------------------------------------


    L'educazione ci costa circa 42,5 miliardi di euro globalmente
    Lavoro e previdenza circa 61 miliardi di euro
    Gli interessi sul debito (infatti avevo detto "eccezion fatta") ci costan 79 miliardi di euro
    L'Università costa circa 11,3 miliardi di euro
    Solisarietà sociale circa 17,2 miliardi di euro

    Il totale spese è circa 730 miliardi di euro

    di cui:

    198 miliardi sono per coprire il debito, ne rimangono 532
    42,5 è l'educazione, ne rimangono 489
    61 Lavoro e previdenza, ne rimangono 428
    Università 11, ne rimangono 417
    Solidarietà 17 sociale ne rimangono 400
    interessi sul debito sono 79, ne rimangono 321

    i 321 (meno della metà della spesa) vanno ancora ripartiti tra Economia e Finanze, Difesa, Esteri, Interno, Trasporti, Infrastrutture, Comunicazioni, Giustizia, Sviluppo economico


    per la salute, dal bilancio d'esercizio non si vede praticamente nulla... si deve vedere il bilancio di ogni Regione

    in definitiva le voci "grosse" sono: la spesa sociale + rimborso e servizio del debito


    http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I...-anno-2008.pdf

    ------------------------------------------------------------------------------

    Più spesa per interessi sui debiti ( cioè per mantenere una renter class che nessuno sembra voler toccare ) che per lavoro e previdenza, c'è da dire altro ?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Lollo87Lp Visualizza Messaggio
    Ne parlava il Sole 24 ore ieri.

    Milano, 2 mar. (Apcom) - I programmi elettorali di Pd e Pdl non hanno la copertura sufficiente, al momento visibile, per mantenere gli impegni. E' quanto emerge da un'analisi del Sole 24 Ore, che mette a confronto le promesse di Walter Veltroni e Silvio Berlusconi con i relativi costi.

    Da quanto rileva l'analisi del quotidiano economico, il programma del Pdl ha un costo che oscilla tra i 72 e gli 82 miliardi, mentre quello del Pd varia tra i 19 e i 28. La copertura al momento espressa per il Pdl, però, è di appena 33,35 miliardi, mentre quella del Pd arriva a 18,35 miliardi.

    http://notizie.alice.it/notizie/poli...,14189632.html


    Poi ieri Veltroni ha precisato che c'era un errore nel conto della spesa per lo stipendio minimo garantito e che il programma costava nel suo complesso 16-19 miliardi (quindi interamente coperti).

    http://www.agi.it/ultime-notizie-pag...m1044-art.html

    A me i conti non tornano..

    Dal primo link: " Il Pd punta a togliere un punto di Irpef all'anno per tre anni, con un taglio da circa 6,8 miliardi ogni 12 mesi per le casse pubbliche."

    6,8*3= 20,4 mld

    Solo per il taglio irpef. Quindi come fa ad essere coperto se solo questa misura è già fuori?Può essere che la copertura sia calcolata annualmente.. però nel secondo link lo stesso Veltroni parla di "peso complessivo delle manovre etc.etc." quindi di tutto...

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Mat Kava Visualizza Messaggio
    A me i conti non tornano..

    Dal primo link: " Il Pd punta a togliere un punto di Irpef all'anno per tre anni, con un taglio da circa 6,8 miliardi ogni 12 mesi per le casse pubbliche."

    6,8*3= 20,4 mld

    Solo per il taglio irpef. Quindi come fa ad essere coperto se solo questa misura è già fuori?Può essere che la copertura sia calcolata annualmente.. però nel secondo link lo stesso Veltroni parla di "peso complessivo delle manovre etc.etc." quindi di tutto...
    Qualcuno mi illumina.. ?
    Non ho ancora abbastanza conoscenze da calcolare la copertura finanziaria di un programma.. quindi può essere che tra la mia ignoranza e i giornalisti che quando scrivon di queste cosa fan danni.. sia un uscito un pastrocchio.. Però mi dai dati io evinco quello..
    E a detta del Sole 24 ore questo non terrebbe conto delle proposte di incentivo, altrimenti si salirebbe al livello di Berlusconi..

  9. #9
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    Il costo delle promesse elettorali - I calcoli de "Il Sole 24 Ore" suscitano qualche dubbio
    Le proposte del PdL non sono un libro dei sogni
    Il programma berlusconiano tiene conto dei vincoli dell'equilibrio finanziario

    di Gianfranco Polillo

    Lo sforzo de "Il Sole 24 Ore" di quantificare il costo delle "promesse elettorali" dei due schieramenti è stato lodevole. Esercizi del genere fanno bene alla democrazia. Richiedono tuttavia una serietà estrema nella quantificazione delle singole proposte, altrimenti si rischia solo di alimentare - e Walter Veltroni ne ha subito approfittato - inutili polemiche. E' giusto dire che il programma del Popolo della libertà costa tra i 72,65 e gli 87,7 miliardi di euro? Può anche essere. Ma le cifre fornite ed i calcoli sottesi sembrano negarlo. La prima cosa che non convince è l'aver trascurato la dimensione temporale. Il programma ha una durata quinquennale. Significa quindi che le risorse eventualmente da reperire oscillano tra gli 8 ed i 10 miliardi all'anno, considerate le coperture (33,35 miliardi) già indicate dal quotidiano. Non è una grande cifra se si considera che solo quest'anno, nonostante la politica del "tassa e spendi", abbiamo risparmiato più di 20 miliardi.

    Le critiche maggiori riguardano, tuttavia, le singole poste. Cominciamo dall'IVA, da pagare solo dopo l'incasso della fattura. Costo stimato 20 miliardi. Vale semmai per la cassa, ma non per la competenza. E in un discorso relativo a 5 anni di governo quello che conta è la seconda voce. Non può essere pertanto conteggiata nei risultati complessivi. Altrimenti si rischia di sommare le mele con le pere. Secondo argomento: la detassazione degli straordinari. L'articolista ne valuta il costo in 2 miliardi, quale riflesso delle minori entrate derivanti da buste paga più pesanti per coloro che già li fanno: circa 80 ore l'anno. La valutazione può essere più o meno giusta, il limite sta nel metodo seguito.

    Detassare gli straordinari ha senso solo se, grazie a questa manovra, aumenta il numero delle ore di lavoro. Altrimenti la perdita è secca. Si paga qualcosa in più per quello che già abbiamo. Un piccolo disastro non solo dal punto di vista finanziario, ma economico. La produzione complessiva, infatti, rimarrebbe la stessa. Il PIL non aumenterebbe ed avremmo solo un maggior costo del lavoro a carico delle finanze dello Stato. Ma è questo lo spirito della proposta? Evidentemente no. Dobbiamo pagare di più gli straordinari per invogliare operai ed impiegati a lavorare di più. E' possibile? Tutte le statistiche disponibili ci dicono che gli autonomi lavorano circa il 15 per cento in più dei lavoratori dipendenti, che sono oltre il 70 per cento della forza lavoro.

    Che succederebbe se questo divenisse lo standard comune a tutti i lavoratori? I salari di questi ultimi potrebbero aumentare di circa il 25 per cento. Lo Stato non solo non ci rimetterebbe una lira, perché finora questo surplus di lavoro non è stato prodotto. Ma ci guadagnerebbe, nonostante la detassazione, se non altro a causa delle maggiori entrate contributive. Che, salvo altra destinazione, ammonterebbero a circa 10 miliardi. C'è poi una conseguenza ulteriore che andrebbe calcolata, come prescrivono le procedure parlamentari. Se i lavoratori guadagnano di più è prevedibile che consumino anche di più: un effetto di carattere keynesiano che le nostre stime indicano in circa 4 miliardi di euro. Se si tirano le somme, in definitiva, quella misura non costa 2 miliardi. Ma determina maggiori entrate per 14.

    Siamo invece d'accordo sui costi impliciti nella detassazione della 13° e 14° mensilità che il quotidiano quantifica in 7,9 miliardi. Di questo dato il programma del Popolo della libertà ha tenuto conto. Tant'è che quella misura sarà solo "graduale e progressiva", nel rispetto cioè dei vincoli di bilancio. Se vi saranno le risorse, dopo aver rilanciato lo sviluppo, come indica la "prima missione", vi saranno margini per poter rispettare anche questo impegno. L'importante è che i benefici derivanti dalla maggiore crescita non vadano solo ad incrementare i profitti, ma si ripartiscano equamente tra tutti coloro che vi hanno contribuito. Infine un'ultima chicca. Per il quotidiano l'abolizione delle province comporterebbe un risparmio di 300 milioni. Non sappiamo da dove derivi questa cifra. I dati ISTAT indicano, per il 2006, una spesa complessiva di oltre 13 miliardi. Forse non tutto potrà essere risparmiato, ma tra le due indicazioni esiste una distanza siderale.

    Conclusione. Bastano gli esempi indicati, e senza considerare l'abolizione delle province, per dimostrare che il programma del Pdl ha tenuto nel debito conto i vincoli derivanti dall'equilibrio finanziario. Del resto richiamato come elemento irrinunciabile ai primi punti della "settima missione". I dati reali ne riducono l'esposizione ad un massimo di 33 – 34 miliardi in 5 anni. Se questo costituisce un "libro dei sogni", l'Italia è messa molto peggio di quanto finora è stato dato di sapere.

    tratto da http://www.pri.it/3%20Marzo%202008/P...EletSole24.htm

 

 

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